'Sono qualificati, perciò li licenzio'

Stabilizzati da Pellegrino come personale amministrativo. Ma esperti qualificati. Licenziati da Gabellone per prenderne altri senza esperienza

Paradossale ammissione dell'assessora Filomena D'Antini Solero. In un comunicato stampa con cui replica alle difese prese da Sel e Pd nei confronti del progetto 'Libera', per la difesa delle vittime di tratta, l'assessora di Gabellone candidamente spiega che: “Sono oltre 50 in questi giorni gli uomini e donne vittime di tratta o violenza che si rivolgono ai nostri servizi. E che trovano ascolto e attenzione nelle nostre risorse umane. Risorse umane che erano state svilite e stabilizzate dalla precedente Amministrazione come “personale amministrativo-contabile” a part-time. Personale amministrativo-contabile, non esperti di tematiche sociali. Quelle risorse altamente specializzate sono state declassate dalla precedente Amministrazione a mero personale amministrativo, in una procedura che oggi è come noto anche al vaglio della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. Il centrodestra ha inteso dare continuità al progetto “Libera” ricorrendo a figure in grado di poter svolgere attività di 'presa in carico in qualità di consulente psicologo, educatore, consulente legale, assistente sociale e mediatore linguistico-culturale' “. Ma come è possibile? L'assessora prima dice che gli esperti stabilizzati da pellegrino come personale amminsitrativo in questi giorni stanno lavorando benissimo, fornendo servizi e assistenza ad oltre 50 vittime di tratta, poi afferma che ha inteso dare continuità al progetto ricorrendo ad 'altre figure' in grado di poter svolgere attività qualificata. Come si stanno selezionando gli esperti esterni? Attraverso un avviso pubblico che non prevede tra i requisiti l'esperienza di consulenza nei progetti sulla tratta. Si licenziano quelli bravi – per sua stessa ammissione – e se ne prendono altri. Si chiude una sede, già finanziata dalla Comunità europea e su cui vige ancora il vincolo di destinazione fino al 2013, e la si sposta in un'altra sede, costosa cinque volte tanto. Con il rischio che per questo la Unione europea chieda la restituzione dei soldi. Ci auguriamo che l'assessora D'antini sappia dare spiegazioni più chiare ai cittadini, per la scelta di spendere più soldi in affitto, nonostante le casse bucate della Provincia, e spiegazioni più umane ai dipendenti. Licenziati perché assunti da una Giunta di sinistra. Bravi, per sua ammissione ma, evidentemente, non politicamente allineati. IL COMUNICATO INTEGRALE DELL'ASSESSORA FILOMENA D'ANTINI SOLERO Evidentemente avevo visto giusto. Quando nei giorni scorsi a inscenare una pseudo-difesa del progetto “Libera” era scesa in campo la CGIL con tutta una serie di accuse ai limiti del consentito ebbi modo di parlare di affermazioni pretestuose, tutte politiche, destinate a trasferire e mercificare i temi delle donne e della violenza al pari della bassa politica da comizio. Evidentemente ci avevo visto giusto, ripeto, se oggi è partito l’attacco “concentrico” al nostro modo di valorizzare il progetto “Libera” da parte dell’On. Bellanova (Partito Democratico…) e della SEL di Lecce (Sinistra Ecologia e Libertà…). Il cerchio si chiude, la politica ha gettato la maschera. Evidentemente fa male la crescita di utenze dei progetti “Libera XI annualità” e “Libera Percorsi V annualità”, che continuano a trovare attuazione grazie a finanziamenti ministeriali che vedono il co-finanziamento dell’Ente Provincia. SONO OLTRE 50, UN DATO DI QUESTI GIORNI, uomini e donne vittime di tratta o violenza che si rivolgono ai nostri servizi. E che trovano ascolto e attenzione nelle nostre risorse umane. Risorse umane che erano state svilite e stabilizzate dalla precedente Amministrazione come “personale amministrativo-contabile” a part-time. Personale amministrativo-contabile, non esperti di tematiche sociali. Quelle risorse altamente specializzate sono state declassate dalla precedente Amministrazione a mero personale amministrativo, in una procedura che oggi è come noto anche al vaglio della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. Il centrodestra ha inteso dare continuità al progetto “Libera” ricorrendo a figure in grado di poter svolgere attività di “presa in carico in qualità di consulente psicologo, educatore, consulente legale, assistente sociale e mediatore linguistico-culturale”. IL CENTRODESTRA HA RIDATO VALORE PROFESSIONALE AL PERSONALE DE-QUALIFICATO DAL PARTITO DELL’ON. TERESA BELLANOVA. L’ubicazione del Centro “Libera” in altra sede ha trovato giustificazione solo nella razionalizzazione delle risorse e dei locali in affitto dell’Amministrazione Provinciale, tenendo conto e non toccando assolutamente la funzionalità e la discrezione dei numerosi servizi offerti dal Centro. In riferimento al Centro “CAIA”, si è dato atto all’atto del nostro insediamento con delibera di Giunta, che lo sportello in questione, ubicato in Piazzetta d’Enghien, interagisce con l’annesso Centro Risorse per la Famiglia, laddove si interviene sulle dinamiche di conflittualità familiare anche quando ne è causa atti di violenza e abusi nei confronti di donne e minori, nel rispetto della parità di genere. Per la sinistra, capisco, fa male, malissimo, parlare di un progetto che ancora oggi, e solo grazie all’Amministrazione Gabellone, trova grande riconoscimento da parte del Ministero ed erogazione di servizi costanti che garantiscono programmi di protezione sociale, di tutela alle vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e anche lavorativo, e a coloro che vengono condotti in condizione di schiavitù. Voglio ricordare alla SEL, infine, che il DOTTOR GIOVANNI CONVERSANO, a differenza di tanti ragazzi…, e’ laureato in Psicologia e Psichiatria Penitenziaria e Educatore Professionale all’UNIVERSITA’ BOCCONI di Milano. Con il massimo dei voti. Complimenti alla SEL per l’autogol. Filomena D'Antini Solero Assessore Provinciale alle Politiche Sociali ed alle Pari Opportunità Articolo correlato: Il progetto 'Libera' è in catene 14/07/2011 Progetto Libera. Bellanova interroga il ministro LECCE – “Proprio nel momento in cui il Salento assiste ad una recrudescenza dei fenomeni degli sbarchi clandestini, tratta di esseri umani e loro riduzione in schiavitù, anche soltanto rischiare di andare a spuntare armi di contrasto dimostratesi negli anni così efficaci, come i progetti Libera e Libera Percorsi, è semplicemente assurdo”. È da questa considerazione che nasce l'interrogazione che Teresa Bellanova, deputata salentina del Pd, ha deciso di rivolgere alla Presidenza del Consiglio ed al ministro per le Pari Opportunità sul futuro di questi due progetti della Provincia di Lecce. Bellanova parte dalla manifestata intenzione della Provincia di sostituire il personale che di questi progetti si occupa dalla loro nascita e dalla notizia del trasferimento della sede in locali che non si prestano alle esigenze di riservatezza, autonomia, sicurezza e privacy necessari per le potenziali vittime e per le persone in protezione sociale che potrebbero rischiare, nelle nuove ubicazioni, di incontrare le persone dagli stessi denunciate, come si è già verificato (il Tacco l’ha denunciato). “Va detto – ha dichiarato la deputata – che le modalità messe in campo dall’amministrazione provinciale per il contenimento dei costi, a mio avviso, non solo penalizzano fortemente la riuscita di un servizio che fino ad oggi è stato efficace nei confronti di tante persone in difficoltà, ma non sarebbero neanche rispondenti ad un effettivo risparmio, da parte dell’Ente, in termini economici (anche di questo il Tacco ha già dato notizia). Se si pensa, infatti, che si è dato avvio ad una selezione di personale che di fatto è già nelle disposizioni dell’Amministrazione provinciale unitamente alla volontà di pagare affitti di locazione ben più esosi rispetto a quelli nei quali erano ubicate le sedi dei Progetti si ha contezza che un risparmio effettivo certamente non si può attestare”. Secondo Bellanova il rischio che si corre è di svuotare di efficacia i progetti di assistenza. “E questo non sarebbe assolutamente tollerabile – ha commentato – ancor di più nel momento particolarmente delicato che stiamo vivendo”. Per queste ragioni la parlamentare ha chiesto al Governo di intervenire per scongiurare che un servizio effettivamente efficace sul territorio venga nei fatti depotenziato. Di seguito il testo integrale dell’interrogazione. INTERROGAZIONE a risposta in Commissione BELLANOVA – alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro per le Pari Opportunità. Per sapere, premesso che: – il progetto “Libera”, nato nel 2000, ed il progetto “Libera Percorsi”, nato nel 2006, divenuti progetti di eccellenza a livello Europeo, sono rivolti alle vittime della tratta e dei reati di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù a scopo di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, sfruttamento lavorativo, impiego in attività illegali, accattonaggio, ecc, finalizzati a offrire percorsi di assistenza e protezione sociale, tutela dei rischi e ritorsioni connessi all’uscita dallo stato di sfruttamento, concrete opportunità di inserimento e di integrazione sociale e lavorativa; – le persone a cui tali progetti si rivolgono sono vittime che hanno denunciato i loro sfruttatori e in ragione di ciò, a seguito di a osta da parte dell’Autorità giudiziaria, hanno ottenuto uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti dell’organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale; – entrambi i progetti sono sovvenzionati in massima parte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità, contribuendo la Provincia in misura residuale e con un contributo che si sostanzia nella messa a disposizione di risorse umane. In particolare, il progetto “Libera” per il periodo luglio 2010 – luglio 2011 ha ricevuto dal Ministero l’importo di euro 179.928,57 euro mentre la Provincia ha contribuito con euro 53.978,75 in personale. Per il progetto “Libera Percorsi”, invece, il cui costo per il 2011 è pari a euro 123.750,00, di cui euro 99.000,00 a carico del Ministero, euro 8.000,00 quale cofinanziamento della Provincia di Brindisi ed euro 16,750,00 a carico della Provincia di Lecce quale spesa per personale interno già inserita nel bilancio provinciale; – cuore di entrambi i progetti è il Centro Antiviolenza e di Accoglienza con funzioni di: “Drop in Center” (“sportello sociale a bassa soglia”), luogo in cui si svolgono attività e servizi caratterizzati da modalità di accesso e fruizione immediata e continuativa, garantendo assoluta autonomia e distanza da luoghi sensibili al fine di evitare situazioni di promiscuità con altri migranti e altri soggetti che possono minare la privacy, la sicurezza e l’incolumità di utenti ad alto rischio ed inoltre, il centro di accoglienza, spazio sicuro e autonomo frequentato quotidianamente dagli utenti e domicilio ufficiale degli utenti in protezione sociale; – con delibera del 18 maggio la Giunta della Provincia di Lecce, a seguito dell’approvazione del bilancio di previsione per il 2011, in un ottica di ricognizione della logistica degli immobili provinciali in proprietà e in locazione con la finalità del contenimento della spesa pubblica e l’ottimizzazione logistica dei immobili provinciali destinati a sedi istituzionali, ad uffici e a centri di servizi da erogare ai cittadini e agli immigrati, ha di fatto tagliato alcune voci di costi minori tra cui l’affitto dei locali dove ha sede il Centro Antiviolenza e di Accoglienza che costa alla Provincia la somma di euro 17.280,00 l’anno, mantenendo ed anzi rinnovando, altri contratti di affitto ben più onerosi; – la nuova collocazione per i progetti “Libera” e “Libera Percorsi” sarebbe stata individuata proprio in tale ultimo locale, sito in Viale Marche, già sede del Centro Provinciale per i servizi agli immigrati, lo sportello dei diritti, il CIR ed altri servizi destinati ai migranti. Tale struttura, come si evince anche da alcuni interventi sugli organi di stampa, risulterebbe inadeguata in quanto non rispondente ai requisiti di riservatezza, autonomia, sicurezza e privacy necessari per le potenziali vittime e per le persone in protezione sociale che potrebbero rischiare, nelle nuove ubicazioni, di incontrare le persone dagli stessi denunciate; – la Giunta Provinciale con determinazione n. 63 del 12.05.2011, ha approvato un avviso pubblico per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo di natura specialistica per lo svolgimento delle attività nell’ambito dei citati progetti, nonostante la presenza di profili professionali già operanti all’interno degli stessi; – i progetti sopra citati hanno potuto contare, nel corso degli anni, su un team di risorse ad alta specializzazione, conquistata anche con anni di attività sul campo, creando un patrimonio di fiducia e credibilità che l’eventuale sostituzione farebbe venir meno a completo discapito dei suoi utenti; – dagli organi di stampa si legge che tre dipendenti della Provincia, lavoratori part-time del progetto “libera” assunte nel 2008 dopo anni di precariato si sono viste recapitare la lettera di licenziamento e nella stessa situazione si troverebbe anche l’addetta allo sportello; – ad avviso dell’interrogante le modalità messe in campo dall’amministrazione provinciale per il contenimento dei costi non solo penalizzano fortemente la riuscita di un servizio che fino ad oggi è stato efficace nei confronti di tante persone realmente in difficoltà, ma non sarebbero neanche rispondenti ad un effettivo risparmio, da parte dell’Ente, in termini economici se si pensa che si è dato avvio ad una selezione di personale che di fatto è già nelle disposizioni dell’Amministrazione Provinciale unitamente alla volontà di pagare affitti di locazione ben più esosi rispetto a quelli nei quali erano ubicati, ad esempio, il Centro Antiviolenza e di Accoglienza; – la provincia di Lecce ed il territorio circostante stanno conoscendo, in questo periodo, una grave recrudescenza proprio dei fenomeni per contrastare i quali i progetti in oggetto sono nati; se il Governo non intenda intervenire con urgenza per scongiurare che un servizio effettivamente efficace sul territorio che ha prodotto risultati tangibili, migliorando l’esistenza di tanti poveri migranti venga nei fatti depotenziato anche attraverso la dispersione delle risorse umane che fino ad oggi hanno operato con professionalità all’interno delle strutture. Bellanova,

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