Modificare l’impianto degli ammortizzatori sociali è una priorità nell’agenda politica di questo Paese, prima di tutto finanziandoli in modo adeguato
Teresa Bellanova denuncia la mancanza di un progetto chiaro sugli ammortizzatori sociali: i lavoratori continuano ad andare in cassa integrazione
Nel confronto sul tema degli ammortizzatori sociali anche la Presidente di Confindustria esorta il Governo a non lasciare soli i lavoratori e ad utilizzare più risorse per gli ammortizzatori sociali. A tal proposito un commento dell’on. Teresa Bellanova, componente della Commissione Lavoro della Camera: «Modificare l’impianto degli ammortizzatori sociali è una priorità nell’agenda politica di questo Paese, prima di tutto finanziandoli in modo adeguato. E’ dallo scorso giugno che il Governo, su questo tema, annuncia provvedimenti “innovativi” legati alla Legge Finanziaria. Sugli ammortizzatori sociali, di fatto, il Governo non è arrivato a promuovere un progetto serio ed organico per uscire da questa critica impasse, le misure promosse si sono solo concretizzate in una serie di interventi scollegati. A fronte della crisi macroeconomica che, secondo stime concordi, farà sentire i suoi effetti negativi ancor di più nei prossimi due anni, i paesi d’Europa si danno da fare: in Germania si investono 50 miliardi di euro per i prossimi due anni, in Francia hanno investito 24 miliardi di euro, in Gran Bretagna 20 miliardi di euro. In Italia con il decreto “anticrisi”, che all’articolo 19 si occupa di ammortizzatori sociali a valere sulle disponibilità del Fondo per l’occupazione, si destinano 289 milioni di euro per l’anno 2009, 304 milioni per ciascuno degli anni 2010 e 2011 e 54 milioni a decorrere dal 2012. Uno stanziamento che appare fortemente inadeguato, visto che gli ultimi dati indicano un aumento del ricorso alla cassa integrazione nel mese di dicembre del 526% e sono già migliaia i lavoratori e le lavoratrici licenziati dalle piccole imprese, dalle aziende artigiane del commercio non in grado di affrontare questa crisi poiché sono assolutamente prive di strumenti di sostegno al reddito. Il Governo non riesce a far fronte a questa drammatica situazione che certamente investe tutta l’Italia ma si concentra scandalosamente al Sud. Un caso per tutti quello delle aziende Filanto, dove, a due mesi dalla scadenza della cassa integrazione straordinaria, il Governo non riesce a convocare neppure un incontro per ascoltare le parti in virtù di stabilire una proroga per questi lavoratori. I lavoratori insomma sono senza stipendio e senza prospettive. Questo Governo ha già “scippato” al Sud ben 17 miliardi di euro dal Fondo FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) utilizzati poi per finanziare interventi a favore del Centro Nord. E continua a “scippare” le Regioni del Sud, utilizzando le risorse del Fondo Sociale Europeo per finanziare la Cassa Integrazione Straordinaria nel Nord, come certificato dal Rapporto CNEL 2008, infatti, 345 mila lavoratori risultano in CIGS al Centro Nord e solo 141 mila lavoratori sono in CIGS al Sud. Il ricorso al Fondo Sociale Europeo da parte del Governo penalizza ancora una volta il Mezzogiorno poiché le risorse che potevano essere destinate per la formazione specialistica e la professionalizzazione dei lavoratori del Sud, si utilizzano invece per coprire ancora una volta i bisogni del Nord e della Lega. Una battaglia meridionalista utile per il Paese è quella di bloccare l’assalto alle risorse del Mezzogiorno. Noi continueremo a batterci affinché i nostri lavoratori e le nostre aziende siano tutelate, speriamo di non rimanere da soli».
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