Stagione sinfonica, si cambia musica

Lecce. Grande emozione per il quarto concerto della Stagione estiva dell’Orchestra Tito Schipa. Impeccabili il sassofono e la direzione di Mondelci

di Fernando Greco LECCE – Messo da parte momentaneamente il repertorio Romantico, l’Orchestra Tito Schipa si è dedicata al “jazz sinfonico” ospitando per il quarto concerto della Stagione Estiva 2012 il celebre sassofonista Federico Mondelci, giunto a Lecce il 29 giugno nella duplice veste di sassofono solista e direttore. Di fatto il programma della serata è andato molto al di là del jazz, esplorando il XX secolo fino alle sue espressioni più recenti. // Un’ape danzante Si è partiti da Michael Nyman (1944-), compositore inglese divenuto popolare dopo aver creato la colonna sonora del film “Lezioni di piano” (1993), del quale è stato eseguito “Where the Bee dances” (Dove danza l’ape), brano scritto nel 1991 per sassofono soprano e orchestra, che ha rivelato intatta la poetica del suo autore grazie alla perizia degli esecutori. Parlare di modernità a proposito di Nyman significa evidenziare gli aspetti avanguardistici di una scrittura frammentaria e modulare, definita per la prima volta “minimalismo musicale”, mai disgiunti da una personalissima vena melodica. L’“Ape” di Nyman, concettualmente molto lontana dal classico “Calabrone” di Rimsky-Korsakov, danza in modo grottesco e petulante, quasi per esorcizzare la paura. L’esecuzione leccese ha messo in luce il formidabile chiaroscuro creato dalle varie sezioni dell’orchestra in perfetto affiatamento con il direttore, il cui sax ha emesso suoni indiscutibilmente meravigliosi, di notevole corposità e rara bellezza. // Melodie senza tempo Il concerto è proseguito con un’antologia di celebri motivi tratti da musical e songbook americani del Novecento, arrangiati da Stefano Nanni sotto il titolo “Round Midnight”, tra cui “Summertime” di George Gershwin, “Night and Day” di Cole Porter, “Tonight” di Leonard Bernstein, “In a sentimental Mood” di Duke Ellington e la stessa “Round Midnight” di Thelonious Monk. Complici la calda serata estiva, una manciata di melodie immortali, un’orchestra sinfonica di tutto rispetto e molti sassofoni (dal soprano al basso), Mondelci ha saputo sfruttare tutti i colori della sua tavolozza sonora per affascinare il pubblico del Cortile dei Celestini, che lo ha contraccambiato con calorosi applausi. In orchestra, nota di demerito per la sezione delle percussioni poichè spesso fuori tempo e carente di quel “mood”, quel coinvolgimento tutto sui generis che deve crearsi quando si suona il jazz o qualcosa che gli somiglia molto. // Il jazz sinfonico La serata leccese si è conclusa con una strepitosa esecuzione di “An American in Paris” (1928), capolavoro assoluto di Gershwin e di tutto il repertorio del Novecento, brano sinfonico dedicato alle sensazioni che la città di Parigi, con la sua frenesia metropolitana ma anche con il suo fascino rétro, aveva suscitato nell’animo del compositore durante la sua permanenza in Europa. Atmosfere di matrice impressionistica si sposano in maniera perfetta con sonorità jazz dando luogo a una miscela esplosiva che rimane a tutt’oggi unica nel suo genere. A tal proposito, ricordiamo che a partire da George Gershwin (1898 – 1937) il jazz avrebbe cominciato a far capolino nei programmi sinfonici grazie alla genialità di quest’autore che, dopo essersi abbeverato alle fonti di Ravel e di Stravinsky, iniziò a comporre in maniera del tutto nuova mediando l’estetica jazz con le esigenze della musica cosiddetta “colta”. Fuori programma, la nostra Orchestra e il sax di Mondelci hanno ipnotizzato ulteriormente il pubblico con motivi celeberrimi tratti dalla colonna sonora de “La vita è bella”, premio Oscar per il compositore Nicola Piovani, già ospite dell’Orchestra Tito Schipa durante la scorsa estate.

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