Carceri. A Lecce la maglia nera

Lecce. Il penitenziario salentino è ai primi posti delle classifiche Uil per affollamento, aggressioni, tentati suicidi, atti di lesionismo e scioperi della fame

LECCE – L’analisi dei numeri è impietosa: il dramma del sovraffollamento delle carceri italiane non è più sostenibile. Lo riferisce la UIL Penitenziari in una relazione che fotografa la situazione in merito alle presenze in esubero e agli eventi critici – suicidi, tentati suicidi, aggressioni, atti di autolesionismo e proteste – verificatisi nel lasso temporale compreso tra il 1° gennaio e il 6 dicembre 2011. Questi i dati: nelle strutture penitenziarie italiane sono presenti 68.017 detenuti (65.121 uomini e 2.896 donne) a fronte di una disponibilità reale di 44.385 posti detentivi, per un esubero pari a 23.632 detenuti che determina un sovrappopolamento medio nazionale al 53,2%. La regione con il più alto tasso (84%) è la Puglia (4531 detenuti; 2463 posti di capienza regolamentare e 2068 esuberi), seguita da Marche (83,9%), Emilia Romagna (75.6%), Friuli (75,1%) e Lombardia (74 %). In regione, il primato spetta al carcere di Taranto (114,6%) seguito da quello leccese (27° nella classifica nazionale). Nell’Istituto penitenziario del capoluogo salentino, sono 659 i posti disponibili, 1304 i detenuti presenti e 645 gli esuberi. Del 97,9% l’indice di affollamento. Alle spalle della casa circondariale di Lecce, situazioni drammatiche coinvolgono anche il carcere di Foggia, quello di Bari e di Altamura. Ma Borgo San Nicola scala le classifiche nazionali anche in merito al numero di tentati suicidi. Al 6 dicembre 2011, se ne sono verificati 30. Il dato rappresenta il carcere leccese al 2° posto in Italia. Decima posizione, invece, per il numero di aggressioni ai danni del personale che lavora nell’Istituto (5) e della polizia penitenziaria (7). Testa della classifica nazionale (3° posto) per gli atti di lesionismo (170); 4° posizione per gli scioperi della fame (148) e 27esimo gradino della graduatoria nazionale per il numero di suicidi (1). Di fronte a cifre allarmanti, il sindacato evidenzia forti dubbi “sulla credibilità di un sistema penale che determina la detenzione di circa il 42% di soggetti privi di una condanna definitiva. Non solo. L’eccessivo ricorso alla custodia cautelare alimenta il fenomeno delle 'sliding doors' (porte girevoli) che sovraccarica il sistema di spese e lavoro. Ciò in ragione dei tantissimi detenuti che fanno ingresso in carcere per essere scarcerati solo dopo poche ore“. Inoltre “la promiscuità di etnie, di percorsi delinquenziali e di età è una delle condizioni che incide direttamente nell’alimentare la spirale di violenza all’interno delle carceri” che diventano luoghi invivibili e impediscono agli operatori di lavorare sia in funzione della sicurezza che del recupero e del reinserimento”. In allegato, una scheda riepilogativa della carcere_situazione in Puglia. Articoli correlati

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