Giuliano Sangiorgi, the best of made in Salento

Il leader dei Negramaro è il simbolo dei nostri “cervelli in fuga”

Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro è il simbolo dei nostri “cervelli in fuga”. Tutto è nato dalla passione di sei amici salentini: oltre a Giuliano Sangiorgi (voce e chitarra solista), Andrea Mariano (tastiere e synth), Andrea De Rocco detto “u pupillu” (campionatore), Ermanno Carlà (basso), Emanuele Spedicato (chitarra ritmica) e Danilo Tasco (batteria). Sono tutti poco più che ventenni e autodidatti, tranne Mariano che si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Lecce. Sangiorgi, che è anche autore dei testi e delle musiche di tutte le canzoni, inizia a strimpellare la chitarra intorno ai dieci anni, suonando poi alle feste dei suoi coetanei. i sei amici si ritrovano spesso per suonare insieme nella cantina scavata nella roccia di un’antica masseria, in mezzo a enormi botti di legno dove anni prima veniva conservato il vino negramaro. Quest’anno la rock band, dopo aver attraversato trionfalmente l’Italia, ha chiuso il tour “La finestra live” nel Salento, da dove erano partiti nel 2000 con piccoli concerti di paese dove, per dirla tutta, non erano stati notati per bagni di folla. La storia di questi sei ragazzi è emblematica: armati solo di passione, talento e una grande fiducia in se stessi, hanno conquistato il successo ex oppidum (fuori le mura) in un quinquennio di esibizioni dal vivo in giro per il Paese, diventando ben presto un fenomeno emergente del circuito alternativo. Si dedicano con coraggio alla scrittura di colonne sonore per film e spot televisivi, fino alla consacrazione negli ultimi due anni: osannati dal pubblico (con diversi dischi di platino all’attivo) e dalla critica (pluripremiati in tutti i principali festival, dal premio della critica a San Remo all’MTV Europe Awards). Anche un libro all’attivo: “Negramaro – Storia di 6 Ragazzi”, Aliberti Editore, 192 pagine, prezzo 14 euro, collana “Chewing Gum – Parole da Masticare”. Quest’estate Sangiorgi ci ha fatto sognare nella Notte della Taranta con un’acclamatissima versione del “Lu rusciu de lu mare” mostrando al mondo il sua attaccamento al Salento e il suo essere una pop star che non rinnega le sue radici, anzi, ne fa un elemento di forza e di differenziazione in un panorama musicale contemporaneo dominato dalle band plastificate e costruite in laboratorio. Con il loro trionfale ritorno nel Salento, si consacra la leggenda dei Negramaro. L’augurio del Golem è che la leggenda di Sangiorgi sia emblematica del genio salentino e non anche dell’unico modo che oggi si ha per esprimerlo: essere “cervelli fuori”.

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