L’assenza spettacolare

No, stavolta non danzeremo davanti alle telecamere dei nostri computer.
Non reciteremo, non faremo video, non regaleremo lezioni online.
No. No. No.
Non di nuovo.
No.
Stavolta non ci riesco.
Non scriverò perché è importante manifestare.
Non cercherò di illustrare le mie ragioni a tutti quelli che mi hanno fatto notare quanto sia ‘inappropriato’ manifestare per i diritti dei lavoratori dello spettacolo proprio ora, in un momento così delicato per tutti.
Non vi racconterò della forza delle donne in Polonia e di come loro siano un esempio vivo di quanto manifestare e ribellarsi sia ancora. . .

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2 Thoughts to “L’assenza spettacolare”

  1. roberto

    “Ma tanto è tutta roba inutile.”
    La prima volta che lessi “Se questo è un uomo” il capitolo che mi colpì di più fu “Ulisse”: cosa ci poteva essere di più inutile che ricordare qualche rima di Dante ad Auschwitz? E invece scoprivo che era l’ultimo argine possibile alla barbarie e alla perdita della consapevolezza di sè. Leggere quei versi in quelle pagine fu una rivelazione: la sensazione di possedere un tesoro e di non saperlo.
    Ci penso ogni volta che si parla dell'”utilità” di un lavoro.
    Non so quanto tempo né quanti sacrifici ancora saranno necessari ma so che il sipario si alzerà. Dovrà rialzarsi per forza: è necessario al ben-essere di tutti. La vostra assenza fa vuoto.

    1. uesta

      L’assenza di un pubblico, o di un lettore, quello si che lascia un vuoto indescrivibile. Grazie di cuore, come sempre.

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