E’ il Salento il capolinea italiano dei rifiuti tossici

Il sistema dei traffici illeciti da Brindisi, a Lecce, al resto d'Italia

Dal blitz che alcune settimane fa ha smascherato a Brindisi un traffico illegale di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da mezza Italia alla situazione nella Provincia di Lecce. Dove il sistema dei traffici illeciti è lo stesso ma rimane in ombra

20 marzo 2009: la Procura di Brindisi e i Carabinieri del Noe colpiscono duro nel cuore della notte: dieci arresti, decine di perquisizioni e sequestri di impianti e automezzi in tutta Italia. Numerose intercettazioni e le indagini su un centinaio di persone smascherano un traffico illegale di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da mezza Italia. Capolinea: Brindisi. Il procuratore aggiunto Cosimo Bottazzi ha illustrato il meccanismo attraverso il quale una quantità ancora da stimare di rifiuti tossici veniva smaltita nelle cave della discarica “Formica ambiente”: i rifiuti arrivavano nella discarica accompagnati da bolle di accompagnamento (Fir, fogli di identificazione rifiuti) truccati: sulle bolle venivano indicati codici Cer (codice europeo del rifiuto) non corrispondenti alla verità. In mezzo ai rifiuti urbani venivano mescolate e quindi camuffate sostanze contenenti mercurio, piombo, cadmio, benzene, nettamente superiori alla norma e comunque non ricevibili da una discarica con autorizzazioni come quelle in possesso della “Formica ambiente”. (continua in edicola sul Tacco d'Italia di aprile) Si precisa che la copertina dal titolo “Incazzati verdi”, in cui si accostano le immagini della sostituta procuratrice Elsa Valeria Mignone e del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, è stata dettata esclusivamente da una scelta editoriale volta a sintetizzare in un’immagine e un titolo efficaci il senso delle interviste contenute all’interno del giornale, redatte separatamente e in momenti diversi.

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