Gioco d’azzardo. Maritati: ‘Serve una Commissione d’inchiesta’

 

Roma. Il senatore del Pd rileva la necessità di una seria azione di repressione del fenomeno coordinata alla verifica della presenza della criminalità organizzata

ROMA – Nel nostro paese la crisi ha colpito e sta colpendo tutti i settori. O quasi. Il settore del gioco e delle scommesse, ad esempio, non conosce flessioni e continua a mandare sul lastrico migliaia di famiglie italiane. Nei primi sei mesi del 2012 si parla addirittura di scommesse per 40 miliardi di euro. Gli italiani sottraggono sempre più denaro alle cure mediche, ai viaggi, ai libri, agli acquisti in generale per riversarli su qualsiasi tipo di scommessa: superenalotto, casinò on line, poker cash e chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi anni si è sensibilmente rafforzato il ruolo dello Stato-giocatore nella convinzione che tale scelta potesse garantire la riduzione del gioco illecito gestito dalla criminalità organizzata. Ciò, però, non è avvenuto. Anzi, conseguentemente alla liberalizzazione del settore del gioco, le organizzazioni criminali sono riuscite a penetrare anche nei sistemi legali di gioco, attratte dalla forte rimuneratività del settore e dalla possibilità di poter utilizzare i servizi offerti dai diversi operatori come strumento per il riciclaggio dei proventi illeciti. Per analizzare meglio questo fenomeno si vorrebbe istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta. Nonostante la fine della legislatura sia molto vicina, il provvedimento in questione, il doc. XXII n.21, è all’esame della commissione Giustizia del Senato. Relatore è il senatore del Partito Democratico Alberto Maritati il quale riconosce la necessità di “un lavoro specialistico di approfondimento per verificare a che punto è giunta la criminalità organizzata sul controllo di questo delicato e lucroso settore e soprattutto per verificare se possibile, l’entità reale del fenomeno sulle fasce giovanili”. Senatore, Lei è relatore in Commissione Giustizia del provvedimento con il quale si vuole istituire una Commissione Parlamentare d’inchiesta sui fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco. Da quali presupposti nasce questa richiesta e quali sono gli obiettivi che si vogliono perseguire, tenendo presente che alla fine della legislatura manca ormai veramente poco? “Questo disegno di legge è stato presentato un po’ di tempo fa anche se formalmente risulta recente. L’idea nasce dal fatto che i giochi e le scommesse siano diventati un settore particolarmente delicato, da tempo ormai sotto il controllo della criminalità organizzata. Negli ultimi mesi il sistema dei giochi imposti on line o di quello basato sulle cosiddette ‘macchinette’, stanno coinvolgendo una percentuale sempre maggiore di giovani e questo dato sta diventando preoccupante. Lo Stato, paradossalmente, lucra moltissimo su questi giochi perché le tasse pagate dai gestori sono rilevanti. Si parla anche ormai di una vera e propria mania del gioco che renderebbe schiavi e dipendenti giovani e meno giovani, anche padri di famiglia che vanno verso una vera e propria rovina economica. Il fenomeno, quindi, ha una rilevanza sociale importantissima, eticamente di grande spessore. Per tale motivo si è deciso di presentare questo disegno di legge dopo un dibattito molto acceso”. In che senso molto acceso? “Perché si è sviluppato in due tempi e due sedi diverse, una in Commissione Giustizia al Senato e l’altro di sede di Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni mafiosi. In queste due sedi si è deciso di procedere ad un accertamento più preciso e puntuale. Io mi rendo conto, perché vengo da una esperienza di Antimafia, in passato a livello giudiziario e oggi a livello parlamentare, che questo aspetto sia di stretta competenza dell’attività repressiva e di contrasto dell’Autorità Giudiziaria da un lato e della Commissione Antimafia dall’altro. Tuttavia, siccome è un momento delicatissimo per le ragioni appena illustrate, si tratta di voler centrare, approfondire, focalizzare questo fenomeno particolarmente dannoso per la società e le famiglie. Bisogna dar vita ad una Commissione Parlamentare d’Inchiesta, che peraltro, non comporterebbe spese particolarmente gravose perché utilizzerebbe degli strumenti già a disposizione del Senato, che avrebbe la possibilità di accedere a tutti gli uffici competenti, interloquire ed avere un canale privilegiato con polizie e magistrature specializzate, fare un lavoro specialistico e di approfondimento per verificare a che punto è giunta la criminalità organizzata sul controllo di questo delicato e lucroso settore e soprattutto per verificare se possibile, e io credo che sia possibile, l’entità reale del fenomeno che riguarda le fasce giovanili”. Le cifre sono veramente allarmanti. Basti pensare che gli ultimi dati parlano di 40 miliardi di euro polverizzati dagli italiani nei giochi e nelle scommesse legali nei primi mesi del 2012. “Non so se le cifre siano quelle che dice lei ma sicuramente la quantità di soldi che gira attorno a questo fenomeno è iperbolica. Noi vogliamo con questa commissione d’inchiesta fare un accertamento specifico e non generale sulla criminalità organizzata. Questa è la ragione del disegno di legge”. Essendoci una tassazione molto bassa sulle scommesse e i giochi on line, ad esempio casinò on line, poker cash e simili, un innalzamento del prelievo erariale ad esse applicato, attualmente inferiore addirittura all’imposta applicata sul pane, potrebbe rappresentare un disincentivo? “Io credo poco a questi disincentivi perché un innalzamento del prelievo fiscale produrrebbe un aumento dell’evasione. La clandestinità fa parte delle ‘regole del gioco’ che regolano il settore. Quindi i criminali non hanno paura della tassazione. Anzi più si eleva la tassazione, come accaduto per gli alcolici e le sigarette, più si fa contrabbando. Quindi non credo che questa possa essere la soluzione. Io credo che occorra invece imbastire una seria azione di repressione. Lo Stato ha bisogno di soldi e li prende paradossalmente anche a scapito della società come in questo caso”.

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