Orecchie d'asino all'Università del Salento

Università del Salento tra le peggiori d'Italia e gli studenti di Lotta Studentesca insorgono

54 su 60. E' questo il posto occupato dall'ateneo leccese nella classifica sulle migliori università italiane stilata dal Sole24Ore. Una performance che, abbandonato ogni sforzo di incoraggiamento e barlume di speranza, può essere definita un fallimento. L'Università, e la formazione delle nuove generazioni sul territorio, dovrebbe infatti essere al centro delle strategie di sviluppo del Salento. A parole, in quelle della classe dirigente ed accademica della provincia, lo è davvero. Ma solo a parole. E quel 54esimo posto svela invece quanta strada va fatta per raggiungere non l'eccellenza dei Politecnici del Nord – in primis Torino, per ricerca, numero di immatricolati e tasso di laureati nei tempi di legge -, ma almeno la sufficienza. Il Sole24Ore premia il Nord Est, con le università di Trento, Udine e Ferrara, con lo Iuav di Venezia e di Padova. Si piazzano a metà classifica quasi tutti gli atenei generalisti con più di 55 mila iscritti, compresi quelli di Bologna, Torino e Milano. Scende La Sapienza, e si fa più evidente la divisione Nord-Sud. I primi atenei meridionali si incontrano al 26esimo posto con il Politecnico di Bari e al 31esimo con la Federico II di Napoli, e tutta la seconda metà della classifica è monopolizzata dalle Università del Centro-Sud, con Napoli Parthenope a chiudere come da tradizione. Fra gli “scarsi”, quelli per i quali le cronache in genere nemmeno sprecano una citazione, c'è Lecce, appena 6 posti sopra l'ultima classificata, in base ai dieci indicatori utilizzati dal Sole24Ore nel suo studio. Ne citiamo alcuni: la 'fama' degli atenei, la loro organizzazione, l'impegno nella ricerca, il mix delle facoltà, il territorio in cui è inserito l'ateneo. E a metterci il carico da novanta, c'è che le tasse sono aumentate. Lo scrivono gli studenti aderenti a Forza Nuova – Lotta studentesca in un volantino distribuito proprio in questi giorni. “Nonostante le tasse per gli studenti iscritti all’ateneo pugliese aumentino costantemente e in maniera ingiustificata – si legge – la scusa secondo cui l’aumento sarebbe necessario per garantire servizi di qualità agli iscritti non regge più, dopo la pubblicazione della classifica del Sole24ore. Con questi numeri, e tutti i disagi che ne scaturiscono, sembra sempre più lontana, la possibilità di creare un polo all’avanguardia e che proponga un’offerta formativa che possa minimamente competere con quella delle università del nord, dove ogni anno aumentano sempre di più iscrizioni o trasferimenti di studenti provenienti dal sud Italia, nelle quali sembra che ancora oggi, il clientelismo lasci poco spazio alla meritocrazia”.

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