LA STORIA DELLA DOMENICA. Lecce. Ricercatissimi i dolci in pasta di mandorla delle suore del monastero di San Giovanni. Dove l’attesa in fila può durare ore
LECCE – Attendere, anche delle ore, non importa. Anzi forse quest’attesa ha già in sé qualcosa di mistico. Una specie di rito che purifica, ancor prima che la Passione si sia consumata. Perché prima della festa, come religione insegna, c’è il sacrificio. Attendere, quindi, in fila. Il proprio turno. Scambiare, intanto, due parole, con chi viene prima o dopo. Dire che non è Pasqua senza certi sapori. Quello della pasta di mandorla realizzata dalle suore di clausura del monastero di San Giovanni Evangelista di Lecce (in via Conte Accardo), per esempio. Impossibile, per i leccesi, non averla assaggiata almeno una volta. Una tradizione. Un cadeau da portare al pranzo della festa e far bella figura. Un modo per ricongiungersi ai ricordi più cari chiusi nell’angolo più intimo di sé. Il sapore della Pasqua è il sapore di quella pasta di mandorla. Che negli anni è rimasta intatta. Le suore, 24 in tutto, la preparano allo stesso modo da sempre. Ed è questo il segreto. Qui non c’è posto per le uova di cioccolata e per la, più o meno sorprendente, sorpresa. Ma per le mandorle, lo zafferano e per mani che impastano, oggi come allora. Ai “clienti” in pellegrinaggio non resta che attendere il proprio turno in fila. Arrivare nella stanza adibita a sala per le ordinazioni; attendere, anche lì, che la suora chieda. Solo una voce, dalla stanza attigua. Rispondere che cosa si vuole; ordinare un agnellino o un pesce (a Natale) in pasta di mandorla e specificarne il peso. Poi attendere, ancora. Che la porta girevole giri (è l’antica ruota in legno dove un tempo le mamme in difficoltà economiche abbandonavano i neonati, quando non potevano prendersene cura, affidando così il loro destino alle suore). Prima per consegnare quanto ordinato e per ritirare i soldi. Poi per emettere lo scontrino. Poi, avanti il prossimo. Con la nuova ordinazione. Con un nuovo carico di emozione e di devozione addosso. Così ogni giorno, dalle 9 alle 17. Ma anche oltre. Fino ad esaurimento fila e ad esaurimento ordinazioni. Così ogni giorno da sempre. Tutto uguale a ieri. Per la verità, non proprio tutto. Perché i tempi passano anche per le suore ed anche in clausura. E allora ecco l’indirizzo mail entrare di prepotenza nel rito mistico: [email protected] per depositare la propria ordinazione. Poi si passa dal convento per ritirare il proprio agnellino. E per l’appuntamento con il pellegrinaggio e con l’attesa in fila. // Come si prepara la pasta di mandorla Ingredienti 1 kg di mandorle 800 gr di zucchero una bustina di vaniglia marmellata di pere Preparazione Sgusciare le mandorle e macinarle insieme allo zucchero, metterle in una pentola e cuocere a fuoco bassissimo mescolando di continuo con un cucchiaio di legno. Quando il composto si stacca dal fondo della pentola è pronto. Unire la vaniglia e continuare a mescolare con un cucchiaio di legno fino a quando diventerà tiepida. Rivestire una forma di gesso con pellicola trasparente, sistemare la pasta di mandorla dello spessore desiderato, aggiungere uno strato di marmellata di pere, coprire con la rimanente pasta. Togliere dallo stampo, adagiare su un vassoio di cartone e decorare con confettini argentati e cioccolatini.
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