Giornata della memoria. Il Salento non dimentica

Lecce. Iniziative di ogni tipo in tutta la provincia. A Lecce un tour lungo le tracce della comunità ebraica; a Nardò la presentazione del libro “Quelli di Brioni”

LECCE – Che si chiami shoah, olocausto, pogrom, cambia poco. Resta una delle più brutte pagine di cui la storia si stata capace. Impossibile dimenticare. La Giornata della memoria, oggi, si celebra con manifestazioni di ogni tipo in tutto il Salento. Ogni Comune ed ogni singola associazione o istituzione dà il suo contributo al ricordo. Lecce ha organizzato un percorso cittadino sulle tracce che restano della comunità ebraica, piuttosto corposa fino agli inizi del XVI. Benché a livello architettonico e artistico sia rimasto ben poco delle testimonianze ebraiche, molto è ancora presente nella toponomastica e soprattutto nei documenti antichi. Il tour che il Comune assieme all’agenzia OasiMed propone è un viaggio, prtendo dall'epoca normanna attraverso i vicoli attorno alla Basilica di Santa Croce, l'antica Giudecca di Lecce (quartiere ebraico), alla riscoperta della storia degli ebrei in città. L’iniziativa si svolgerà in mattinata per le scolaresche; nel pomeriggio (ore 17) per tutti i cittadini. Un altro momento di riflessione è quello organizzato presso l’istituto tecnico “Calasso” (dirigente Mario Biagio Portaccio), con il patrocinio dell’Università del Salento, di Provincia e Comune. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare le giovani generazioni sul valore della dignità dell’uomo, attraverso la commemorazione delle vittime delle stragi naziste ed il ricordo di quanti hanno rischiato la propria vita per proteggere i perseguitati. E’ prevista la partecipazione del prefetto Giuliana Perrotta, del presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, del sindaco Paolo Perrone e della dirigente dell’Ufficio X Ambito Territoriale per la provincia di Lecce, Marcella Rucco. Interverranno in qualità di relatori i professori dell’Università del Salento Carlo Alberto Augieri (“Finché l’uomo racconta, la violenza non uccide la storia”), docente di Critica Letteraria e Letterature Comparate e Maria Marcella Rizzo, docente di Storia Contemporanea, che presenterà il volume “Prigioniero n. 50860” di Maria Acierno. E’ previsto il collegamento in videoconferenza con Settimio Di Porto, dell’associazione “Figli della Shoah” di Roma. Seguirà un momento di riflessione con lettura di testi ed interpretazione di brani musicali da parte di alcuni studenti dell’Istituto. La commemorazione avrà luogo presso la Sala Convegni del “Calasso”. // I figli degli anni terribili NARDO' – L’esperienza nel IX Corso per allievi ufficiali di complemento di Marina. La cattura e il conseguente trasferimento nei campi di concentramento nazisti. Poi la salvezza ma anche l’amarezza per un sacrificio militare, trascurato o addirittura dimenticato, compiuto da più di un milione di militari tra Istria, Balcani ed Egeo. E’ tutto contenuto nel libro di Maurizio Fumarola, Mauro e Simonetta GhezziQuelli di Brioni”, edito da Besa. E saranno proprio gli autori a parlarne, oggi, a partire dalle 10 al Teatro Comunale di Nardò in occasione della Giornata della Memoria. L’incontro sarà moderato da Luisa Ruggio ed è aperto agli studenti delle scuole superiori della città. A Nardò il tema delle persecuzioni ebraiche è molto sentito. Proprio la comunità neretina si distinse per l’opera di accoglienza nei confronti dei popoli in fuga; a quella pagina di storia locale ed internazionale è nato il museo della Memoria, che rende indelebile il passaggio degli ebrei dalle coste neretine. La giornata sarà introdotta da una breve estratto de “Eravamo soltanto numeri”, uno spettacolo sulla tragedia umana della Shoah ispirato alle testimonianze dei sopravvissuti ai lager nazisti. Il lavoro, basato sui testi di Giovanni Manca, è messo in scena dal gruppo teatrale dell’istituto superiore “Vanoni” di Nardò guidato dalla regia di Roberto Russo. L’evento realizzato in collaborazione con la Compagnia TerramMare Teatro e con la sezione di Nardò dei Presìdi del Libro nell’ambito del progetto “Teatri Abitati: una rete del contemporaneo”. // La storia dell’amicizia nell’archivio Perrone NARDO’ – L’ha donato alla città di Nardò perchè possa ricordare per sempre. L’archivio di Vittorio Perrone, in corso di inventario, è una raccolta di documenti realizzata in decenni, relativa al campo di accoglienza di S. Maria al Bagno: documenta, soprattutto, la storia di una bellissima amicizia tra due ragazzi, di nazionalità, religione, lingua e cultura diverse, che non riconosce però alcuna differenza, come spesso succede fra ragazzi e sempre fra i veri amici, e riesce a mantenersi intatta fino ai giorni nostri. E’ la storia di Vittorio, appunto, e di Jacob. La storia di questa amicizia e, soprattutto, di come i due protagonisti si sono ritrovati dopo decenni, ha contribuito fortemente ad accelerare il percorso di recupero delle memorie storiche e la presa di coscienza sulla necessità di salvaguardare i Murales ebraici. Il percorso era stato avviato fin dagli anni ’80 dall’APME, Associazione Pro Murales Ebraici presieduta da Paolo Pisacane, che aveva svolto intensa attività finalizzata a richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di recupero dei preziosi manufatti di Zvi Miller ormai in degrado. La ricerca di Vittorio da parte di Jakob, attraverso stampa e internet, ha avuto, nel 2001 un forte clamore e ha dato la “scossa” alla vicenda. E’ partito da questo il percorso che ha portato, nel 2005, al conferimento della Medaglia d’Oro alla Città di Nardò da parte del Capo dello Stato Ciampi. L’archivio Perrone è importante per il messaggio che rivolge, soprattutto ai più giovani, sull’importanza della raccolta dei documenti, per gli squarci che aprono, in una rilettura complessiva, su episodi del passato e su vicende che hanno interessato, in questo caso specifico, migliaia di persone. E’ proprio la storia del campo di accoglienza per profughi ebrei di S. Maria al Bagno che è documentata nel carteggio, raccolta in maniera moderna, ordinata negli anni e arricchita da foto, documenti inediti, scambi epistolari con ex profughi che, negli anni, hanno riallacciato rapporti epistolari con Vittorio. “Gli anni in cui sono stato a contatto con i profughi ebrei sono impressi nella mia memoria con grande chiarezza, nonostante il tempo trascorso: credo sia importante, per studenti e studiosi, che siano meglio conosciute le vicende vissute dalla mia città tra il 1943 ed il 1947, anche per contribuire a diffondere e rafforzare valori come amicizia, accoglienza e solidarietà, nei quali, come i miei concittadini, ho sempre creduto.” Tutto il materiale sarà pienamente fruibile e diffuso nelle iniziative dell’amministrazione comunale, realizzate con il fine di diffondere la conoscenza del patrimonio storico e culturale cittadino e i valori che hanno valso alla città la Medaglia d’Oro al Merito Civile. // Le riflessioni della politica La politica si ferma per ricordare. Abbandona i toni a volte troppo alti e sceglie la riflessione. “La giornata della memoria sia un’occasione di riflessione collettiva – ha dichiarato Teresa Bellanova, deputata salentina del Pd – per non dimenticare quel passato fatto di immane violenza e nel contempo per restare umanamente vigili affinché il seme del razzismo, dell'antisemitismo e dell'intolleranza non germogli mai più. Questa riflessione sul rispetto dell’essere umano, al di la di ogni colore, religione e nazionalità, necessita forse oggi più di ieri. Le nostre coste quotidianamente sono testimoni della disperazione di persone che abbandonano la propria terra alla ricerca della dignità perduta, dei diritti negati e di una speranza. Ecco, il ricordo della Shoa ci aiuti a comprendere che non dobbiamo mai più chiudere le porte della nostra coscienza, affinché nessuno mai più si chieda come sia potuto accadere, ma ognuno di noi faccia in modo che quell’orrore mai più accada”. Ad un brano tratto da “La ricerca delle radici” di Primo Levi si affida il Pd di Casarano: “Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso, che è senza ritorno”. Così il Partito democratico sottolinea che “l’odio e il pregiudizio hanno alimentato la mala pianta del razzismo e dell’antisemitismo. Tutti abbiamo il dovere di tramandare il ricordo di ciò che è stato affinché non accada ancora che gli uomini dimentichino la propria umanità e si trasformino in tranquilli carnefici”.

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