Lecce. Il candidato sindaco per la lista “Verso Lecce” non concorda sul fatto che la grande partecipazione alle consultazioni sia stata prova di democrazia
LECCE – La folta partecipazione popolare alle Primarie del centrodestra non sarebbe affatto una festa della democrazia ma, al contrario, una sorta di “chiamata alle armi” a sostegno del vertice che impone gli ordini. E’ la lettura delle consultazioni che si sono svolte ieri di Antonio Capone, candidato sindaco del capoluogo salentino per la lista “Verso Lecce”. “Sono convinto del fatto – dice Capone – che si sia stati in presenza di un vero e proprio ‘serrate le righe’, di fronte al quale il cerchio magico di Perrone si è stretto in maniera forte intorno al capo, come sempre accade nei gruppi di potere quando il rischio di essere destituiti e sostituiti comincia ad intravedersi all’orizzonte”. Il consiglio di Antonio Capone al Popolo della Libertà è dunque “di non confondere e di non scambiare l’espressione di voto in occasione delle consultazioni elettorali con i risultati delle primarie, perché diverse sono le motivazioni che spingono i cittadini a frequentare i due appuntamenti”. “Spiace che un movimento come Apl – aggiunge il candidato – che avrebbe potuto avere più grande respiro per le tematiche rappresentate, si sia fatto ingenuamente stritolare nell’imbuto del Pdl, uscendone alquanto ridimensionato. Quando si hanno idee di gestione della città radicalmente diverse da quelle di Paolo Perrone, al quale noi continuiamo ad imputare la corresponsabilità per il dissesto di bilancio in cui versa la nostra Amministrazione e la condivisione di atti come quello di Via Brenta, non ci si siede al suo tavolo in maniera civettuola, poiché il richiamo delle sirene dagli scogli del potere porta, come è accaduto, ad interrompere definitivamente la navigazione”.
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