Boncuri ancora chiusa. Cgil ritorna all’attacco

Nardò. Dopo il vertice di lunedì scorso sembrava certa la riapertura della masseria per l’accoglienza d lavoratori. Invece ancora tutto tace

NARDO’ – Il problema sembrava risolto e invece, ad una settimana dal tavolo in Prefettura che ha visto tutte le parti convergere sull’accordo di impegnarsi nell’adeguamento e riapertura della Masseria Boncuri per offrire un posto di ricovero dignitoso, ai lavoratori stranieri già arrivati, o in arrivo nei prossimi giorni, per lavorare nelle nostre campagne, niente è cambiato. I sindacati sono ritornati sul piede di guerra ed in particolare Cgil e Flai Cgil attaccano l’immobilismo degli Enti locali che a starebbero facendo per garantire ai lavoratori immigrati condizioni di lavoro e di sussistenza accettabili. La Provincia di Lecce, al tavolo di lunedì scorso, aveva dichiarato il proprio impegno per migliorare le condizioni di accoglienza e di lavoro, potenziando anche il Centro per l’impiego di Nardò con l’aumento della presenza di personale. “Dopo pochi giorni – denunciano i sindacati -, apprendiamo dalle notizie della stampa che la Provincia potrebbe fare un passo indietro e che pare non si senta in grado di mantenere gli impegni”. “Una vicenda che, per noi, ha dell’incredibile – dicono Antonella Cazzato, segretaria confederale Cgil Lecce ed Antonio Gagliardi, segretario generale Flai Cgil Lecce -, se pensiamo che oggi, a estate inoltrata, non c’è ancora un accordo su una questione di civiltà, che avrebbe invece dovuto vedere in sintonia, da mesi, le istituzioni e le parti sociali: quella di garantire condizioni di dignità e di legalità per delle persone che vengono a lavorare stagionalmente nel nostro territorio. Il nostro sindacato – aggiungono – ritiene che questo tema non possa essere condizionato da speculazioni politiche. Non possiamo accettare che Masseria Boncuri, che il lavoro e la vita di centinaia di persone, diventino strumento di un gioco sporco di chi vuole mettersi di traverso nei confronti della giunta regionale”. “Inoltre – continuano -: qualcuno ha posto un’assurda questione della sicurezza, come a voler dire che i lavoratori stranieri che alloggerebbero a Boncuri rappresentano un pericolo per la comunità. Perché far fare questa magra figura ai cittadini neretini che di certo non hanno mai manifestato sintomi di xenofobia? E ancora: per quali ragioni una struttura destinata all’alloggio temporaneo dei braccianti stagionali dovrebbe essere gestito come un CIE, impiegando impropriamente le forze dell’ordine h24? Paradossi e assurdità si stanno palesando in questi giorni, come quella di voler di fatto ostacolare la regolarizzazione di una parte di questi lavoratori che, come sappiamo tutti, per la legge italiana, possono ottenere il permesso di soggiorno solo se hanno un regolare contratto di lavoro. Come fanno queste persone a regolarizzare la loro posizione se non si incentiva la regolarizzazione della loro condizione lavorativa”? 12 giugno 2012 Braccianti di Nardò. Cgil nazionale scrive alla ministra NARDO’ – “Siamo semplicemente esterrefatti per le affermazioni e le indicazioni operative contenute nella lettera che il Prefetto di Lecce ha scritto a proposito della gestione del mercato stagionale di Nardò. Affermare che a causa della crisi economica non ci sarà bisogno quest’anno di manodopera per la raccolta è semplicemente non veritiero, perché le colture ci sono, la raccolta è già cominciata e ci sono già presenze di lavoratori stagionali”. E’ ciò che si legge in una lettera inviata alla ministra dell’Interno Anna Maria Cancellieri da Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil nazionale e Stefania Crogi, segretaria generale nazionale della Flai. Il caso è quello segnalato nei giorni scorsi dalla Cgil Lecce relativamente alla lettera che la prefetta di Lecce ha inviato a Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Nardò e, per conoscenza, alla Cgil Lecce, a proposito del lavoro stagionale degli immigrati. Secondo la prefetta non sarebbe infatti necessario organizzare strutture di accoglienza per questi lavoratori, lasciandoli, come scrivono Lamonica e Crogi, “sparsi e spersi nelle campagne nelle mani dei caporali”. Così, dopo le esperienze positive dello scorso anno, “stoppare senza opportunità di replica quel percorso virtuoso è veramente incomprensibile e rischia di qualificarsi come un grave atto di irresponsabilità”, aggiungono le segretarie nazionali di Cgil e Flai Cgil. La Cgil Lecce ritiene che l’interessamento del ministro dell’Interno alla questione di Nardò abbia un significato molto importante. Il caso dei braccianti di Nardò, della loro ribellione al caporalato, del loro sciopero organizzato per chiedere diritti sindacali e condizioni dignitose nel lavoro, la rivendicazione di una più efficiente e adeguata organizzazione dell’accoglienza: sarebbero tutte questioni che rappresentano un modello positivo per l’Italia, per un futuro che guarda al rispetto dei diritti di tutti i lavoratori. Per questo secondo il sindacato l’adeguamento e la riapertura di Masseria Boncuri è un passo che può più aspettare. Lettera alla ministra Cancellieri 7 giugno 2012 'Boncuri resta chiusa’. Aspre reazioni alla decisione della prefetta NARDO’ – L’apertura di Masseria Boncuri non è una necessità determinata solo dalla richiesta di manodopera nei campi, ma è anche un importante segnale di accoglienza e di solidarietà, un passo nel lungo percorso da compiere fino alla perfetta integrazione dei cittadini stranieri nel territorio salentino. E’ la risposta, praticamente all’unisono, di politica e sindacati alla decisione della prefetta di Lecce Giuliana Perrotta di mantenere chiusa, per l’estate 2012, la masseria Boncuri. La prefetta motiva la sua decisione con la constatazione, da parte di Coldiretti, di una minore richiesta di lavoratori nelle campagne neretine e lo scrive in una lettera inviata al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, all’assessora regionale al Welfare Elena Gentile, all’assessore regionale alle risorse agroalimentari Dario Stefano, al presidente della Provincia Antonio Gabellone, al sindaco del Comune di Nardò Marcello Risi e, per conoscenza, alla Cgil Lecce. Ma il territorio non accetta questa disposizione. Ecco la lettera della prefetta: Con riferimento alle problematiche in oggetto evidenziate, si rappresenta che, secondo quanto appreso dalle associazioni datoriali e, da ultimo, dal Presidente della Coldiretti, presente ad un incontro svoltosi il 18 maggio u.s., presso la Provincia di Lecce, promosso su richiesta della scrivente per la verifica di possibili percorsi utili a determinare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro nello specifico settore, il fabbisogno di manodopera stagionale per la raccolta delle produzioni agricole ha subito, quest’anno, una fortissima contrazione a seguito della crisi in atto. Pertanto, non dovrebbero porsi, per la stagione 2012, le esigenze che avevano determinato, negli anni passati, una alta presenza di manodopera stagionale nell’area agricola di Nardò e che avevano portato all’amministrazione comunale, con la collaborazione della Provincia di Lecce, all’allestimento del campo presso la locale Masseria Boncuri. Peraltro, un afflusso di manodopera non giustificato dalle cennate esigenze, potrebbe dare luogo al ripetersi di situazioni analoghe a quelle verificatesi nei mesi di luglio e agosto del 2011, per cui sarebbe opportuno che venissero attivate, al più presto, idonee forme di comunicazione dirette a scongiurare l’arrivo spontaneo di numerosi lavoratori stagionali che non sarà possibile impiegare. Tanto si rassegna per le valutazioni di competenza, restando a disposizione per tutto quanto attiene all’attività propria di questo Ufficio. // La Cgil: ‘Sconcertati’ La Cgil in particolare si dice sconcertata da questa decisione. “È ancora viva in noi – dice Antonella Cazzato, segretaria confederale Cgil Lecce – la memoria di quali fossero le condizioni vergognose in cui i lavoratori stagionali vivevano nel periodo di permanenza nella zona neretina prima dell’apertura di Boncuri: abbandonati in aperta campagna, a dormire al riparo degli alberi. La masseria Boncuri è una struttura che necessita sicuramente di adeguamento, ma rappresentava l’inizio di un percorso virtuoso, intrapreso in questi ultimi anni dalla Cgil e dalle istituzioni. Stoppare senza opportunità di replica questo percorso virtuoso, già avviato, è veramente incomprensibile. I lavoratori ci sono già, e stanno lavorando, le colture ortofrutticole (angurie e non solo) sono presenti in maniera massiccia nel territorio. L’unica cosa che ancora una volta manca, nonostante le nostre continue richieste, è l’organizzazione dell’accoglienza”. “Il fenomeno del caporalato nel Salento, dopo essere finito sotto i riflettori di tutto il mondo grazie alla lotta sindacale dei braccianti – aggiunge la segretaria -, ha subito un altro importante colpo di grazia con l’intervento della DDA. Ora però sarebbe il momento di dimostrare che questo territorio è capace di rappresentare un esempio positivo in Italia di un’organizzazione dignitosa del lavoro e dell’accoglienza per i lavoratori stranieri. Ma, per ottenere questo risultato, sarebbe necessario, a nostro avviso, l’impegno sinergico di tutte le componenti: innanzi tutto delle istituzioni, a tutti i livelli, e delle parti sociali”. // Risi: ‘Boncuri è anche accoglienza’ Il sindaco Marcello Risi dice di prendere atto della decisione della prefetta ma aggiunge che “il dato relativo alle domande di manodopera non esaurisce in sé, tuttavia, i profili da valutare con riferimento all’allestimento del campo presso la Masseria Boncuri”. “Non sono, infatti, secondarie ma rappresentano, anzi, uno dei tratti caratterizzanti dell’iniziativa – aggiunge Risi -, le ragioni di accoglienza e di solidarietà che hanno spinto, negli anni scorsi a dare vita al campo. Restano, tuttavia, concrete ragioni di ordine pubblico che ci spingono a valutare con attenzione tempi e modalità di apertura. L’esperienza dello scorso anno, positiva per molti aspetti, ci ha tuttavia consegnato le preoccupazioni connesse al mantenimento dell’ordine e di condizioni igieniche accettabili in un campo occupato anche da lavoratori non in regola con il permesso di soggiorno, rimasti senza ingaggio e in un numero superiore rispetto i posti letto disponibili”. // Sel: ‘Decisione miope ed assurda’ Dello stesso parere anche il coordinamento provinciale di Sel che ha inviato una lettera alla prefetta chiedendo di rivedere la sua decisione per prevenire forme di sfruttamento stagionale dei migranti nei campi e condizioni di permanenza degli stessi al limite della vivibilità. I migranti arrivati a Nardò per la stagione estiva sarebbero,secondo quanto riferisce Sel, circa un centinaio. “Miope, cieca ed assurda la decisione di chiudere il campo di accoglienza per gli stagionali”. Ecco la lettera di Sel: Egregio Prefetto, sono con la presente a chiederLe di rivedere la decisione in merito alla soppressione dell’allestimento, per l’estate prossima, del campo per migranti presso la masseria Boncuri di Nardò. Non ci sono elementi e dati per sostenere che non dovrebbero verificarsi le emergenze degli anni passati, così come non è verificabile che meno massiccia sarà la richiesta quindi la presenza di manodopera migrante. Inoltre le associazioni datoriali e il Presidente di Coldiretti non rappresentano tutti gli interlocutori con cui sarebbe utile e saggio confrontarsi per affrontare nel migliore dei modi un tema così rilevante e delicato come quello del lavoro stagionale dei migranti, sempre più vittime di forme di neoschiavismo e di lavoro nero. Per queste ragioni Le chiediamo di non interrompere bruscamente il processo di costruzione di un piano di accoglienza adeguato per quel territorio. Distinti saluti Anna Cordella Coordinatrice Provinciale Sel Salento

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