Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Un regista praticamente esordiente, il libro più lungo della saga da ridurre drasticamente, la storia che si ingarbuglia e parecchio. Nonostante tutto ciò il film resta godibile, anche se inferiore ai due precedenti.

Quando si parla di Harry Potter è sempre necessario fare un paio di premesse. 1. Sono un lettore della saga del maghetto ed un estimatore di J. K. Rowling. I libri sono eccezionali i film solo passabili. 2. Parlando dei film però esprimerò opinioni che non si basano su (impossibili) paragoni. Giudicherò il film in se. Detto questo, veniamo alla saga cinematografica. Non ho amato affatto l'Harry Potter di Columbus. Il primo capitolo era anche passabile, ma il secondo, per quanto pedissequo al libro era di una noia devastante senza nessun guizzo che ne giustificasse la messa inscena. Decisamente di altra scuola è il terzo capitolo, HP e il prigioniero di Azkaban, affidato a Alfonso Cuarón. Il regista trasforma la gelatina melassosa ereditata da Columbus in un gran bel film fantasy per ragazzi. Dark quanto basta per raccontare di amicizia tradita e di morte, con la macchina da presa che si muove fluida attraversando simbolicamente portali e meccanismi di orologio. Unica pecca di questo terzo capitolo (tratto da uno dei libri più amati) è la riscrittura della storia originale. Intendiamoci i tagli sono necessari e inevitabili, troppo lungo e complesso è il plot originale, ma il racconto che viene fuori è un po' monco e probabilmente non del tutto comprensibile a chi non avesse letto il libro. Per il quarto capitolo si cambia ancora regista. Si passa all'elegante Mike Newell, regista inglese di Quattro matrimoni e un funerale. HP e il calice di Fuoco è alla fine un racconto incentrato sulla crescita dei personaggi, che diventano adolescenti. Newell affronta questa crescita trasformandola (nella prima parte) in un elegante e romantica commedia degli equivoci che si trasformerà nella seconda parte in un racconto tragico e cupo. Questa volta la trama scorre via tranquilla senza particolari mancanze, tutto è comprensibile, eccetto forse il duello finale. Eccoci quindi al quinto capitolo. Harry Potter e l'Ordine della Fenice. Affidare la regia a un esordiente sicuramente meno dotato dei due registi precedenti è una scommessa rischiosa. Che viene in parte persa. David Yates non ha il talento e l'eleganza di Cuaron e Newell, e nella regia questo si vede. La messa in scena si normalizza, manca di guizzi e di visione. In più HP e l'Ordine della fenice è il libro più lungo della saga, 800 pagine ricche di dettagli, personaggi, eventi. Gestire questa mole di informazioni in due ore e mezza è impossibile, ci vorrebbe una serie TV! Yetes e lo sceneggiatore Michael Goldenberg tagliano un sacco di cose e il tutto si svolge con molta fretta. Però nonostante tutto questo Harry Potter resta più che godibile, divertente e con una bella scena di combattimento finale. Il film scorre via bene e tutto sommato con poche incongruenze. Rispetto agli altri film le riscritture di molti eventi non cambiano la sostanza e mantengono la comprensibilità della storia, anche se una mezzora in più non avrebbe però fatto male al film. Ottimo come sempre il cast di attori. Se i ragazzi protagonisti, mostrano decisamente troppi muscoli e altezze improbabili, spiccano invece i nuovi personaggi. Tra tutti segnalo una bella Bellatrix di Helena Bonham Carter, le azzeccate Luna Lovegood e Ninfodora Tonk, rispettivamente Evanna Lynch e Natalia Tena, e soprattutto una Dolores Umbrige spettacolare, tutta falsetto e pizzi fucsia, interpretata da Imelda 'Vera Drake' Staunton.

[Harry Potter e l'Ordine della Fenice (Usa 2007) Regia Daniel Yates Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Ralph Fiennes, Robbie Coltrane, Michael Gambon, Brendan Gleeson, Maggie Smith, Jason Isaacs ]

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