Architettura rurale nel Salento

Casine e Casini del XVII secolo

Il nostro paesaggio agrario è ricco di testimonianze relative all’architettura del Settecento: le ville suburbane dette casine, e i casini di campagna. Quest’ultimi sono eleganti edifici a due piani, funzionali all’economia agricola del tempo (olivo, vite, e mandorlo) e alla residenza dei proprietari nella stagione della villeggiatura. Presentano portali e scenografiche scalinate con elementi decorativi di derivazione napoletana o di ispirazione spagnola

Le casine e i casini, sparsi nel nostro territorio, sono storiche residenze di campagna legate ai nomi delle casate nobiliari o di ricchi possidenti:le prime sono destinate esclusivamente alla villeggiatura, i secondi sono funzionali anche alle attività agricole dei coloni (frantoi, palmenti, cantine, magazzini e abitazione del colono). I casini infatti, considerati fabbricati rurali, “camere con vigneto e palmento” nelle fonti d’archivio e nei catasti, erano adibiti alla stessa funzione che avevano le masserie nel XVI sec., alle quali sono assimilabili. Un’attività agro-pastorale che è durata per secoli, in qualche caso ancora viva. Casino degli Angeli Dopo adeguati restauri tornano ad essere oggi prestigiose residenze o luoghi di ricezione turistica, quando non sono abbandonate. In particolari aree della provincia di Lecce, come la Cupa, Galatina, Nardò, o nella campagna tra Gallipoli e Matino risultano più addensate. Ben nove, se si include anche la casina vecchia dei Cari, sono appunto gli edifici appartenenti a tale tipologia, soltanto nel feudo di Presicce, nella zona interna alla litoranea Torre Pali-Lido Marini, oggi all’attenzione pubblica per la questione del parco eolico. Alcuni conservano i nomi dei proprietari:casino Stefanelli, casino Villani, casino Arditi, Adamo, casino Cazzato, casina dei Cari; altre sono legate alla toponomastica dialettale (Cedde) o religiosa, casino S.Angelo, casino degli Angeli. Casino degli Angeli Presicce Molte di queste settecentesche residenze signorili si presentano con scenografiche scalinate “spagnoleggianti”, a doppia rampa simmetrica o “a tenaglia”, secondo uno stile tardo-barocco.Nel piano-terra dal portale ad arco si accede all’androne e agli adiacenti spazi agricoli, al centro del piano nobile, esaltato da loggia ad arco o ad alcova e da balconi balaustrati, si possono trovare saloni (vani esagonali, ottagonali) con volta a padiglione, a stella o lunettata. In una di esse ( Masseria Cedde), si attinge l’acqua anche dalle due torrette ottagonali del secondo piano. Numerose le nicchie scavate nella muratura, utili come armadi e ripostigli di ogni genere. Da ammirare anche i giardini recintati, tra vialetti con pergolato sostenuto da colonnine, sedili in pietra,i pozzi e i gazebo, le cappelle annesse, gli affreschi. Soluzioni architettoniche che testimoniano “un linguaggio colto anche in ambito rurale” – fa notare Vincenzo Cazzato -; alcune di esse sono opera di famosi architetti come Emanuele Manieri o Felice De Palma. Al primo si deve il casino della Varna a Ruffano(1777), al secondo casino Prandico ad Alezio ( 1778).

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