Aperto per shopping

Le motivazioni dell’ordinanza che dispone la deroga alla normativa regionale

Domenica a casa? Macchè. Le domeniche, a Lecce, sono fatte per lo shopping. L'amministrazione comunale ha ascoltato le sollecitazioni dei commercianti. Aperti domenica 18 e 25 gennaio; e, a febbraio, l'1, l'8, il 15 ed il 22

In deroga alla Legge Regionale n. 11/03 che disciplina orari di apertura e chiusura al pubblico degli esercizi di vendita al dettaglio, disponendo la chiusura domenicale e festiva degli stessi, Paolo Perrone, il sindaco di Lecce e Attilio Monosi, l’Assessore alle Attività Economiche e Produttive, dopo la consultazione con l’intera maggioranza di Palazzo Carafa e le sollecitazioni da parte dei commercianti di tutte le zone della città, hanno disposto con una ordinanza la deroga alla legislazione regionale, permettendo ai commercianti di aprire le proprie attività nelle giornate domenicali e festive dei mesi di gennaio e febbraio, in particolare nelle domeniche 18 e 25 gennaio, nonché nelle domeniche 1, 8, 15, e 22 febbraio. A seguito dell’incontro con le associazioni delle imprese del commercio, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei consumatori finalizzato ad una valutazione della proposta dell’amministrazione comunale di derogare all’obbligo di chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, sono emersi le posizione delle associazioni delle imprese del commercio disponibili a valutare eventuali proposte di apertura domenicale solo in alcune zone della città ed il parere negativo della Cgil. La deroga si è resa necessaria in considerazione, innanzitutto, del fatto che sono cambiate le esigenze dei cittadini rispetto alla necessità di compiere i propri acquisti in giornate festive, quando si ha maggiore tempo libero, unitamente alla circostanza che nelle giornate domenicali e festive i flussi turistici in una città d’arte come Lecce aumentano considerevolmente. Inoltre, la crisi economica, soprattutto di settore, impone un congruo rilancio delle attività economiche e commerciali cittadine. Occorre infine considerare che la discriminazione tra attività commerciali poste all’esterno del perimetro centrale della città e quelle poste all’interno porterebbe ad una significativa alterazione della dinamiche di concorrenza. Questo anche in considerazione che l’interesse preminente dell’amministrazione comunale risulta essere quello di rimuovere al massimo situazioni di svantaggio tra operatori commerciali, venutesi a determinare in relazione al proliferarsi di iniziative concorrenziali avviate dalla grande distribuzione e da Comuni limitrofi.

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