Talee? Le 'sconature'

Talee, ovvero l'arte di dar vita a un nuovo albero

Di Tania Pagliara //LA LUPA CHE TESSE. Con questa serie di interviste ho voluto indagare nell’ambiente contadino per tramandare tecniche antiche, ormai dimenticate. La documentazione potrà essere utile non solo per eventuali colture biologiche, ma anche per ricostruire il tessuto socioculturale dei nostri antenati, legati alla Madre Terra. Il primo sondaggio riguarda la talea legnosa, cioè una parte di ramo in grado di radicare e dare vita ad un nuovo albero. L’etimologia di ‘talea’ per alcuni deriva dal verbo latino che vuol dire ‘ramoscello, bastoncino’, da cui deriverebbe anche ‘tagliare’. Per altri talea deriverebbe dal nome una delle tre grazie che accompagnavano Afrodite: TALIA, la grazia della prosperità, della fioritura, delle gemme. Infatti, le talee vengono tagliate, di solito, quando il ramo è pieno di gemme.

Pubblico ora una delle interviste che riguarda uno strano metodo di riproduzione, a me sconosciuto, simile al metodo delle talee. ETA’ 83 Anni, contadino, uomo. – Mi puoi parlare delle talee dei gelsi, come venivano trattate? – Talee? Che sono? – La talea è un pezzetto di ramo che viene tagliato e piantato per riprodurre un altro albero. – AH, la scunatura. – Cos’è? – Si ‘scona’ un piccolo rametto, cioè si strappa dall’attaccatura del ramo piu’ grande. – Quanto deve essere grande il rametto? – Massimo mezzo metro. Poi con il martelletto si schiaccia dall’attaccatura, fino a sfilettarla, creandogli le radici. Così si pianta, innaffiandolo tutti i giorni. – Quando si prende ‘la sconatura’? – D’inverno, quando non ha vegetazione. – Di solito per quali alberi si usava questo metodo? – Fichi, gelsi e vigne. – Funzionava sempre? – Si.

Questo metodo simile alle talee è ancora usato dai vecchi contadini.

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