Il Tar blocca il megafotovoltaico

Con due ordinanze il Tar ha imposto lo stop all’impianto fotovoltaico di circa 45 ettari in località “Miggianello”, tra le campagne di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese, in pieno “Parco dei Paduli-Bosco Belvedere

Il “Lino delle Fate piumoso”, rarissima pianta erbacea protetta simbolo delle balze pietrose del cuore del basso Salento, continuerà ancora ad ondeggiare nelle vallate e ai piedi delle querce sempreverdi del Bosco Belvedere e salve sono anche le altre centinaia di specie vegetali e animali lì presenti. Il Tar di Lecce, infatti, nei giorni scorsi, con due ordinanze, firmate dal presidente Aldo Ravalli, ha confermato la sospensione dei lavori di un grande impianto fotovoltaico di circa 45 ettari ricadente nella rurale località di “Miggianello”, tra le campagne di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese, ricadente in pieno “Parco dei Paduli-Bosco Belvedere”, recentemente istituito dalla Regione Puglia. Lo stesso Tar ha ribadito così l’orientamento adottato con urgenza alla vigilia di Natale 2009, quando il giudice delegato del Tribunale amministrativo regionale, Massimo Santini, aveva ordinato la sospensione temporanea della costruzione dell’opera contro le cui autorizzazioni uniche date dalla Regione avevano regolarmente presentato ricorso le associazioni “Italia Nostra” e “Grande Salento”, rappresentate dall’avvocato Donato Saracino. Nonostante ciò la ditta fotovoltaica non aveva autosospeso la sua attività in attesa del verdetto finale dei giudici, fissato per febbraio, iniziando i lavori sul sito con chilometriche trincee di scavo, cementificazioni, cavidotti, infliggimenti di centinaia di pali nei suoli, disboscamenti, innalzamento di antenne e pali di luce, realizzazione di cabine di cementificazione. Tutto in pochissime settimane. Uno “scempio” scoperto dalle associazioni che aveva spinto le stesse a chiedere al Tar l’urgente ordinanza di sospensiva. Oltre all’evidente alterazione del sito e al danno ambientale e paesaggistico che si è così frenato, pesa sulla ditta fotovoltaica una scabrosa verità, che rappresenta uno dei tantissimi punti del ricorso, ma che lo stesso Tar ha richiamato già nella recente ordinanza di sospensiva: l’impianto esteso su circa 45 ettari andava sottoposto a Via (valutazione di impatto ambientale). Tutto ciò non è avvenuto per una omissione della Regione, ma anche per uno “stratagemma”, come il Tar Lecce ha richiamato, seguito dalla società fotovoltaica che ha suddiviso lo stesso maxi impianto in quattro impianti contigui, tutti ora evidentemente fermati; due da 1 Mega Watt ciascuno, per i quali, data la potenza e le normative vigenti, addirittura non c’è stato bisogno dell’autorizzazione regionale; due altri di rispettivamente 5,65 Mw e 7,6 Mw, per i quali sono state realizzate ad hoc due ditte-maschera a partire dalla stessa società che ha acquistato il podere di Miggianello. Dove l’arcano? In tal modo nessuno dei due grandi sotto-impianti era assoggettabile a Valutazione di impatto ambientale; la Via è prevista infatti per impianti di potenza superiore a 10 Mw, quale sarebbe stato l’impianto complessivo senza la frammentazione burocratica che è stata invece artefatta. Evidentemente la Via mai avrebbe permesso la realizzazione di un tale impattante impianto industriale in quel luogo ameno, peraltro anche a vincolo forestale per la presenza di rimboschimenti finanziati con misura CEE2080. L’“affaire fotovoltaico” insomma sta mostrando nel Salento sempre più ombre che luci.

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