Casa Urro sul demanio a Torre San Giovanni

Deturpato il prospetto dell'elegante villetta

La villetta monofamiliare, in puro stile novecento, costituisce uno dei rarissimi esempi in Puglia di progettazione ed esecuzione, un esempio di stile elegante e gradevole dato dalla disposizione delle masse e dall'armonia delle proporzioni

Nessun ornamento per impreziosire la costruzione, ma ogni linea, ogni cornicetta aveva una sua specifica funzione di grande utilità, per riparare gli infissi dalla pioggia, dalla salsedine, dagli spruzzi dei marosi. Le verande riparavano dal sole e dai venti ed anch'esse non concedevano molto ai paramenti, ma il fascino e la loro eleganza erano dati dai solidi “caricati di punto “, come si dice in gergo tecnico, cioè dai pilastrini di tufo a sezione (cm.20 x cm.25), che sostenevano la copertura della grande veranda (m.6 x m. 5) e che davano l'idea della snellezza e della forza data dal loro numero. In Italia non esistono coperture sostenute da pilastri in conci tufo posti uno sull'altro e ciò per varie ragioni, una delle quali è la profonda conoscenza che mio padre geometra Vittorio Urro aveva dei nostrani materiali da costruzione e delle loro caratteristiche. Altro motivo è l'inesistenza, in Italia, di simili materiali, ragion per cui in nessun testo di tecnologia dei materiali da costruzione si studiano le molteplici qualità e parametri tecnici del tufo nostrano; pertanto, anche i nostri tecnici trascurano di farsi esperienze personali sui nostri materiali, preferendo seguire l'usanza comune del cemento e del ferro. Colpiva, quindi, la snellezza di tale veranda: migliaia sono stati i turisti che, nel corso degli anni, hanno voluto conoscere tutto del progettista, del direttore dei lavori e dell'impresa. Adesso i pilastri hanno la sezione di cm.47 x cm.37, con un'area di sezione tre volte e mezzo più grande dell'area di sezione del vecchio pilastro. La snellezza della veranda è stata trasformata in una pesante struttura (quasi a dover sorreggere un grattacielo! ) senza nè il benestare del Comune né, soprattutto, quello della Soprintendenza, che mai avrebbe consentito un simile sconcio. Oltretutto, quell'apparente potenza tecnicamente risulta un obbrobrio, perchè si riduce ad una scatola di 10 cm. di spessore che racchiude il pilastro di tufo: questo significa che la ruggine del ferro farà crollare il tutto entro un massimo di dieci anni. Non ho parole per descrivere l'offesa, l'onta fatta a noi tutti non si sa bene da chi, non si sa bene perchè e a quali costi. Nondimeno, anche in questo modo di operare è possibile rintracciare una certa armonia: quella della mafia! Infatti: 1) non si sa chi è l'Ente appaltante; 2) non si sa con che tipo di gara sono stati aggiudicati i lavori; 3) non si conosce l'importo dei lavori; 4) non si sa chi ha finanziato l'impresa; 5) l'immobile risulta completamente nascosto, agli sguardi indiscreti dei passanti, “impacchettato” come un pacco postale. Negli uffici competenti del Comune nessuno sa niente! Se questo comportamento non è in armonia con quello della mafia, allora la mafia cos'è? E' stato costruito di sana pianta un pilastro che deturpa la veranda di scirocco della villetta. Tale veranda era coperta con una pensilina a sbalzo poggiante su due lati: ora ha un pilastro in più, proprio alla punta della pensilina, esteticamente discutibile, tecnicamente orribile. Inoltre, una porta è stata trasformata in finestra e le quattro finestre che danno sul mare sono state accorciate di cm.27 circa, sicchè le cornici di contorno non corrispondono più all'altezza delle finestre. Il tutto senza che il Comune di Ugento abbia rilasciato il “permesso di costruire”, in questo caso obbligatorio perché non si tratta solo di “ristrutturazione di manufatto demaniale”, bensì di “ristrutturazione con cambio di destinazione d'uso e variazione di prospetto.” che prevede l'obbligo, per chiunque, di munirsi del prescritto permesso a costruire rilasciato dal Comune, il quale non deve abdicare ai suoi diritti e ai suoi poteri, ma deve rispettare e far rispettare la legge a chicchessia. Invito i cittadini a considerare con attenzione quel che ci capita in pieno secolo ventunesimo, nonchè a riflettere su comportamenti ambigui ed illegali in barba alla trasparenza tanto strombazzata dalle forze politiche e da chi è pagato da noi cittadini per far rispettare la legge. Infine, mi viene il sospetto che si siano lasciati trascorrere artatamente dodici anni per provvedere alla ristrutturazione, per potersi poi avvalere delle proteste dei cittadini a giustificazione dell'urgenza con la quale si provvede ora. E questo solo per poter mettere liberamente e senza controllo le mani sul pubblico denaro. Mirko Urro

Villa Urro. Il progetto originario
Villa Urro operai al lavoro

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