Tuglie. Tarante alternative

Le mutazioni della taranta: fanfara, rock, elettronica. Contaminazione e sperimentazione in piazzale Monte Grappa

Questa sera l’associazione culturale – musicale S.B.A.M. in collaborazione con Allstyles Management e il comune di Tuglie presentano la prima edizione di “Tarantalternative: le mutazioni della Taranta”. Sul palco allestito in Piazzale Montegrappa a Tuglie si alterneranno Pater Nembrot, Muffx e Tarantavirus. Durante i cambi palco e dopo i concerti si esibiranno con le loro selezioni i Dj di Allstyles Management e quelli di Odelay. Tarantavirus è una produzione e rappresentazione dello spirito meridiano attraverso contaminazioni con le nuove tecnologie elettroniche, nello spazio del gusto musicale giovane e metropolitano. Progetto aperto, che riguarda la tecno-pizzica e la musica tradizionale salentina nelle sue possibili sfumature di risorse, tradizioni e strumenti mediterranei. Una orchestrazione che tiene conto del gusto e dell’influenza della nuova world music, dei riti (come i rave) che l’accolgono ed insieme la istruiscono e diffondono; i live vedono l’uso di suoni particolarmente ricercati, brani che si sviluppano in seguito alla continua ricerca. In “Tarantavirus” la suggestione della musica tradizionale salentina si rinnova ed è percorsa da sperimentazioni elettroniche e jazz. La musica è reinterpretata, resa attuale dalle sonorità elettroniche, accarezzata e percorsa da quelle jazz, la presenza incalzante dei tamburi trasformano il concerto in una sorta di rave, dove la trance è accompagnata dalle voci dei cantori più rappresentativi del Salento. Sul palco Cesare Dell’Anna (tromba e tamburi), Davide Arena (sax alto e tenore), Mauro Tre (piano), Emanuele Licci (voce e tamburelli), Claudio Cavallo (voce e tamburelli). Il sound dei Muffx stordisce, colpisce dritto e trascina in un immaginario che parte dalle devianti atmosfere dello stoner rock, per intingersi di psichedelica e garage, cenni di eteree melodie alla Alice in Chains imbastiti da sabbattiani riff, la band salentina ha metabolizzato alla perfezione la lezione del rock and roll e ne ha sviluppato una grammatica nuova fatta di rimandi che chiamano in causa i Masters Of Reality, e si inerpicano come novelli esploratori di nuove soluzioni su strade ancora poco battute come hanno fatto gruppi tipo Mars Volta o System of a Down. Alla base un sound granitico fatto di chitarre abrasive, voce al vetriolo, slanci quasi prog (rigorosamente anni 70) e melodia impastata a questo magma sonoro che è capace al contempo di librarsi verso spazi ampi in cui si respira aria, deserto, terra rossa. Salento/America andata e ritorno, un viaggio che vede la band sintonizzata con il mondo, un progetto che non sembra avere una collocazione spazio temporale e per questo da molti definito “alieno”. Un mondo musicale da cui si è rapiti fin dalle prime battute, che ci trascina in un ciclone di atmosfere ebbre, ci sbatte in faccia la rabbia, graffia con la giusta misura, avvolge come un abbraccio e ci lascia a fiato corto come dopo uno corsa a perdifiato. Il 2003 è l'anno in cui i Pater Nembrot prendono ufficialmente forma. Dopo tantissimi concerti, Verso il finire dell'estate 2007 realizzano “Mandria” loro primo album ufficiale. Undici tracce di stoner, psichedelia e rock'n'roll, a cavallo fra il progressive di casa nostra e le chitarre sporche di Seattle: tanto quella di Hendrix, quanto quella di Cobain.

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