L'amore in tempo di guerra
Non piangere mi dicono..non disperarti..tuffati in un'altra storia e vedrai..passerà! Fidati..chiodo-scaccia-chiodo! Così dicono.. Poveri amici miei..povera tutta la mia generazione..avete imparato l'amore fra i versi caldi di Neruda e avete pianto per le sue “Venti poesie d'amore e una canzone disperata”..e andate in giro a predicare che l'amore è solo gioia, felicità, passione..ma vi sbagliate! L'amore è anche sconforto, dolore e abbandono..e vi dirò..nessuno ha cantato l'amore come Izet Sarajlic, poeta di Sarajevo e testimone della grande tragedia bosniaca. Nessuno ha cantato l'amore come questo poeta di guerra cha ha rifiutato l'asilo che gli offriva mezza Europa per condividere la tragedia del suo popolo..quel popolo che recitava a memoria i suoi versi. E così..non risparmiandosi e non risparmiando la sua poesia ha scritto d'amore in tempo di guerra..ha scritto di un amore che non conosce fine..che non conosce guerra..nè vincitori nè vinti..
Un altro amore Se in me un giorno, semmai, spuntasse un altro amore- avrebbe vita dura con me. Dovrebbe avere lo stesso viso del mio primo amore. Lo stesso ricciolo. Lo stesso naso all'insù. Lo stesso colore degli occhi. La stessa andatura. Le stesse abitudini. Persino lo stesso indirizzo. In verità, questo non sarebbe il mio secondo amore. Sarebbe semplicemente il seguito del mio primo, unico amore. (Izet Sarajlic, da “Qualcuno ha suonato”, Multimedia edizioni)
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