L’intervento di Lisi sul presente del suo partito
Ugo Lisi, presidente della federazione provinciale di An, ha annunciato di voler convocare l’Assemblea dei presidenti di Circolo allargata all’Esecutivo e al Parlamentino, per fare il punto sulla condizione di An
di Ugo Lisi* Il solo leggere alcuni interventi sulla stampa di questi giorni mi rimanda ad atmosfere letterarie particolari che mi fanno sentire al centro di una rappresentazione pirandelliana se non proprio kafkiana. Anzi, da amante del pallone, per sfuggire da qualsiasi nobile tentazione letteraria alla quale i personaggi in questione non sembrano avvezzi, dirò che mi sembra proprio di essere al centro di una sfida di fantacalcio. Andare a ritroso nel tempo e ripercorrere la storia credo faccia bene a tutti, perché, talvolta, la polvere degli anni nasconde la realtà a vantaggio di fantasiose ricostruzioni di essa. E così non può essere. Quando fui chiamato dal partito a ricoprire dapprima il ruolo di commissario provinciale e, successivamente, di presidente, come tutti sanno, ciò accadde perchè Ugo Lisi era ed è persona pacifica, votata al dialogo e all’incontro piuttosto che allo scontro, addirittura anche al di la dei “colori”. Ugo Lisi era allora, come è adesso, per indole e non per convenienza l’amico di tutti, un uomo pronto a farsi concavo e convesso per il bene di An e dei suoi militanti. Dopo mesi di offese calunniose e pugnalate alla schiena gratuite rivolte alla mia persona, apprendo, in queste ore, che coloro i quali sono stati fino ad ora paladini dello scontro arrivano a professarsi maestri di armonia. Mi sorge il dubbio che, se a qualche persona viene riconosciuto un gandhiano atteggiamento di apertura, al sottoscritto dovrebbe essere consegnato il Premio Nobel per la irenica capacità di sopportazione che ha sempre dimostrato. A questo punto, di conseguenza, non si può più sfuggire dalla evidente consequenzialità dei fatti e quindi convocherò ad oras l’Assemblea dei presidenti di Circolo allargata all’Esecutivo e al Parlamentino, per ascoltare di persona le varie considerazioni e trarne poi le dovute conclusioni. Questo per dovere di correttezza nei confronti del simbolo e della mia persona, che non è disposta a cedere quote di dignità dandole in pasto a chi non è in grado di accettare le regole dello stare insieme. *presidente Federazione provinciale An
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