La Puglia dispone di buone leggi sull'efficientamento energetico degli edifici ma deve spendere ancora tutte le risorse comunitarie disponibili
Secondo uno studio elaborato da WWF e Officinae Verdi, le Regioni italiane risultano mediamente ancora piuttosto in ritardo nella capacità di spendere le risorse comunitarie per l'efficientamento energetico degli edifici . In Puglia, ma anche in Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Sicilia, Umbria e Veneto, c'è ancora tempo fino al 2015 per spendere le risorse dei fondi strutturali europei. Per le aziende del Sud, ci sono 100 milioni disponibili per iniziative di efficienza energetica e utilizzo dell'energia da fonti rinnovabili. La Puglia, a differenza delle altre regioni meridionali, ha anche il vantaggio di essersi dotata di un sistema normativo che rende obbligatoria la certificazione energetica degli edifici. Così, l'obiettivo di raggiungere le regioni più virtuose non appare impossibile: il Piemonte, su 2 miliardi complessivi di finanziamenti europei, ha speso 250 milioni (il 13%) in efficienza energetica ed energia pulita; l'Umbria il 9% (53 milioni su 576) e le Marche il 9% (con 54 milioni sul totale di quasi 600). Un investimento che per l'Italia ammonta a 2,1 miliardi per 5.802 progetti su tutto il territorio (dati Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico). La mappatura dell'efficienza energetica in Italia, secondo Giovanni Tordi di Officinae Verdi, risulta essere “articolata e complessa; anche perché ad oggi ammonta ancora a 4,4 Mtep/anno di energia primaria risparmiata il gap che separa l'Italia dall'obiettivo Ue del 20% di efficienza energetica al 2020; e l'impegno delle Regioni è fondamentale nel dare seguito ai provvedimenti nazionali e cogliere l'opportunità di innovazione e sviluppo offerta dai fondi strutturali europei. Gli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica possono far ripartire la nostra economia grazie a un modello di sviluppo diffuso a basso impatto ambientale ma ad alto tasso di occupazione e innovazione tecnologica, con importanti possibilità di ricerca applicata: i soli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici hanno mobilitato, al 2013, 19 miliardi di investimenti e attivato, tra diretto e indotto ,280mila posti di lavoro (dati Servizio studi della Camera dei Deputati)”.
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