“All’uscita della chiesa troverete un volantino con un messaggio del vescovo. Non credo che un volantino possa cambiare le cose. Però leggetelo e fate le vostre considerazioni”. Con queste parole, dal pulpito, dove stava pronunciando l’omelia, don Stefano Rocca, parroco della chiesa di San Giovanni Bosco ad Ugento, ha annunciato ieri ai fedeli il messaggio del vescovo Vito De Grisantis. Un messaggio sotto forma di volantino distribuito presso le chiese di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni. Un invito, giunto in seguito all’approvazione del documento in favore della legalità da parte del Consiglio comunale di giovedì, a restare uniti pur nel rispetto di orientamenti ed opinioni diversi e ad isolare gli episodi che possano turbare i cittadini ed indebolire lo spirito di accoglienza turistica della città e scoraggiare, inoltre, il turismo, elemento vitale per la vita del Comune e delle sue marine. Ma che a don Stefano quel volantino non sia piaciuto è stato chiaro, quando il parroco è ritornato a parlare dell’omicidio Basile, in occasione della celebrazione delle ore 9.30. Il Vangelo di Nicodemo ha fornito l’occasione giusta: “Chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”. “Che il delitto di Peppino sia un delitto politico o passionale – ha detto don Stefano – non fa differenza: è comunque stato ucciso un uomo. E se amare la verità – ha continuato – deve diventare campagna elettorale, si sbagliano tutti: io non faccio politica nel senso che intendono loro. Se anche domani venisse fuori che il delitto Basile è stato un delitto passionale, allora lo considereremmo di serie B”? Per quattro volte don Stefano ha dovuto interrompersi per gli applausi scroscianti dei fedeli. I quali molto probabilmente chiederanno udienza al vescovo per restituirgli il volantino emanato.
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