Studentessa morì in gioco erotico: 4 anni e 8 mesi a Mulè

Roma. L’ingegnere romano è stato condannato in primo grado con rito abbreviato. Rispondeva di omicidio colposo per la morte di Paola Caputo

ROMA – Il gup di Roma Giacomo Ebner ha deciso: quattro anni e otto mesi in primo grado per Soter Mulè, l’ingegnere romano ed esperto fotografo di 45 anni, accusato di aver provocato la morte di Paola Caputo, la studentessa 23enne di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano, durante la pratica erotica giapponese dello shibari, un'antica forma artistica di legatura divenuta col tempo una pratica sessuale estrema, che consiste nel legare, in sospensione, due persone in più parti del corpo, fino al collo. I fatti risalgono alla notte tra il 9 ed il 10 settembre 2011; Mulè è stato giudicato con rito abbreviato a Roma. L’accusa iniziale nei suoi confronti era di omicidio preterintenzionale, poi derubricata a omicidio colposo, con l’aggravante della previsione dell’evento; ma non solo. Perché l’ingegnere rispondeva anche di lesioni colpose gravi, in quanto nella stessa notte, un’altra ragazza, di 24 anni, che partecipava alla stessa pratica dello shibari, entrò in coma. 13 dicembre 2011 Omicidio Caputo. Mulè torna libero ROMA – E’ tornato in libertà, per decorrenza dei termini di custodia cautelare, Soter Mulè, l'ingegnere romano di 43 anni accusato di aver provocato la morte di Paola Caputo, studentessa 23enne originaria di Villa Baldassarri (frazione di Guagnano) nel corso di un gioco erotico giapponese, lo shibari, messo in scena in un garage di proprietà dell'Agenzia delle entrate di Roma. Mulè era stato arrestato il 10 settembre scorso con l’accusa di omicidio colposo; inizialmente l’accusa formulata dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Maria Teresa Golfieri, era stata di omicidio preterintenzionale, poi derubricata dal gip Marco Mancinetti. Mulè si è sempre difeso dall’accusa di omicidio spiegando che si è trattato di un terribile incidente. L’ha ripetuto all’infinito davanti al gip. Il professionista, molto conosciuto come fotografo ed esperto di tecniche sadomaso, ha spiegato agli inquirenti che la pratica sessuale che stavano praticando nel garage della Bufalotta, non era quella di provocare il piacere attraverso il soffocamento ma solo attraverso il “bondage”, il rimanere legati e in sospensione. Ma poi il malore di una delle due ragazze che partecipavano al gioco, ne ha provocato la caduta per terra e, di conseguenza, il soffocamento della studentessa salentina. L'autopsia stabilì infatti che a causare il decesso della Caputo fu una “costrizione esterna del collo determinata da un laccio”. 14 settembre 2011 L’autopsia: ‘Paola è morta per soffocamento’ di Andrea Morrone ROMA – “Morte da costrizione esterna del collo determinata da un laccio”. E’ questo l’esito dell’autopsia sul corpo di Paola Caputo, la ragazza salentina di 23 anni (studentessa fuori sede all’università “La Sapienza”), deceduta venerdì notte a Roma durante un gioco erotico giapponese messo in scena in un garage dell'Agenzia delle entrate del quartiere capitolino della Bufalotta e che ha ridotto in gravi condizioni una ragazza romana di 24 anni, ricoverata in coma farmacologico. E’ morta dunque soffocata la 23enne originaria di Villa Baldassarri, piccola frazione del Comune di Guagnano, strozzata dalla corda che Soter Mulè, l’ingegnere di 42 anni agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo, aveva annodato attorno al corpo e al collo della studentessa e della sua amica Federica, con la tecnica dello shibari (nella forma più pericolosa del “breath play”), un’antica forma artistica di legatura giapponese divenuta col tempo una pratica sessuale estrema. L’esame autoptico, durato circa tre ore, è stato eseguito ieri mattina dal professor Giorgio Bolino, docente di medicina legale all’Università romana della Sapienza. Nel corso dell’autopsia sono stati disposti ulteriori esami tossicologici affidati al medico legale Felice Rosati, e i cui risultati dovrebbero essere consegnati entro 60 giorni. Esami fondamentali per stabilire con precisione le dinamiche che hanno portato al decesso della Caputo e l’eventuale presenza nel sangue e nei tessuti di alcol e droga. In serata la salma della 23enne dovrebbe raggiungere Villa Baldassarri. Ad attenderla, nell'abitazione di via Brunetti, chiusi nel loro dolore, il padre Antonio, la madre Mimina e il fratello Diego, che fa il poliziotto. I funerali dovrebbero svolgersi giovedì nella chiesa della Madonna del Carmelo. Ad officiare la cerimonia funebre, ristretta alle persone più vicine alla famiglia, il parroco di Villa Baldassarri, don Nino De Carlo, vicino alla famiglia Caputo in questi giorni di lutto e profonda sofferenza. E’ stato proprio il sacerdote a ricevere dai carabinieri per primo la notizia della morte di Paola che, per un triste destino, lunedì scorso sarebbe tornata a Villa Baldassarri per sostenere l’esame della patente di guida e per partecipare alla messa di suffragio per suo fratello Mirko, morto in un incidente stradale nel 2006. Ieri i legali della famiglia, le avvocate Francesca Conte e Maria Calise, hanno diffuso un comunicato in cui dichiarano di essere “consapevoli che la verità processuale saprà chiarire come la giovane Paola sia stata vittima di un ‘gioco’ più grande di lei e sicuramente da altri orchestrato ed organizzato”. “La famiglia – si legge ancora nel comunicato – oggi chiede con forza il rispetto della ‘memoria’ di Paola Caputo, che non può e non deve essere offuscata dalle dichiarazioni di parte (e ci si consenta: di comodo) dell’ingegnere Soter Mulè”. Secondo il gip comunque, da parte di Mulè “non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate”. “In ogni caso – scrive il giudice – quella posta in essere dall'indagato è stata una gravissima imprudenza, contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e che è oggettivamente rischiosa”. Un tragico gioco condotto da mani inesperte che ha spezzato la vita e i sogni di una ragazza dal sorriso dolce e dagli occhi profondi. 13 settembre 2011 Sesso mortale. ‘Fu un incidente’. Mulè ai domiciliari ROMA – Sarà eseguita oggi l’autopsia sul corpo di Paola Caputo, la ragazza di 24 anni (studentessa fuori sede all’Università “La Sapienza”) originaria di Villa Baldassari, piccola frazione del comune di Guagnano, deceduta venerdì notte a Roma durante un gioco erotico giapponese messo in scena in un garage dell'Agenzia delle entrate del quartiere capitolino della Bufalotta e che ha ridotto in gravi condizioni una ragazza romana di 23 anni, ricoverata in coma farmacologico. In mattinata i pubblici ministeri titolari del procedimento, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Maria Teresa Golfieri, conferiranno l’incarico al medico legale. Una volta eseguito l’esame autoptico ed espletati tutti gli accertamenti e le formalità di rito, la salma sarà consegnata ai genitori della vittima, e rientrerà a Villa Baldassarri. Contrariamente a quanto dichiarato in un primo momento, il sindaco di Guagnano, Fernando Leone, ha deciso che non sarà proclamato il lutto cittadino. I funerali dovrebbero svolgersi domani nella chiesa della Madonna del Carmelo. Intanto ieri pomeriggio, al termine di un interrogatorio durato circa 4 ore nel carcere romano di Regina Coeli, il gip Marco Mancinetti ha convalidato il fermo di Soter Mulè, l’ingegnere romano di 42 anni che ha partecipato in prima persona al gioco erotico, legando le due ragazze con la tecnica dello shibari, un’antica forma artistica di legatura giapponese divenuta col tempo una pratica sessuale estrema, che consiste nel legare più parti del corpo fino al collo. Mulè, arrestato sabato pomeriggio con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, poi derubricata in omicidio preterintenzionale, ha ottenuto gli arresti domiciliari, mentre l’ipotesi di reato nei suoi confronti è stata riformulata in omicidio colposo. La Procura, invece, aveva chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere. “È stato un incidente, è stato un incidente, una disgrazia”, ha ripetuto come un mantra Mulè dinanzi al gip. Il professionista romano, molto conosciuto come fotografo ed esperto di tecniche sadomaso, ha spiegato agli inquirenti che la pratica sessuale che stavano praticando nel garage della Bufalotta, non era quella di provocare il piacere attraverso il soffocamento ma solo attraverso il “bondage”, il rimanere legati e in sospensione. Nessun commento sulla scarcerazione di Mulè da parte dei genitori della Caputo, già rientrati nella loro abitazione, e trincerati dietro un muro invalicabile di dolore e sofferenza. Quella avvenuta venerdì notte a Roma è la seconda tragedia che travolge la famiglia di Villa Baldassarri: cinque anni fa un fratello di Paola morì in un incidente stradale a soli 24 anni, travolto da un camion mentre era a bordo di uno scooter. I due, entrambi insegnanti in pensione, sono molto conosciuti in paese, anche per il grande impegno profuso nel sociale. L’intera comunità è ancora sotto choc: tutti ricordano Paola Caputo come una ragazza gentile e sorridente, che anche quest’anno aveva trascorso le vacanze estive a casa. 12 settembre 2011 Sesso mortale. Mulè dal gip ROMA – E’ previsto per questa mattina l’interrogatorio di Soter Mulè, l’ingegnere informatico 42enne di Roma, arrestato due giorni fa con l’accusa di omicidio volontario, poi mutata in omicidio preterintenzionale, di Paola Caputo, studentessa 24enne di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano. La giovane ha perso la vita in un gioco erotico con lo steso Mulè e con un’amica, Federica Fantini, 23enne ora ricoverata in gravi condizioni presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma. Al giudice per le indagini preliminari dovrà spiegare – è questa la tesi sostenuta dal suo legale – che il decesso di Paola è stato frutto di un incidente che nessuno poteva prevedere. Il fatto che le due ragazze fossero consenzienti potrebbe permettere di attenuare ulteriormente l’accusa in omicidio colposo. Le circostanze nelle quali è avvenuta la morte per soffocamento della giovane sono infatti riconducibili ad una pratica erotica sadomaso, lo shibari, antica forma di legatura artistica giapponese, oggi impiegata soprattutto in campo sessuale. Secondo le ricostruzioni, le due ragazze erano legate fra loro, ai due lati opposti di una corda che le avvolgeva e legava in più punti, tra cui il collo. Il fatto di essere avvolte nella stessa corda comporta che ai movimenti di una corrisponda un effetto sull’altra. Così è accaduto che allo svenimento dell’amica 23enne la corda che cingeva attorno al collo Paola si è ulteriormente tesa, fino a soffocare la giovane. Ad intervenire è stato lo stesso Mulè che, vedendo che per Paola non c’era già a da fare, ha preso un coltello dalla sua auto ed ha tratto in salvo Federica, la quale è ancora in gravi condizioni e potrebbe riportare danni cerebrali.

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