Il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza con cui il Tar ordinava a Perrone di inserire almeno una donna nel CdA ed una nel Collegio sindacale della società partecipata
Il Consiglio di Stato (con decreto n. 1214) ieri ha accolto l’istanza di sospensione cautelare della sentenza del Tar di Lecce che ordinava al sindaco Paolo Perrone di nominare rappresentanti femminili all’interno degli organi societari della Lupiae Servizi (almeno una donna nel Consiglio di Amministrazione ed una nel Collegio sindacale), a seguito di ricorso dei consiglieri comunali del centrosinistra (Quarta, Spagnolo, Povero, Rotundo, Torricelli, Foresio, Benincasa e Colucci). Il Consiglio di Stato ha ritenuto “grave ed irreparabile” il pregiudizio discendente dall’esecuzione della sentenza del Tar, dovendo gli organi sociali provvedere entro la fine del mese all’approvazione del Bilancio di esercizio, per cui, al fine di consentire il corretto funzionamento della società, si è reso necessario sospenderne gli effetti fino alla decisione in sede collegiale. “Si tratta di un altro durissimo colpo alle strategie del centrosinistra di Palazzo Carafa – ha commentato Perrone – e dell’ennesimo naufragio della ‘via giudiziaria’ di una opposizione senza idee e senza progetti. Non sono nostri i sotterfugi, come disse la consigliera Quarta, ma quelli del centrosinistra che sposta la contesa politica dall’aula consiliare a quella delle aule di giustizia. Questo decreto a toglie alla centralità del tema della rappresentanza femminile nella politica e nelle Istituzioni, per il quale non accettiamo lezioni dai consiglieri di minoranza. Non smetterò mai di ricordare loro – ha concluso – che nel mio staff composto da undici persone ci sono ben otto donne. Altro che quota rosa”.
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