Alta tensione per la Astore bis

A Poggiardo è polemica sulla nuova giunta Astore. Il Pdl esprime il proprio disappunto sulla scelta di due assessori dell’opposizione

Comunicati e prese di posizione fanno impennare a Poggiardo la temperatura dello scontro politico alla luce della nuova giunta targata “Silvio Astore 2”. I componenti del gruppo Pdl (Giacomo Carluccio, Giuseppe Colafati, Cirino Maggio e Domenico Tarantino) esprimono “delusione e sconcerto” per quanto si è consumato nelle ultime ore a livello amministrativo: «Con grande amarezza prendiamo atto della decisione del sindaco che è riuscito in un colpo solo a mettersi nelle mani del suo storico carnefice, aver disatteso la linea concordata col Pdl provinciale e nominato in giunta due persone candidate in liste diverse contro di lui risultando non elette» (il riferimento è ai nuovi assessori Lina Tarantino e Fernando Rausa). «Certamente nessuno di noi, come probabilmente nessun cittadino di Poggiardo e Vaste, pensava si potesse arrivare a tanto. La fiducia al sindaco, infatti, da parte nostra non era mai stata messa in discussione. Tuttavia, – continuano dal gruppo Pdl – Astore ha ribaltato l’accordo di qualche mese fa e, inspiegabilmente, ha tradito gli elettori di centro destra che lo hanno eletto, aprendo alla parte di centro-sinistra capeggiata dal presunto avversario Aurelio Gianfreda». Pronta la replica del sindaco Silvio Astore: «Mi si accusa di avere tradito la fiducia degli elettori e di essermi consegnato nelle mani del mio carnefice. Mi permetto di dire che la storia e la politica insegnano che gli uomini responsabili nei momenti di difficoltà superano ogni barriera di carattere personale e ideologica nell’interesse generale del paese. Da cattolico – continua il primo cittadino – non ho mai considerato l’avversario politico un nemico anche nelle situazioni di più forte contrapposizione e di più accesa polemica. E comunque ho sempre preferito un avversario dichiaratosi apertamente tale di cui si conoscevano le intenzioni piuttosto che un avversario nascosto e imprevedibile. La situazione venutasi a creare, con la scelta dei quattro consiglieri di costituire un proprio gruppo in antitesi alla maggioranza e in spregio alla comune appartenenza, ha profondamente destabilizzato l’amministrazione comunale provocandone una pericolosa stasi nell’imminenza di fondamentali appuntamenti per il nostro comune, mi riferisco, su tutti, ai finanziamenti dell’area vasta e dei fondi strutturali 2009-2013. Appuntamenti che, al contrario, richiedono un’amministrazione coesa negli obiettivi e determinata nel raggiungerli. Avrei certamente preferito – continua Astore – concludere il mandato elettorale con la maggioranza votata dagli elettori nel 2006, e chi mi conosce sa quanto sia stata sofferta la decisione di interrompere quell’esperienza, ma senza fiducia reciproca non si può governare un paese. Perché, al di là delle dichiarazioni ufficiali e di facciata, nei fatti, la fiducia da parte dei quattro consiglieri era continuamente negata tanto da aver investito uno di loro della carica di capo delegazione con il compito di verificare e approvare preventivamente le delibere di giunta proposte dai colleghi e dal sindaco. Fiducia che, al contrario, non è mai mancata da parte mia se si pensa che dei quattro consiglieri tre erano assessori, uno con deleghe al bilancio e alle attività produttive, oltre a essere capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, uno con delega al turismo, alla cultura, alle biblioteche e ai beni culturali, uno con delega all’unione dei comuni oltre all’incarico di Presidente della Commissione permanente, un consigliere che svolge la funzione di Presidente del Piano sociale di zona. Quattro amministratori che con le loro deleghe rappresentavano il 60% dell’azione amministrativa e che, paradossalmente hanno accusato di inazione e incapacità, nella forma e nel modo più sbagliati, non solo la giunta di cui essi stessi facevano parte, ma anche gli uffici comunali, dimostrando evidentemente di tenere di più al dopo Astore che al presente del paese».

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