Dopo quasi dieci anni scompaiono le impalcature metalliche dall’edificio religioso
Dopo aver eseguito il completamento dell’impianto elettrico ed eliminato numerosi fili pendenti, si sta provvedendo al restauro di alcuni dipinti mentre “La Fornace di Babilonia” del Tiso appare già restituita ai suoi antichi colori. La chiesa Matrice di Casarano è ormai (quasi) rimessa a nuovo
Ritorna al suo antico splendore la chiesa Matrice di Casarano. Dopo quasi dieci anni, infatti, sono scomparse del tutto le alte impalcature metalliche che ne hanno permesso il restauro ed il consolidamento interno. In realtà l’opera di restauro non è ancora terminata ma la chiesa appare libera come non accadeva ormai da anni. “Siamo a buon punto anche con l’esterno dove occorre, comunque, attendere ancora un po’” afferma il parroco don Agostino Bove. Dopo aver eseguito il completamento dell’impianto elettrico ed eliminato numerosi fili pendenti, si sta provvedendo al restauro di alcuni dipinti mentre “La Fornace di Babilonia” del Tiso appare già restituita ai suoi antichi colori. La grande tela, collocata all’ingresso della chiesa, di fronte all’altare maggiore, appariva irriconoscibile, come e più delle altre, per l’usura del tempo. “Al suo recupero hanno provveduto due restauratrici di Roma mentre altre due tele sono presso il museo provinciale di Lecce ed un’altra è in restauro per conto dell’Accademia di Belle Arti di Lecce” afferma ancora il Parroco. In questo caso si tratta della tela “Le anime del Purgatorio” affidata alle sapienti mani della restauratrice locale Luciana Margari che sta provvedendo al suo recupero presso la sala-laboratorio di Palazzo De Donatis, in via Roma. Nuova, sarà anche la tinteggiatura interna della chiesa visto che l’attuale risale al 1940. Si provvederà, inoltre, alla ripulitura degli altari, così come alla risistemazione dell’altare maggiore e delle edicole della Via Crucis mentre già nell’aprile del 2007 è stato completato il recupero del settecentesco organo a canne. Avviati nel 1999, i lavori hanno dapprima interessato il solaio e le fondamenta che rischiavano di crollare a causa di infiltrazioni e per la consistenza argillosa del terreno. Da ciò la necessità di puntellare dall’interno la chiesa prima di procedere al suo consolidamento con una fitta ragnatela di ponteggi metallici di sostegno scomparsi solo la scorsa estate. La prima fase dei lavori è stata importante perché a rischio era la staticità stessa della chiesa risalente, nell’attuale struttura, al 1712.
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