La lettera inviata da Angelo Tondo ad Angela Barbanente e Guglielmo Minervini
Angelo Tondo, assessore alla Pianificazione e Sviluppo del Territorio per il Comune di Lecce, chiede alla Regione di eliminare la contraddizione esistente tra le norme che regolano le concessioni demaniali per stabilimenti balneari e le normative urbanistiche e di tutela del territorio
In una lettera inviata ad Angela Barbanente, assessore regionale all’Urbanistica, e a Guglielmo Minervini all’assessore regionale al Demanio Marittimo (oltre che, per conoscenza, a Michele Lamacchia, presidente di Anci Puglia), Angelo Tondo assessore alla Pianificazione e Sviluppo del Territorio per il Comune di Lecce, ha chiesto un incontro urgente per la definizione della questione della armonizzazione della normativa che riguarda il demanio e le concessioni per gli stabilimenti balneari. Alla nota è allegata una relazione tecnico-legale dell’avvocato Pietro Quinto. L’iniziativa di Tondo segue alla riunione dei giorni scorsi a Palazzo Carafa, al termine della quale i sindaci dei comuni rivieraschi della provincia di Lecce hanno deciso di chiedere alla Regione di intervenire per modificare la normativa che riguarda gli stabilimenti balneari e le strutture precarie in vista della prossima stagione estiva, in modo da ridurre al minimo l’incidenza ambientale del fenomeno e preservare gli interessi dei concessionari. Allo stato, infatti, esiste una incongruenza che reca oggettive difficoltà all’attività degli Uffici Tecnici comunali e conseguenti disagi per gli operatori. I Comuni della costa salentina, in sostanza, chiedono un raccordo operativo tra la legge regionale n. 17/2006 ed il Putt. La proposta è finalizzata all’estensione sotto il profilo urbanistico della facoltà di mantenere la gestione degli stabilimenti balneari per l’intero anno, ferma restando la precarietà delle opere e quindi delle relative autorizzazioni, ed a condizione che prima della scadenza sia della concessione demaniale sia del permesso di costruire sia stata prodotta regolare istanza di rinnovo non solo del titolo concessorio, ma anche dei permessi edilizi. L’obiettivo è evitare l’automatismo della rimozione dei manufatti e la loro nuova applicazione e la relativa incidenza sia in termini ambientali che di costi economici per i concessionari. “Si è evidenziata – ha scritto Tondo nella nota – una discrasia tra le norme che regolano le concessioni demaniali per stabilimenti balneari e le normative urbanistiche e di tutela del territorio che regolano la realizzazione di strutture precarie. Infatti, la prima dà la possibilità di rinnovare annualmente le strutture, evitando pertanto la rimozione a fine stagione delle strutture stesse, cosa, invece, non possibile secondo quanto dettato dalle norme del Putt”.