La coscienza popolare non dorme

Miei carissimi fratelli, siamo tutti sotto inchiesta. I giornali sgrondano di notizie allarmanti: corruzioni, illeciti amministrativi, giunte che cadono, funzionari travolti da bufere scandalistiche, inossidabili istituzioni corrose dalla ruggine del sospetto. Di che tipo di valenza sono questi segni? Stiamo vivendo la sindrome dello sfascio? Stiamo annegando nel pantano di un irreversibile degrado morale? Ci troviamo di fronte a una tragica sequenza di corruttele che sta visibilmente inquinando il nostro costume? Non voglio sembrare ingenuo. Ma se mi è lecito dire qualcosa controcorrente, mi sembra di leggere, in queste vicende, un segno in positivo: la crescita di una coscienza popolare, che giudica, che controlla, che vuol rendersi conto, che no delega in bianco, che desidera chiarezza, che vuole pulizia, e che, giustamente, assolve o condanna”. Leggendo questo brano di don Tonino Bello, don Stefano Rocca ha dato inizio, ieri, all’incontro in nome della legalità organizzato nei locali della parrocchia di Ugento assieme al comitato “Io conto” ed al Tacco d’Italia. “Faccio mie queste parole – ha detto -. Sono di don Tonino ma le faccio mie, perché rispecchiano in maniera quasi spaventosa la situazione che la nostra comunità sta vivendo oggi. Eppure risalgono al 1983. Come vedete – ha ironizzato – i preti hanno sempre parlato”. I cittadini hanno accettato il suo invito, lanciato proprio dalle pagine on line del Tacco. Perché ieri sarà c’erano cittadini. Cittadini non solo di Ugento, del resto la tematica della legalità riguarda tutto il territorio. Cittadini comuni, non esclusivamente rappresentanti di aree partitiche di destra piuttosto che di sinistra. Comitati provenienti dall’intero basso Salento (Acquarica, Presicce, Racale), cittadini normali; gente desiderosa di conoscere le sorti della propria città, il futuro dei propri figli. Desiderosa di contribuire alla creazione di una coscienza popolare, come diceva don Tonino. Questo ha ripetuto don Stefano: è giunto il momento di impegnarsi in prima persona e di non delegare in bianco. “Non ci possiamo fidare di nessuno”. Concetti ripetuti, più volte, da tutti gli intervenuti. Gente normale, ancora una volta. Che ha voluto dire grazie al Tacco per aver portato a conoscenza di tutti cose che, probabilmente, mai si sarebbero sapute. E che ha fatto sapere di esserci, nella lotta all’illegalità, nell’impegno in nome della verità. La morte di Peppino Basile e le sorti della discarica Burgesi sono stati i due temi portanti dell’intera serata, considerati ormai da tutti strettamente legate tra loro. “Doveva morire Peppino?”, ha chiesto qualcuno. “Forse sì – ha risposto qualcun altro – per farci svegliare”. La voglia di sapere; il sentimento di riconoscenza nei confronti di giornalisti che sembrano eroi perché fanno onestà il proprio lavoro; le dimostrazioni di stima ribadite più volte; la presa di coscienza che il primo obiettivo da raggiungere è quello di fare fronte comune, hanno permeato ogni intervento. Io conto. Il pubblico Lavorando insieme i risultati si raggiungono. Anche con questa convinzione Vito Rizzo, presidente del comitato “Io conto” ha reso noto che domenica in tutti i Comuni del basso Salento si svolgerà una raccolta firme per una petizione popolare da inviare al Comune di Ugento. I punti su cui si chiede chiarezza sono diversi: il sito Burgesi è effettivamente ancora contaminato da sostanze tossiche quali pcb o simili? Che ne sarà della discarica dopo giugno, termine entro il quale essa verrà chiusa per esaurimento? Che ne è stato dei risarcimenti dovuti, per convenzione, dalla Monteco al Comune di Ugento (sono stati corrisposti? Se no, il Comune li ha chiesti?)? Quali sono i risultati delle analisi realizzate sulle acque nella zona Burgesi? In caso di verificato reato ambientale, il Comune si costituirebbe parte civile? Bastano 100 firme per avere diritto ad una risposta ufficiale da parte del Comune, a mezzo manifesto. Ne basta una in più perché un componente del Consiglio comunale chieda la convocazione dell’assise per la discussione di questi temi.
Articoli correlati In oratorio per la legalità  (26 febbraio 2009) Don Stefano: “Ci vediamo in oratorio” (17 febbraio 2009)

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment