Aldo Moro. Una tragedia italiana

Uno spettacolo e incontro raccontato e interpretato da Corrado Augias e Paolo Bonacelli

Oggi e domani presso i Cantieri Teatrali Koreja prosegue “Strade maestre 2008-2009” la stagione teatrale promossa dalla Provincia di Lecce, Regione Puglia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che propone tra novità e conferme spettacoli di spessore e qualità molto apprezzati dal pubblico

Occasione da non perdere per il pubblico leccese l’attesissimo appuntamento di stasera e domani alle ore 20.45 con il Teatro Stabile della Sardegna di Cagliari che sarà in scena con Aldo Moro. Una tragedia italiana di Corrado Augias e Vladimiro Polchi per la regia di Giorgio Ferrara. Dopo trent’anni, questa vicenda resta scolpita nella memoria collettiva. Il testo di Augias e Polchi prende il via dalle lettere scritte dallo statista assassinato dalle Br. Marchiati col fuoco i 55 giorni, dalla strage di via Fani al ritrovamento del cadavere dello statista democristiano, originario di Maglie. Moro era considerato un mediatore tenace e particolarmente abile nella gestione e nel coordinamento politico delle numerose “correnti” che agivano e si suddividevano il potere all'interno del suo partito ed è per questo che il suo rapimento, rappresentò 55 giorni di agonia di un uomo e di un intero paese, e fu percepito dalla popolazione in maniera personale e quasi privata. Raccontato attraverso sequenze di film, spezzoni di telegiornali dell’epoca, e fotografie, il linguaggio teatrale, rende questo spettacolo un lavoro di incredibile forza che individua la sua peculiarità nell’utilizzo di diversi linguaggi espressivi. Grazie a questa formula vengono presentate le due prospettive della vicenda: quella pubblica, istituzionale, che emerge dai filmati di cronaca dell’epoca e quella privata, intima, affidata alle lettere scritte da Moro e interpretate da Paolo Bonacelli. L’organizzazione scenica della rappresentazione scandisce in maniera evidente la situazione del presidente della Dc: una fragile gabbia di metallo incastrata fra due pesanti blocchi neri. Immagine, questa, che nella sua assoluta semplicità, rende il senso profondo di questa tragedia italiana. Tragedia intesa nel senso greco del termine. Tragedia come conflitto, come scontro tra le ragioni di stato e l’inaccettabilità della morte di un innocente, che si presenta senza soluzione possibile che non sia quella stabilita dal fato. Regia Giorgio Ferrara con Paolo Bonacelli e Lorenzo Amato Scene Gianni Silvestri Luci Maria Loprevite Musiche Marcello Panni Produzione Teatro Stabile della Sardegna

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