La giunta regionale riconosce il Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico-Salentino che comprende le province di Lecce, Brindisi e Taranto. 167 le imprese raggruppate nell’intento di valorizzare le produzioni locali
La Giunta regionale, nella seduta di martedì scorso, ha riconosciuto il Distretto agroalimentare di qualità Jonico-Salentino che comprende la regione agraria delimitata dalle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto. Il Distretto agroalimentare di qualità Jonico-Salentino rappresenta un sistema integrato di imprese agricole e agroalimentari che intende affrontare un percorso di valorizzazione delle produzioni locali rese uniche dalle esclusive caratteristiche qualitative. Esso ha l’obiettivo di accrescere il valore delle produzioni locali di eccellenza, tra le quali il vino e l’olio extra-vergine d’oliva, e altre produzioni tipiche quali l’ortofrutta, gli agrumi, l’uva da tavola e la filiera lattiero-casearia. Saranno valorizzate le produzioni agroalimentari tipiche e biologiche certificate, espressione di un’area geografica che intende caratterizzarsi per il legame con il territorio, la natura e la tutela dell’ambiente. Il Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico-Salentino raggruppa 167 aziende per un fatturato complessivo di circa 200 milioni di euro, insieme ad associazioni di categoria, enti locali, Università, Centri di Ricerca ed altri enti delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. «Questo importante risultato rappresenta il conseguimento dell’obiettivo generale del PIT 8 dell’Area Jonico-Salentina – sottolinea Maurizio Mazzeo, dirigente dell’Ufficio Unico del PIT 8 presso il Comune di Lecce e delegato dal Nucleo Promotore del Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico-Salentino -. Quello del Distretto è un territorio che si propone sui mercati nazionali ed internazionali con la sua identità resa unica dalle tipicità delle produzioni locali e dalle sue bellezze naturali, artistiche, culturali e gastronomiche riproposte quotidianamente nell’antica arte della produzione agroalimentare, espressione della dieta mediterranea».