Mani sporche. Ma di lavoro

Indulto, il giorno dopo

Daniele vuole garantire la sua presenza costante accanto alle figlie. Sergio ha vinto la paura di essere additato come “delinquente”. Gionni è stato assunto dall’azienda, ancor prima di terminare il tirocinio. Tornare, dopo il carcere, ad una vita normale può essere una vittoria

Una volta tanto, hanno trovato luoghi di lavoro accoglienti e non si sono sentiti discriminati né dai titolari né tanto meno dai colleghi. Alcuni beneficiari del progetto ministeriale Indulto, realizzato sul territorio da Italia lavoro e volto al reinserimento nel tessuto sociale di soggetti in condizione di svantaggio come gli ex detenuti, ci hanno raccontato le loro storie. Il carcere, l’esclusione, l’assenza di orizzonti. Poi oggi, finalmente, il ritorno alla vita. Molti di loro hanno trovato la forza di rialzarsi nell’amore di una compagna o dei figli. Altri, nella soddisfazione lavorativa. Rimettersi in carreggiata, dopo averla persa di vista, si può. La Puglia, con la Provincia di Lecce quale fiore all’occhiello, ha dimostrato che interventi che agevolino l’occupazione sono possibili. A patto che, come è avvenuto con il progetto Indulto, tutti gli attori coinvolti facciano la loro parte. (Leggi le testimonianze degli ex detenuti e il resto del servizio sul Tacco d'Italia di maggio attualmente in edicola)

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