Siglato l'accordo
Siglato sabato scorso, nel segno della famiglia degli Acquaviva d'Aragona che governò dalla fine del XV secolo sino agli inizi dell'800 i due storici centri pugliesi, il gemellaggio fra le Città di Nardò e Conversano. Durante la cerimonia il sindaco di Nardò Antonio Vaglio e l’assessore ai gemellaggi Antonio Cavallo hanno espresso ai partecipanti tutta la loro soddisfazione
“E' un grande onore per me, essere qui oggi, in rappresentanza della città di Nardò alla cerimonia ufficiale del gemellaggio tra le nostre città in onore del nobile casato degli Acquaviva d’Aragona. Prima di proseguire, permettetemi, però, di rivolgere il mio pensiero ai tanti amici e concittadini che hanno o hanno avuto radici comuni fra i nostri paesi. Il mio ricordo va alla memoria di monsignor Gregorio Falconieri, illustre concittadino, vescovo di Conversano per alcuni decenni, il cui ricordo è sicuramente ancora vivo nella memoria dei conversanesi sia per il suo attivismo nel restauro dei beni ecclesiasitici che per la sua alta missione apostolica. Un altro pensiero va alla signora Porzia Schirinzi, la madre del vicepresidente del Consiglio neritino, Oronzo Capoti, già cittadina di Conversano, che dopo essersi spostata dalla sua terra natale, per moltissimi anni è stata il simbolo dell’educazione scolastica per diverse generazioni di bambini a S. Maria al Bagno. Oggi con la sottoscrizione ufficiale del gemellaggio fra i nostri Comuni arriviamo alla conclusione di un percorso di collaborazione, nato sulla comune esperienza vissuta dalle Comunità intorno alla grande famiglia degli Acquaviva d’Aragona. Quello fra le nostre città è anche un legame antico, che viaggia sul filo della storia, dei documenti ritrovati, delle opere che ne tracciano sapientemente gli elementi di unione. Un validissimo contributo a far luce su alcuni aspetti del nobile casato degli Acquaviva e sulla loro storia viene tracciato dall’opera della prof.ssa Caterina Lavarra, “La linea Acquaviva dal nepotismo rinascimentale al meriggio della Riforma Cattolica”– scritto a seguito del II Convegno Internazionale di studi su “la Casa Acquaviva d’Atri e di Conversano”-organizzato all’Associazione Illuminati di Atri, in collaborazione con il Centro Ricerche di Conversano. Permettetemi di ricordare gli sforzi fatti, i passi compiuti ed i contatti avviati in questo percorso di avvicinamento tra le nostre comunità, dal consigliere avv. Fernando Bianco, allora assessore ai gemellaggi, dall’attuale assessore ai gemellaggi, Antonio Cavallo, e dal vicesindaco arch. Giancarlo De Pascalis, che ci hanno condotto oggi a questo momento storico. A loro, agli studiosi e a quanti hanno permesso di trovarci oggi qui riuniti, va il mio sentito ringraziamento in quanto il loro lavoro certamente ci fornirà un arricchimento culturale su una famiglia che ha vissuto ampia parte della sua storia nella nostra città. E' un gemellaggio storico-culturale importante che certamente potrà dare il via a sviluppi interessantissimi anche in chiave di promozione turistica per le città interessate che vantano grandi tradizioni storiche, artistiche e turistiche. Conversano e Nardò con i centri storici tra i più belli della nostra regione: l’una con le megalitiche mura peucetiche, le viuzze medievali e il grande castello di origine normanna, l’altra con le sue chiese barocche e le piazze gentili sono le più significative testimonianze di due nobilissime città pugliesi da sempre presenti nella storia d’Italia. Nel grande castello elegante di Conversano, dai tondi torrioni, che offriva l’ingresso al centro storico, dimorò una figura capitale dell’umanesimo pugliese, il conte Andrea Matteo Acquaviva, grande conoscitore della lingua greca. Con lui divise il potere ed anche il piacere per le arti classiche, il fratello: Belisario (Signore di Nardò). Ecco che questa famiglia baronale fu così illuminata da sollevare anche le contrade più remote dallo strapotere aragonese e spagnolo, facendole crescere culturalmente e tessendo i primi passi di un umanesimo pugliese ancora agli albori: che stagione ricca sotto tanti punti di vista visse la Puglia a quel tempo! Ed anche se nel passato si è sempre guardato a questa famiglia in maniera pregiudiziale, in particolare considerando la cosiddetta rivolta del 1647, durante il quale era Duca della Città Giangirolamo II Acquaviva, detto il Guercio di Puglia, noto per le sue efferatezze, bieco esattore ed inventore di tasse, – non possiamo dimenticare tanti e tanti personaggi illustri. Penso a Jacopo Antonio De Ferrarsi, l’umanista di Galatone, Matteo Tafuri (il filosofo di Soleto), Ruggero de Pazienza che aveva descritto il viaggio straordinario di Isabella del Balzo da Nardò a Napoli. Ma tra tutti spicca, ripeto, Belisario, il Duca di Nardò (illustre letterato e fondatore della celebre Accademia del Lauro) e il figlio Gian Berardino, il cui mausoleo funebre di stile rinascimentale ancor oggi conservato nella sacrestia della Chiesa di S.Antonio da Padova è pregevole testimonianza artistica e culturale. Ebbene tra le chiese, i conventi, i castelli, possiamo ancora rivivere quel passato feudale in cui vissero i conti d’Altavilla, i Brienne, gli Enghien, gli Orsini ed ora le nostre comunità in un lavoro di recupero storico possono , da quella sapienza antica, trarre la forza per costruire il nuovo. E non è un caso che ci ritroviamo oggi a rinsaldare un antico patto di amicizia tra le nostre comunità. La nostra gente ha un tratto in comune con la gente di Conversano: una straordinaria forza e un senso molto spiccato per la libertà. La forza dei nostri braccianti, così ben espressa da Tommaso Fiore, Gaetano Salvemini, Giuseppe Di Vittorio, e la libertà che ha permesso di tenere lontano le grandi organizzazioni criminali: la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, ed ancora il nostro senso dell’ospitalità che viene dalla nostra terra, così lontano dalla solitudine egoistica del nord, quello spirito di accoglienza che considera sacro ogni viandante, ogni pellegrino. In tutto ciò si avverte la nostra “mediterraneità”, una cultura così antica che ancora oggi ritiene più importante il valore dell’amicizia, contro la cultura del denaro ad ogni costo. Perciò gli incontri tra comunità, come quello odierno, hanno il proposito di rafforzare, al di là delle formalità e dei protocolli, i legami di scambio reciproco: i rapporti sociali e culturali nel mondo delle associazioni, nel mondo del lavoro e tra i giovani. Il gemellaggio deve essere inteso come uno strumento di reciproca conoscenza tra la gente più che tra responsabili della vita politico-amministrativa. Un gemellaggio, e questo vale anche per il gemellaggio tra due città, non è una casa prefabbricata ma un edificio nel quale continuare a costruire. E quindi posso assicurarvi che io in prima persona con i consiglieri comunali, con i rappresentanti di tutti i circoli e delle associazioni – ma io aggiungo con tutti i cittadini – avverto questo grande interesse ad ampliare la casa del nostro gemellaggio perché possa essere un luogo ospitale per migliori rapporti, esperienze, aspettative, speranze, incontri e ricordi durevoli. E le nostre due città in una regione che è quasi un continente per la grande varietà dei paesaggi e per quel senso di infinito che molto bene hanno reso pittori e poeti di tutti i tempi, città così ricche di testimonianze storiche si illuminano nella impareggiabile luce mediterranea, tra il verde argentato degli ulivi, nel chiarore delle sue pietre, nella cornice dei due mari fratelli: l’adriatico e lo jonio. Tra le mura dei suoi edifici, delle masserie di grande finezza architettonica, tra le migliaia di costruzioni rurali, si sente ancora il respiro della storia e del mito. E’ questa la nostra grande ricchezza! Il nostro compito adesso, signor Sindaco e consiglieri, e' quello di dare maggiore intensità a quei legami che così naturalmente la geografia e la storia hanno già tracciato. Le nostre due realtà, infatti, non potranno che trarre beneficio dall'intensificarsi di questi rapporti. Il mio impegno, l'impegno dell'Amministrazione che ho l'onore di rappresentare, l'impegno dell'intera città di Nardò e' quello di rafforzare questo legame di amicizia e lavorare affinché sulla scorta di questo accordo le nostre comunità possano svilupparsi in pace ed armonia, per un futuro fatto di benessere e di progresso sociale, civile e culturale”. Antonio Vaglio Sindaco di Nardò “Grazie all'Assessorato ai Gemellaggi che il sindaco Antonio Vaglio mi ha affidato, ho l'onore di seguire da vicino i positivi sviluppi delle intese avviate da tempo fra le nostre due comunità. Conversano e Nardò, seppur diverse, sono fortemente unite da vincoli antichissimi, scritti nella storia. Oggi, idealmente, quegli antichi legami si riannodano: si potranno avviare iniziative importanti, facilitate anche dalla vicinanza geografica tra le due comunità. Con la firma del Patto di Gemellaggio di oggi non viene suggellato solo un percorso, ma si prepara anche il terreno in vista di una collaborazione sempre più stretta tra le nostre amate città, entrambe con alle spalle un passato importante e con un futuro, che ci auguriamo, promettente e proficuo”. “Inoltre Nardò ha da tempo aperto una finestra sul mondo e su realtà diverse, dalle quali riceverà impulsi positivi come quelli che, sono certo, verranno dal gemellaggio con Conversano: vantaggi culturali e anche economici, attraverso la comune promozione e la valorizzazione di prodotti tipici, delle bellezze artistiche ed architettoniche di cui si possono vantare sia Nardò che, per l'appunto, Conversano. Guardando già al futuro, penso alla possibilità di appuntamenti annuali, congressi e rassegne, quali occasioni permanenti di incontro”. Le due città hanno avuto per cinque secoli, come feudatari, gli Acquaviva d'Aragona, illustre casata che ha fortemente impresso la storia del Mezzogiorno d'Italia. Grandi mecenati, intellettuali e intrepidi governanti, talvolta discussi, che hanno però lasciato importanti tracce nel patrimonio culturale e nell'edilizia di Nardò e Conversano: proprio il Castello Acquaviva, mirabile esempio di architettura quattrocentesca, ospita, oggi, la sigla del giuramento di fratellanza fra Nardò e Conversano. Le due città, già vicine geograficamente, sono da ora unite per sempre nel segno di un comune importante passato, all' insegna degli Acquaviva, per avviare un futuro di studi, approfondimenti culturali e conoscenza reciproca. Un altro aspetto. non meno importante, accomuna le due comunità: Conversano è importante centro di riferimento e di studi per la comunità armena in Italia, e Nardò, nel nome di San Gregorio Armeno, Patrono della Città e dell'Armenia, ha già avviato un percorso di amicizia e di approfondimento culturale sul Santo Illuminatore, in stretto raccordo con l'Ambasciata della Repubblica d'Armenia. Questo legame comune con l'Armenia e le sue comunità non può che rafforzare il patto di fratellanza fra le due città e valorizzare i principi che ne sono alla base: conoscenza reciproca, amicizia e solidarietà tra comunità diverse, sintesi della vocazione alla pace e alla tolleranza che deve caratterizzare il percorso politico e morale di tutti i popoli del mondo” Antonio Cavallo Assessore ai gemellaggi
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