Lecce, città a misura d'auto

Un cittadino leccese scrive alla sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone

I marciapiedi sono pieni di ostacoli per un semplice cittadino, figuriamoci per un portatore di handicap. Egidio Fedele, insegnante di musica, scrive una lettera aperta ad Adriana Poli, invitandola a farsi un giro in città per capire i problemi di chi la vive

Cara Sindaco, le scrivo questa lettera come cittadino desideroso da tempo di porLe una domanda: Lei ha mai provato ad avventurarsi per le vie della città a piedi? Evidentemente e molto probabilmente no, perché altrimenti credo che ne sarebbe restata così tanto colpita da fare tutto il possibile in suo potere per cambiare la situazione scandalosa in cui versa quella esigua parte di Lecce non destinata alle auto. Mi piacerebbe fare pochissimi esempi esemplificativi di quella che ritengo una situazione da ultimo mondo, e forse neanche visto che lì scarseggerebbero le auto e quindi non ci sarebbero i problemi che ci sono a Lecce! Premetto che non sono automunito (cosa che ha scioccato e tutt’ora sciocca diversi leccesi quando lo dico) e vorrei non doverlo essere, e sto facendo di tutto per restare tale, per cui mi muovo per lo più a piedi o con gli scarsissimi mezzi pubblici. In situazioni di salute normali vado a fare la spesa al supermercato con un carrello porta-spesa e ben presto mi sono accorto delle difficoltà che si incontrano a muoversi con un carrello: i marciapiedi sono un continuo sali-scendi, un susseguirsi di gradini dovuti a passaggi per garages o portoni di persone che hanno pensato bene di appropriarsi (magari dietro permesso accordato dal Comune) del marciapiede per comodità di manovra con la loro auto. Quando non sono i gradini a creare problemi sono gli spazi strettissimi del marciapiede che a malapena permettono il passaggio di una persona, per non parlare di quando l’esiguo spazio viene ancora decurtato dalla presenza di un albero, di una colonnina dell’Enel o della Telecom, da un bidone della spazzatura, da un palo della luce, da un palo segnaletico. Tutto ciò sempre che il marciapiede ci sia e che non si sia costretti a camminare sulla sede stradale, con auto che sfrecciano rasentando qualunque cosa, a causa degli spazi ridotti sia per conformazione della strada sia per l’abitudine di parcheggiare l’auto “abbandonandola” di fronte al luogo dove ci si deve recare magari in seconda e anche terza fila! Mi sono spesso chiesto: se è già complicato per me muovermi con un carrellino cosa succederebbe ad un invalido su sedia a rotelle? Un’idea di cosa succederebbe me la sono fatta quando, invalido dopo un’importante operazione chirurgica, mi sono trovato ad affrontare lo stesso percorso da casa al supermercato: una tortura indicibile. E come per me, immagini un anziano, uno con una stampella, una madre col passeggino, un bambino piccolo… E se lei Sig.ra Sindaco vuol provare la stessa esperienza, provi a percorrere viale della Libertà da viale Japigia a P.za Palio…a piedi! Ma questo è solo un esempio: provi a percorrere a piedi i viali Foscolo, Leopardi, Jiapigia, Rossini e si troverà spesso senza marciapiede; provi a percorrere anche le zone pedonali tipo via Trinchese e avrà sempre a che fare con incroci dai quali spuntano automobili che attraversano il cammino rendendo così impossibile una passeggiata realmente rilassante. Tutto è pensato e calcolato a misura d’auto: i marciapiedi sono un optional e anche quando ci sono spesso sono indecenti. C’è una serie infinita di “zone blu” in tutte le vie all’interno dell’anello della Circonvallazione: sono tante e pur sempre insufficienti ma sempre ben controllate da un esercito di ausiliari pronti a multare chi sosti senza regolare titolo di pagamento, e così la gente pur di non pagare parcheggia dovunque: sulle strisce pedonali, davanti agli scivoli per scendere dai marciapiedi, sui marciapiedi stessi, sugli scivoli dei garages: e camminare diventa una infinita gincana! E chi controlla tutta questa gente? Nessuno! Sino all’assurdo che si multa chi parcheggia negli spazi appositi pur senza tagliando ma non chi “ruba” lo spazio ai pedoni! E che ne direbbe Lei, di sostituire parte di queste “zone blu” con piste ciclabili? E restituire al cittadino parte di quello spazio di cui le automobili si sono appropriate? E se invece di rinnovare ed ampliare le sedi stradali per facilitare il passaggio delle auto si rinnovassero e ampliassero e in alcuni casi anche creassero i marciapiedi? Dei bei marciapiedi su cui poter camminare con assoluta tranquillità? E perché non ci si decide ad una chiusura definitiva al traffico di tutto il centro? A questa domanda mi ha dato risposta l’Assessore Peila tempo fa: “Lei non sa che cosa combinerebbero i negozianti!”: ma la città e dei cittadini o di pochi negozianti? Siamo in democrazia od oligarchia? A parte il fatto che è ormai risaputo e dimostrato che ogni città che ha chiuso il centro alle auto ha aumentato i clienti e quindi le vendite dei negozi del centro! La fuga della gente dai negozi del centro città verso i grandi centri commerciali è dovuta molto a questo: la gente che arriva al centro commerciale parcheggia, percorre un pezzo di strada a piedi, entra nel centro e compie a piedi distanze simili a quelle che compierebbe nel centro città, ma senza l’assillo del traffico, delle auto, di dover stare attento ad attraversare, di doversi cercare lo spazio per scendere dai marciapiedi… E invece di andare in questa direzione a Lecce si va in quella completamente opposta: aumentano le strisce blu, ci si ostina a non chiudere al traffico il centro, si diminuiscono i mezzi pubblici per evitare i ritardi dovuti al traffico (quando le leggi e un poco di buonsenso vorrebbero che si diminuisse il traffico privato per favorire il pubblico!). Siamo l’unica città al mondo che ha la corsia preferenziale a tempo per gli autobus! E nonostante questo non siamo capaci di tenerla libera, così l’abbiamo eliminata anche se non ufficialmente, e abbiamo risolto il problema diminuendo la frequenza di passaggio degli autobus! Insomma una città a misura d’auto! Chi, cara Sindaco, si degnerà di fare qualcosa per riportare Lecce ad uno stato accettabile di vivibilità? Lei? Oppure ha già gettato la spugna? O dovremo aspettare il suo successore, chiunque egli sia, e riscrivere a lui queste stesse cose con la speranza che ci ascolti? Egidio Fedele insegnante di musica, Lecce

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