Prosegue con grande successo, presso il Museo Storico di Cracovia, la mostra dello scultore salentino, Enrico Muscetra: ROMEO e GIULIETTA, un sogno sospeso
Un sogno sospeso tra amore e morte, dolore. La mostra dello scultore salentino Enrico Muscetra è organizzata con il patrocinio della Città di Cracovia, della Provincia di Lecce, del Comune di Verona, dell’Istituto di Cultura Italiana di Cracovia e dal Museo Storico di Cracovia.
“L’amore? Se esistesse un provvido Dio, lo reprimerebbe al suo nascere, restituendoci così la serenità”. Lapidarie, eppure così vere. Sono le parole con le quali Enrico Muscetra invita ad aprire il catalogo illustrativo della sua mostra dedicata a Romeo e Giulietta, che tanto interesse sta riscotendo presso il Museo Storico di Cracovia. La mostra è organizzata con il patrocinio della Città di Cracovia, della Provincia di Lecce, del Comune di Verona, dell’Istituto di Cultura Italiana di Cracovia e dal Museo Storico di Cracovia. “E oggi è ancora un italiano a condurci nell’atmosfera rarefatta della sua arte: un’arte che scaturisce dal cuore italico e, come in un incantesimo, riesce a far perdere alla materia tutta la sua pesantezza per renderla forma assoluta. Sono immensamente felice che oggi sia diventata una realtà ammirare a Cracovia una esposizione delle straordinarie opere di Enrico Muscetra”. Così il sindaco della Città di Cracovia ha dato il benvenuto alle opere straordinarie del maestro salentino che ancora continua ad affascinare, giocando con la materia come con aria sconvolta dal vento. Ma perché Romeo e Giulietta? Perchè l’esempio più alto d’amore e di morte? Perché la storia di un amore che ancora oggi rappresenta l’ideale di passione, di dolore, di contrasto? “L’epilogo tragico che pone fine alla storia d’amore di Romeo e Giulietta e che postula un sovvertimento dei codici che cementano la compattezza spesso ipocrita della società – ha spiegato Muscetra – induce a riflettere sulla reale natura dei sentimenti, sui motivi profondi che spesso sospingono verso una deriva drammatica e sulla incidenza rilevante che la società stessa esercita per scoraggiare, se non per reprimere, i rapporti d’amore”. Un amore conquista l’eternità, quindi, solo se è contrastato e cagiona dolori e tormenti… “Ho realizzato questi lavori sul tema dell’amore con questa consapevolezza, con la coscienza che le ferite mortali che trafiggono il cuore di questi doloranti personaggi sono da ascrivere non tanto ad un fato avverso, quanto piuttosto alla mancanza di un’etica, di una morale, di una luce capace di includerci in un universo in cui l’amore universale – non solo di coppia – non sia più esiliato”. Cuori incrociati come spade, armi affilate che trafiggono l’anima dei due amanti. Questa l’opera di Enrico Muscetra, lo scultore che vive e lavora a Cracovia, ma con l’anima e il cuore nel Salento, in bilico tra il Baltico e il Mediterraneo. Oggi, però, Muscetra ha voluto, nel suo modo straordinario, fare un tributo anche alla città di Verona, terra natia degli amanti shakespeariani. “La città di Verona – afferma, infatti, Flavio Tosi, sindaco della città scaligera – è lieta di concorrere alla presentazione della bella mostra su Romeo e Giulietta, ideata dall’artista italiano Enrico Muscetra. Mostra che non solo rende onore all’arte e alla cultura veronese, ma contribuisce anche a diffondere il prestigio, la storia e la tradizione della nostra città oltre i confini nazionali”. Si può dire che Enrico Muscetra è l’artista della fusione e della lacerazione, ma, per dirla con le parole di Vittorio Sgarbi, egli “non intende mai la scultura come volume, ma come superficie ondulata, ammaccata, frastagliata. Tocca la materia per trasmetterle la propria vita sensibile e inquieta; non riproduce, ma estende la realtà, la trasferisce in visione, in espressione di inquietudine. Consuma lacerazioni. E con questo sentimento della forma dà forma al sentimento”. “Ho parlato con l’artista. Si sentiva “chiamato – nell’essenza e nella potenza della poesia e dell’arte – a trasformare il mondo e a congiungersi alla sua sostanza divina, che non è opera dell’aldilà, ma vita terrena aperta al mondo, potenziata, intensa”. Sono le sue proprie parole, me ne ricordo bene. Nessuno saprebbe esprimere meglio il rapporto di questa arte con la natura, il mondo, l’universo e forse con lo spazio inaccessibile di un aldilà non-rappresentabile”. Con le parole proprie di Vittorio Sgarbi prima e di Predrag Matvejevic’, poi, si può concludere e descrivere Enrico Muscetra. Se mai fosse possibile descrivere un artista e il suo genio.
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