Fulvio De Giorgi, figlio del cattolicesimo democratico d’azione
Oggi alle ore 18,30 presso l'Auditorium del Museo Sigismondo Castromediano in viale Gallipoli n. 28 a Lecce, si svolgerà la presentazione del libro di Fulvio De Giorgi. Sarà presente l'autore e Giovanni Invitto, docente di filosofia teoretica presso l'Università del Salento
Fulvio De Giorgi stasera alle ore 18,30, presso l'Auditorium del Museo Castromediano a Lecce presenterà il suo ultimo lavoro: “Il brutto anatroccolo. Il laicato cattolico italiano”. Per De Giorgi la sola via possibile di un rinnovamento della Chiesa è la genuina ripresa del Concilio Vaticano II. Solo così il brutto anatroccolo (la Chiesa tutta, laici e chierici) potrà diventare un cigno. Il libro è un “invito alla meditazione, per riacquistare la piena consapevolezza della propria dignità laicale e quella libertà di parola nelle comunità ecclesiali che sola può farci gustare le gioie della fraternità evangelica.” (dalla prefazione di mons. Carlo Ghidelli, Arcivescovo di Lanciano-Ortona). Il libro è un saggio sulla situazione ecclesiale italiana (ma non solo), dal Concilio Vaticano II a oggi, che nasce come risposta alla famosa lettera che i vescovi italiani hanno scritto ai fedeli laici nel 2005. Si tratta di una risposta aperta, franca e coraggiosa. Soprattutto coraggiosa, perché l’autore non usa mezzi termini per comunicare l’immagine di Chiesa che egli ha e, di conseguenza, l’immagine di laico che egli vagheggia, ma anche perché non teme di trattare temi spinosi (come quello dei preti pedofili, dei Dico e della laicità) sui quali si è volutamente soffermata la sua coscienza, prima ancora che la sua penna. Davanti agli scandali, veri o gonfiati che siano, che vedono coinvolta la Chiesa, davanti a un corpo sempre meno «Corpo di Cristo» e sempre più «Istituzione», dove si colloca il «servo inutile», il fedele che vive e lavora «in prima linea», l’operatore pastorale che opera silenziosamente nelle diocesi? La Chiesa sa e può rispondere ai desideri del laico, alla sua ricerca, o è necessario un rinnovamento autenticamente evangelico della stessa?