Prezzi a confronto
Come mai il prezzo del pane ha superato nettamente il costo delle colombe pasquali? Ecco i commenti di un nostro lettore
Sugli scaffali di due distinti supermercati, rispettivamente in Puglia e in Lombardia, ho avuto modo di scorgere pile di colombe pasquali classiche prodotte da una nota industria italiana del settore, in vendita ad euro 1,99 per confezione da un kg. di peso netto. Il prezzo di tale dolce, dunque, è più basso di quello del pane, che, come noto, si attesta fra i 2 e i 4 euro al chilogrammo, con picchi addirittura maggiori da taluni prestinai chic. Si rimane, quindi, perplessi di fronte a qualche recente decisione di abbassare i listini (50 panificatori padovani, da 3,50 euro a 2,70 e i fornai lombardi da 3,55 euro a 2,70, ma soltanto nella quarta settimana). Domanda: ricorrendo in entrambi gli alimenti lo stesso ingrediente di base (farina), c’è forse da paventare che i fabbricanti delle colombe utilizzino materie prime di scarto, taroccate e potenzialmente nocive per la salute dei consumatori? Ovvero, che la categoria dei panificatori meni sfacciatamente il can per l’aia adducendo ampie lievitazioni nelle quotazioni del grano (bisognerebbe, comunque, che specificasse i vecchi e i nuovi parametri di riferimento), mentre, di fatto, continua a lucrare di enormi, immeritate e ingiustificate rendite di posizione? Mi sa tanto che l’ipotesi più verosimile sia la seconda. Che dire? Autorità, associazioni ed enti interessati, d’ogni ordine e grado, se vi sono abusi, intervenite presto e severamente. Rocco Boccadamo
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