Legge 488. la Puglia sceglie l’eolico

Poli Bortone denuncia la poca attenzione della Regione per il manifatturiero

La dura critica di Adriana Poli Bortone, coordinatrice di Alleanza nazionale in Puglia, nei confronti della giunta Vendola. “Non è giusto – afferma – che l’industria energetica dreni la quasi totalità delle risorse disponibili per la 488”

Il Ministero per lo Sviluppo Economico pubblicherà la prossima settimana l’elenco delle imprese ammesse ai benefici della legge n. 488/92, il principale strumento di incentivazione a favore delle imprese estrattive, manifatturiere, dei servizi e dell’energia. Da questa importante fonte di finanziamento sarebbero di fatto escluse le industrie manifatturiere pugliesi, in considerazione del fatto che l’industria energetica (e in special modo il settore eolico) drenerà la quasi totalità delle risorse. Il decreto ministeriale del 2 febbraio 2006 assegna a favore della Puglia il 5,3 per cento delle risorse stanziate (circa 36 milioni di euro per le agevolazioni in conto capitale e 90 milioni per i prestiti agevolati). Inoltre, dalla lettura delle passate graduatorie della legge 488 si evince una crescente propensione agli investimenti nel settore delle energie da fonti rinnovabili. L’industria eolica, di anno in anno, ha incrementato il proprio peso e per il bando in corso si stima che questa rappresenterà non meno del 20 per cento degli investimenti proposti. In questo contesto, la giunta regionale pugliese, con la deliberazione del 4 aprile 2006, ha indicato le proprie priorità ai fini della formazione delle graduatorie della legge 488, riservando (con apposita “graduatoria speciale”) il 50 per cento delle disponibilità finanziarie a quattro settori: informatica, pubblicità, ricerca e sviluppo, produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Considerata l’incidenza dei primi tre settori sull’economia pugliese, si tratta evidentemente di una scelta tesa a concentrare risorse pubbliche sul solo settore energetico. In secondo luogo, nella “graduatoria ordinaria” (ove competono le imprese di tutti i settori) la Regione Puglia ha inteso riconoscere dieci punti agli investimenti nei settori informatico, della ricerca, delle costruzioni e delle energie da fonti rinnovabili. Settori manifatturieri radicati sul territorio pugliese come l’aeronautica o il salotto hanno invece sei punti, l’alimentare otto punti, il tessile, abbigliamento e calzaturiero sette punti. “La Giunta Vendola con queste scelte assicura il suo favor all’industria della produzione energetica – denuncia Adriana Poli Bortone, coordinatrice di Alleanza Nazionale in Puglia – proponendo ingenti investimenti su graduatorie rese corte da disponibilità finanziarie modeste. I soldi pubblici saranno appannaggio di un settore già beneficiario di altre agevolazioni, che ha un basso impatto occupazionale, si avvale di strumenti non realizzati nel Mezzogiorno e che non contribuisce ad irrobustire il telaio produttivo regionale dando luogo a rapporti di cooperazione tra imprese. Per converso, le piccole e medie imprese manifatturiere, vero pilastro dell’economia (e dell’occupazione) regionale, si ritrovano prive di un essenziale strumento a supporto dei processi di crescita. Esprimo sconcerto e profonda amarezza – continua Adriana Poli Bortone -; il dato politico è l’opzione netta da parte della Giunta Vendola verso i parchi eolici, con una precisa caratterizzazione, dunque, dell’ambientalismo della maggioranza di centrosinistra, sempre divisa al suo interno. Questa scelta è un danno notevolissimo all’economia pugliese, della quale la Regione dovrà dare conto”.

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