I cinque immobili messi in vendita per pagare un debito di oltre due milioni e mezzo di euro sono rimasti invenduti. Nessuna offerta è stata presentata al protocollo di palazzo dei Domenicani
L’asta è andata deserta. I cinque immobili messi in vendita per pagare un debito di oltre due milioni e mezzo di euro rimangono per il momento nel patrimonio comunale. Nessuna offerta è stata presentata al protocollo di Palazzo dei Domenicani. Il commissario ad acta, rag. Giovanni Papadia, nei prossimi giorni dovrà preparare una seconda asta. Cinque nuove deliberazioni, uno per ogni immobile, del tutto simili a quelle firmate il 24 giugno scorso, tranne nel prezzo a base d’asta che, come vuole la normativa vigente, deve essere abbassato del 20%. La seconda procedura di vendita dovrebbe essere espletata nel giro di pochi giorni e sarà comunicata alla cittadinanza e agli interessati con ogni mezzo (sito internet del Comune, manifesti, stampa ecc.). I cinque immobili individuati dal rag. Papadia sono: l’ex caserma dei carabinieri di piazza S. Giovanni (ex piazza Malta), già sede del Comune; la palestra polivalente di contrada “Pietra Bianca”; l’immobile dell’ex cooperativa sociale “San Giuseppe” (cantina sociale) di via IV Novembre, recentemente acquistato per destinarlo a Centro culturale; gli impianti sportivi della zona industriale, attualmente gestiti dalla parrocchia del S. Cuore; l’ex ufficio sanitario di piazza S. Giovanni (ex piazza Diaz), già sede dell’ufficio postale, che attualmente ospita la Protezione Civile e alcuni uffici del Pit9. E’ probabile che i prezzi a base d’asta stimati dall’Ufficio Tecnico, piuttosto alti, abbia spaventato i possibili acquirenti. La prossima volta si partirà da € 924.000,00 per l’ex caserma dei carabinieri; € 640.000,00 per la palestra polivalente; € 488.800,00 per l’ex cantina sociale; € 352.000,00 per gli impianti sportivi della zona Pip; € 360.000,00 per l’ex ufficio sanitario. Il commissario ad acta agisce per conto del Tar di Lecce, dal quale ha ricevuto il compito di sostituirsi all’amministrazione comunale e di recuperare le somme dovute alla società creditrice, la “Monteco srl”, ditta che ha gestito fino al 2006 l’appalto del servizio di raccolta, ritiro e trasporto dei rifiuti solidi urbani.