Una discussione degenera: botte e due in ospedale
A Gallipoli una discussione tra vicini ha rischiato di trasformarsi in una tragedia: botte e due in ospedale. Denunciati marito, moglie e cognato: con una spada da samurai hanno minacciato di morte i vicini
L'obiettivo per una famiglia di Gallipoli era quello di risolvere in modo non proprio convenzionale problemi di vicinato. L’episodio si è verificato ieri nella cittadina ionica e ha visto come protagonista una donna che, assieme al marito e al fratello di quest’ultimo, ha aggredito violentemente due coniugi. Furia che ai tre è costata una denuncia per lesioni personali, millantato credito, ingiurie e minacce a mano armata. Non solo. Dovranno rispondere di fronte alla magistratura anche dei reati di oltraggio, resistenza e minacce al pubblico ufficiale, dato che sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato di Gallipoli. Futili i motivi che hanno scatenato la reazione dei coniugi: la fuoriuscita di acqua sporca. La donna ha iniziato a lanciare improperi contro i propri vicini, subito spalleggiata tanto dal marito, quanto dal cognato, che hanno alimentato l'atteggiamento ostile contro i vicini: il marito armato di manico di scopa, avrebbe colpito violentemente uno dei due vicini, bastonate così violenti tanto da rompere addosso alla vittima il manico di legno. Non contenti delle botte inferte, il marito della donna, è andato a prendere la spada di samurai per poi minacciare di morte i poveri coniugi. La situazione ha quindi condotto finalmente gli aggrediti a chiamare il 113 per chiedere l'intervento della Polizia. I tre aggressori, già noti alle forze dell’ordine per piccoli precedenti penali, sono stati bloccati, identificati e quindi denunciati: si tratta di R.C, 34 anni e sua moglie A.D.E., 31enne, e del cognato di quest’ultima G.C., di 40 anni. L'epilogo ha visto le vittime di questa assurda vicenda ricevere poi i soccorsi del 118 e soprattutto una prognosi che giudica guaribili le percosse in dieci giorni. Gli agenti, inoltre, hanno sequestrato all’interno dell’abitazione dei denunciati, un potente arco tribale munito di frecce, ritenuto dalla polizia, dopo quel che è accaduto, assai pericoloso.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding