Buttiglione: ‘Monti è uomo di centro’

 

Roma. Il commento del vicepresidente della Camera su una possibile candidatura del premier uscente alle prossime Politiche

ROMA – In dieci giorni è praticamente accaduto di tutto nel panorama politico: il trionfo del segretario Pd Pierluigi Bersani alle primarie del centrosinistra, il Pdl che ritira il sostegno al governo Monti, Silvio Berlusconi che cancella le primarie pidielline e riscende in campo, l’ostracismo del Partito Popolare Europeo (Ppe) e dell’Europa alla ricandidatura del Cavaliere, fino alla partecipazione a sorpresa di Mario Monti al vertice del Partito Popolare Europeo. Il “blitz europeo” del premier ha sicuramente stemperato gli animi antieuropeisti e populisti che hanno caratterizzato l’inizio della campagna elettorale di Berlusconi, duramente critico in patria sulle scelte di politica economica dei tecnici ma pronto a proporre a Monti il ruolo di guida dei moderati e del Pdl, durante il vertice del Ppe. “Attendo – dice il Cavaliere – la risposta di Monti e intanto resto in campo”. In molti hanno considerato la partecipazione di Monti al vertice del Ppe come un segnale della sua “discesa in campo” alle imminenti elezioni politiche. “Credo non ci si debba sorprendere del fatto che Monti partecipi ad una riunione del Partito Popolare Europeo” dice il vice presidente della Camera dei Deputati Rocco Buttiglione. “Quando era Commissario andava spesso alle riunioni del Ppe ma in questo caso la sua partecipazione ha assunto chiaramente un significato. Il Ppe sostiene Mario Monti e non Silvio Berlusconi”. E sull’ipotesi di Monti alla guida del Pdl aggiunge: “Monti non può essere il candidato del Pdl. Monti può essere il candidato di un’area di centro che noi da tempo stiamo organizzando. Può essere il candidato dei movimenti cattolici, dell’Udc, di Montezemolo e di una parte del Pdl che vuole entrare in questa operazione. Nel Pdl c’è un sacco di gente brava e competente. Ad esempio, persone come Alfredo Mantovano. Se lui viene nel nostro progetto le porte sono aperte”. Onorevole, nell’ultima intervista, rilasciataci qualche mese fa, dichiarò in merito ad una possibile candidatura del premier Monti alle Politiche 2013 che ciò sarebbe avvenuto solo in caso di fine anticipata della legislatura. Dopo il ritiro del sostegno al governo da parte del Pdl sembra che Monti ci stia seriamente pensando. Si chiude un cerchio? “C’era semplicemente un patto tra gentiluomini, secondo il quale Berlusconi, Casini e Bersani avrebbero dovuto appoggiare fino in fondo l’azione di Monti, con quest’ultimo che stando così le cose avrebbe dovuto rimanere super partes. Il patto è stato rotto da Berlusconi e Monti adesso ha tutto il diritto di candidarsi, chiamando gli italiani a raccolta per non rendere inutili un anno di sacrifici”. La inaspettata partecipazione di Monti al vertice del Partito Popolare Europeo (PPE) non ritiene rappresenti una vera e propria “discesa in campo” nell’arena politica da parte del premier? “Monti è un grande tecnico ma è sempre stato vicino al Partito Popolare Europeo. Quando era Commissario andava spesso alle riunioni del PPE. E in questo c’è sicuramente una motivazione. L’impostazione culturale di Monti è legata alla economia sociale di mercato che è, diciamo, originariamente la dottrina economica ufficiale del Partito Popolare Europeo. Adesso anche dell’Unione Europea. Quindi esistono vincoli intellettuali e politici molto forti. Credo quindi non ci si debba sorprendere del fatto che Monti partecipi ad una riunione del Partito Popolare Europeo. In questo caso ha assunto chiaramente un significato. Il PPE sostiene Mario Monti e non Silvio Berlusconi. Questo per la verità era chiaro da tempo. Noi dell’Udc siamo nel Partito Popolare Europeo e da tempo è chiaro che si guardava con più favore verso di noi e con sempre maggiore preoccupazione al Pdl. Adesso c’è una dichiarazione ufficiale: il nostro candidato in Italia non è Berlusconi ma Monti”. Berlusconi ha pesantemente criticato nelle ultime settimane il presidente del Consiglio e le scelte del suo governo. Poi alla riunione del PPE candida lo stesso Monti a leader dei moderati e addirittura come futura guida del Pdl. Lei che per molti anni è stato vicino a Berlusconi non crede che il cavaliere stia preparando un altro colpo di teatro? “No, credo che Berlusconi alla riunione del PPE non potesse fare altro, pena la immediata espulsione dal Partito Popolare Europeo. Detto ciò, è chiaro che la possibilità di Monti alla guida del Pdl non è una ipotesi da prendere sul serio. Monti non può essere il candidato del Pdl. Monti può essere il candidato di un’area di centro che noi da tempo stiamo organizzando. Può essere il candidato dei movimenti cattolici, dell’Udc, di Montezemolo e di una parte del Pdl che vuole entrare in questa operazione. Questa non sarebbe un’operazione populista ma europeista. Noi vogliamo creare una forza di centro che non abbia conflitti con la magistratura, che vuole recuperare la centralità e la dignità della politica. La prima questione che poniamo è quella della moralità. Nel Pdl c’è un sacco di gente brava e competente. Ad esempio, persone come Alfredo Mantovano. Se lui viene nel nostro progetto le porte sono aperte”. Immaginiamo che il premier Monti non accetti di candidarsi, l’Udc sarebbe più propensa ad accogliere un’apertura post-elettorale di Bersani o, nel caso rispuntasse miracolosamente l’ipotesi Alfano, a riallearsi col Pdl? “Noi andiamo per il nostro cammino, quello del centro e del Partito Popolare Europeo. Non sappiamo chi incrocerà questo cammino. Alfano ha avuto la sua occasione. Berlusconi su di lui ha però subito fatto marcia indietro. Bersani, con tutto il rispetto per la sua candidatura, pensiamo non sia adeguato in tempi difficili e tempestosi come quello che stiamo vivendo, anche e soprattutto per la formula politica che ha costruito imbarcando Vendola. Crediamo non ci sia più spazio per la demagogia”. Articolo correlato: Partito della Nazione. Buttiglione: ‘Incontriamo i cittadini sui valori comuni’

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