In provincia di Lecce sono nati, in quattro anni, quattro parchi naturali. Ma ora non si sa a chi spetti la gestione. Ossia finanziamenti, assunzioni, in una parola: la “polpa”. Il potere
In Provincia di Lecce ci sono quattro parchi naturali. Ma fino a che non si costituisce un “ente di gestione” dell'area protetta, questa, non governata da un piano ad hoc, rimane abbandonata a se stessa. La sua istituzione è di fatto inutile
La Puglia gioca a Monopoli. Per chi non lo sapesse, il gioco consiste nell’accumulare capitale per acquistare terreni sui quali costruire case ed alberghi. E così, ogniqualvolta i concorrenti sostano sull’altrui proprietà, sono costretti a pagare una tassa. Le partite a Monopoli si caratterizzano per la foga con la quale i concorrenti investono, acquistano e rivendono. Una corsa all’ultima strada. E all’ultimo parco. Il parco più ambito è parco della Vittoria. Che è molto costoso ma frutta tanti interessi a chi lo possiede. La partita a Monopoli, in Puglia, si è aperta quattro anni fa, quando nel dicembre 2002, la Regione ha istituito il primo parco naturale: “Bosco e Paludi di Rauccio”, un’area naturale che ricade nel territorio del comune di Lecce. Da quel momento la tematica ambientale è tornata alla ribalta. E la Regione sembra tenerla in grande considerazione. Soprattutto negli ultimi mesi, se si considerano l’impegno con cui la giunta regionale si è mossa nell’istituzione di nuovi parchi naturali e la soddisfazione con cui Michele Losappio, assessore regionale all’Ambiente, ne ha dato, di volta in volta, comunicazione ufficiale con slogan altisonanti del tipo “Tre parchi in cinque mesi”. I parchi naturali regionali della provincia di Lecce sono quattro. In ordine di istituzione, essi sono il parco “Bosco e paludi di Rauccio” (23 dicembre 2002), la riserva naturale orientata “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” (15 marzo 2006), il parco “Porto Selvaggio e Palude del Capitano” (15 marzo 2006)e il parco “Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo” (10 luglio 2006). Ma, una volta istituito il parco naturale, bisogna gestirlo. E secondo la legge (l.r. 19/97), questo spetterebbe ad un ente gestore, costituito ad hoc, il cui consiglio direttivo dovrebbe essere composto da Regione, Provincia, Comuni interessati e associazioni operanti sul territorio. Ma un tale ente, in provincia di Lecce, non si è mai costituito e la gestione di ogni parco è stata affidata al Comune di riferimento; nell’attesa dell’ente gestore, in alcuni casi affidata al Comune solo in via provvisoria. E’ quindi urgente stabilire a chi spettino controllo e gestione di un parco, anche perché da questo dipende il futuro dell’area. Sta all’ente gestore, infatti, elaborare per il parco un piano territoriale (una sorta di piano regolatore dell’area), un piano pluriennale economico-sociale e un regolamento (ai sensi della l.r. 19/97) ed amministrare i finanziamenti regionali e comunitari che ad un parco spettano dal momento della sua nascita. Dunque se l’ente gestore non c’è, il parco è praticamente abbandonato a se stesso. Sulla questione della gestione di un parco naturale, Comuni, Provincia e Regione hanno posizioni differenti. E fino a che le istituzioni non avranno trovato un accordo, sarà difficile vedere realizzato il sogno di Giovanni Pellegrino, presidente della Provincia, del “Salento come parco”. (tratto dal Tacco d'Italia di ottobre)
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