Elisa Bedori, nel Salento come ‘Un topo nel formaggio’

L’INTERVISTA. Lecce. Parte oggi la due-giorni di Lecce Fashion Week. Il Tacco ha conosciuto più da vicino la sua ideatrice, Elisa Bedori

LECCE – Due serate magiche. Due serate all’insegna della moda, del bello, della creatività. Oggi e domani l’ottava edizione di Lecce Fashion Weekend a Lecce all’interno del PalaSolaris allestito in piazza S. Oronzo. Una tensostruttura completamente trasparente. Organizzata dall’agenzia “Alta Voce’ di Elisa Bedori, dall’associazione culturale ’Stage’, dal Comune di Lecce con il patrocinio della Provincia e della Camera di commercio in partnership con Promozione Puglia, Apulia Fashion Makers e Api. Diciotto tra stilisti e aziende pugliesi a presentare sulle passerelle le loro ultime creazioni. Condotta da Cinzia Malvini, giornalista de La 7 (curatrice della trasmissione Moda). L’evento si avvale della regia di Rossano Giuppa, che ha curato a Roma la recente sfilata di Cristel Carrisi e del brand martinese ‘Rossorame’ per la rassegna ‘Roma New Generation’. (Un’immagine della sfilata Lecce Fashion Week 5 stilista Danny Maria Ramund e di Elisa Bedori).

Fashion week

Signora Bedori le chiediamo subito come definirla. “Lecce Fashion Week-end in realtà è un progetto in atto dal 2008, risultato di trent’anni dedicati alla moda, alla grafica, alla pubblicità, alla ricerca di nuovi talenti, all’organizzazione eventi e, non per ultimo, ad un amore profondo che mi lega a questa meravigliosa ed incredibile terra di Puglia, nella quale mi sono trasferita, da Milano, nel 1993. Lecce e tutto il Salento sono, tra le tante cose, fonte inesauribile di arte, cultura ed alto artigianato. Un preziosissimo scrigno che racchiude tesori inimmaginabili… ma la verità è che per uno strano gioco del destino, di circostanze familiari e professionali, mi sono sempre trovata in una posizione ‘di tramite’, ovvero, ho conosciuto, nella mia vita, una serie di persone e personaggi che più che utili a me, potevano essere d’aiuto ad altri. Quindi, forse, il termine più giusto per definirmi è proprio ‘tramite’”. Lei promuove eventi legati alla moda, sempre attenta alle nuove tendenze e a quelle che sono le eccellenze del territorio… “Non potrei fare altro se non quello che faccio, è più forte di me. Una curiosità innata e un forte interesse estetico mi portano da sempre ad osservare ciò che considero bello, e qui a Lecce, mi sento come un topo nel formaggio! Una vocazione quella di scovare talenti e promuoverli, che mi ha sempre dato molte soddisfazioni, ma non è sempre semplice perché il talento, in sé stesso, non basta. Gli eventi moda e le sfilate come LFW, sono uno strumento fondamentale per dare corpo e visibilità alle creazioni degli stilisti ed il mio magazine Alta Voce (free press), in uscita dopo ogni evento, continua a promuoverne le collezioni. Infatti, ho scoperto nell’arco di questi anni, che proprio gli atelier più piccoli, i giovani stilisti sono quelli che danno i risultati più straordinari. Spinti da una grandissima voglia di fare, sono loro più che mai che si mettono in gioco, si confrontano… il loro entusiasmo spinge il nostro ed il nostro spinge il loro, in uno scambio collaborativo e produttivo, motivato non da intercessioni miracolistiche ma dalla sostanza di un’imprenditorialità che esiste per passione, vocazione, tenacia e desiderio di innovare realmente”. Come è consuetudine in un’intervista agli inizi del nuovo anno, ci fa un bilancio su quello già trascorso? “Non è stato un anno che ha brillato in generale per generosità e belle notizie, ed il particolare momento storico del nostro Paese impone riflessioni molto più amare e poco rassicuranti per il futuro di noi tutti. Un pensiero all’anno venturo dunque è d’obbligo, e se il 2011 che, come ho detto, è stato caratterizzato da una serie di eventi pesanti, la riflessione che ne è derivata e ne deriva tutt’ora, serve a portare a dei cambiamenti… fondamentale che questi siano ben ponderati. Le variabili sono infinite. Se mi limito a parlare nell’ambito del mio lavoro e per rispondere alla sua domanda dico che importanti obiettivi li abbiamo raggiunti e valgono il doppio vista la situazione… passo dopo passo si scalano le montagne”. Parliamo del futuro. Si ritiene una persona superstiziosa? E quindi: sarà un anno catastrofico come predice il calendario Maya o si potrebbero aprire nuovi e positivi spiragli? “Credo che lei abbia capito che sono un’ottimista, ma aggiungo anche un po’ fatalista ed in generale non superstiziosa… e meno male! Sebbene io sia un’appassionata di misteri e tutto ciò che ha, alla fine della frase, un ‘punto di domanda’, non credo che il mondo finirà. Mi piace pensare ad una nuova presa di coscienza di tutta la gente che abita sul ‘villaggio’ terra. Mi basta sperare in una maggiore “civiltà”, piccole cose belle che cambiano la visione del rapporto con il prossimo. Se posso rubare due righe vorrei raccontare una cosa che potrebbe essere importante per qualcuno come lo è stato per me (ecco la mia vocazione di “tramite” che si riaffaccia): mio padre, che era una persona davvero speciale, acquistò uno splendido antico frantoio “ad acqua” sui monti della Liguria ai confini con la Francia affacciato per due lati su un torrente cristallino: un posto magnifico, frequentato da sempre da tante persone del luogo e non. Una volta restaurato il frantoio, mio padre non chiuse, pur potendolo fare, l’accesso ai laghetti creati naturalmente dal torrente, con il conseguente quotidiano riversamento di persone. Facile immaginare che fra questi, c’era sempre qualcuno che, nel più autentico menefreghismo, lasciava rifiuti in ogni dove. Un giorno, mentre ci accingevamo a partire per l’ennesima spedizione di raccolta cartacce, bottiglie & co., chiesi, con tono seccato a mio padre: ‘Ma perché non chiudi l’accesso ai laghetti? Così almeno non sporca più nessuno’, e lui mi rispose: ‘Non è giusto che per qualche persona incivile, io privi di tanta bellezza tutti gli altri’. Un grande, profondo insegnamento… Ecco, vorrei che ci fosse questo tipo di “spiraglio” nel mondo. Una nuova coscienza che porti l’uomo ad andare “verso gli altri” e non solo “verso se stesso”. Sarebbe davvero la fine del mondo”. Quali sono i suoi progetti? “Guardo l’obiettivo: trovare sempre più imprenditori acuti e capaci, continuare a far crescere Lecce Fashion Week creando sempre più spazi commerciali fra le aziende produttrici e compratori. Il quadro è ormai chiaro: il futuro della moda italiana è estero. I compratori delle nostre eccellenze sono sempre più asiatici, americani, russi, turchi e sempre meno italici. Certo, ci sono in cantiere anche altri progetti, ma preferisco non parlarne: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Avevo detto che non sono superstiziosa? Mi correggo: qualche volta si”.

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