Coco

di Marcello Sacco

Un premio Nobel che ha fatto (anche) il paroliere

Ogni volta che il Nobel per la letteratura ci spiazza e ci tocca aggiornare provvisoriamente il “canone”, mi ritorna in mente una frase di Troisi, quella che libri e scrittori son milioni e milioni e noi non li raggiungeremo mai. Chi ha già ordinato Patrick Modiano in libreria può nel frattempo ascoltare le sue canzoni, una ventina di testi tenuti in fondo al cassetto. “Fond de tiroir” è appunto il titolo dell’album di Hugues de Courson a cui Modiano collaborò come paroliere. Molti pezzi verranno ripresi da altri interpreti, specie Françoise Hardy. In “Etonnez moi, Benoit” c’è una donna che sembra intenzionata a non perdersi per niente al mondo lo spettacolo d’arte varia di uno innamorato di lei (“cammina sulle mani… ingoia una pigna!”). In “Je fais des puzzles” l’uso di traslati e sinestesie oscilla fra Rimbaud e Modugnò; uno spericolato corteggiamento del kitsch che regala qualche momento d’imbarazzo nella dubbia operazione sulla strafamosa romanza di “Giochi proibiti”. Il risultato migliore lo troviamo risalendo alla complicità originaria con Hugues de Courson, come in “ La coco des enfants sages”. Dormi angioletto, che ai bimbi buoni arriva il Babbo Natale della polverina bianca. She don’t lie, she don’t lie, she don’t lie… la coco!

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