Lecce. Il sostituto procuratore Antonio Negro ha chiesto il rinvio a giudizio per 8 persone nell' operazione ‘Old Machine’ che vede coinvolta Filanto spa
Lecce. Rischiano in otto il rinvio a giudizio secondo le accuse formulate dal sostituto procuratore Antonio Negro nell’ambito dell’operazione ‘Old machine’ inchiesta legata a Filanto Spa. L’ipotesi di reato formulata è di truffa aggravata a seguito di erogazioni pubbliche ai danni della Regione Puglia e dell’Inps. L’inchiesta è partita nel 2009, nell’ambito delle sovvenzioni pubbliche erogate dalla Regione nell’ambito del Programma operativo regionale “Por Puglia 2000/2006, misura 4.1, azione d) Pia” (Pacchetti integrati di agevolazioni) al Consorzio produttori salentini calzature di Casarano. Rischiano di finire a giudizio: Sergio Antonio Filograna, presidente del Consiglio di amministrazione della Filanto spa; Maria Antonietta Filograna, uno dei legali rappresentanti del Consorzio; Antonio Filograna, 35 anni, legale rappresentante della Tecnosuole; il consigliere provinciale Gabriele Caputo, in qualità di legale rappresentante della Iris Sud; Anna Lupo, legale rappresentante del Tomaificio Zodiaco; Antonia Montedoro. E in fine: Giuseppe Baiardo e Silvia Perico, in qualità di legali rappresentati di Italiana Pellami e Iris. Sequestrati beni e valori mobiliari per circa 10 milioni e mezzo di euro, dando esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta del pm Antonio Negro della Procura di Lecce. Il Gruppo di tutela spesa pubblica della finanza ipotizza che avrebbero violato il bando di concessione del finanziamento regionale, con un’operazione di scorporo di rami d’azienda della Filanto, per trasferirli alle società aderenti al Consorzio, composto da Tecnosuole Srl, Tomaificio Zodicaco Srl, Italiana Pellami Srl e Iris Sud Srl così da poter aderire al Por ed ottenere contributi per circa 4 milioni e mezzo di euro, Filanto non poteva rientrare nel bando in quanto non definibile come azienda piccola.
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