LECCE SPA : CERCASI BUONA AMMINISTRAZIONE

Perchè non pensare a un azionariato popolare

Da Roma rimbalza la notizia che gruppi esteri sono interessati all’acquisto del pacchetto azionario dell’ U.S. Lecce SPA. Molti si chiedono se il cambio di società potrà sortire effetti positivi per il salento e con grande sincerità ci si scontra con due opinioni che seppur in contrasto tendono sempre allo stesso obiettivo, quello di poter avere una compagine competitiva e puntare con tutta tranquillità a mantenere stretta la posizione nella massima serie. Con la riunione convocata il 4 luglio, dell’assemblea dei soci si potrà avere un quadro più completo e definito della situazione. Il disimpegno richiesto dalla famiglia Semeraro la dice lunga sullo stato attuale del clima che regna intorno a questa società. Se un analisi va fatta è indubbio che in tutti questi 17 anni di gestione societaria, qualcosa non ha funzionato. Amministrare una società non è cosa semplice, se si parla poi di “prodotto calcio” diventa ancora più difficile quando i tuoi competitors sono in maggior parte società con grandi capitali e risorse economiche. Far quadrare i bilanci diventa arduo e se intorno non si riesce a creare quei presupposti di entrate extra e di fidelizzazione diventa ancora più difficile. Il calcio nel bene e nel male è lo sport più popolare e amato dalla gente e la gente rappresenta il fulcro di tutte le iniziative che ruotano intorno a questo “business”, per le società chiamate ad erogare tale servizio è importante trovare un intesa tra la disponibilità economica e il prodotto offerto , considerato comunque l’aspetto “passione e amore” che gioca un ruolo determinante , collante essenziale di buona gestione. Diciassette anni sono tanti e sembra alquanto bizzarro osservare come tra questa famiglia e il tifo non sia mai scoppiato il vero “amore”. Uno degli errori commessi certamente è stato quello di illudersi che amministrare con propri capitali, anche se negli ultimi anni in verità si è parlato solo di autogestione, e quindi con entrare e proventi senza rischi personali, potesse dare alla società quella piena autonomia decisionale senza ascoltare le aspettative del territorio. Non si spiega come società sportive alla pari della nostra possano schierare fior di calciatori (vedi Mutu, Jimenez,Maxi Lopez ecc.) e non si riesca a trattenere giocatori come Bertolacci o Munari per pochi spiccioli d’investimento. Come è inspiegabile il “fallimento” del settore giovanile e la successiva ed immediata riconferma degli organici seppur di fronte ad anni improduttivi che oramai senza nessuna proposta hanno vanificato le entrate prodotte dalle vendite dei vari Vucinic e Bojinov ed altri. Quindi se la società è gestita a modello di azienda, un azienda produce un oggetto uno spettacolo che deve essere venduto e che al pubblico deve piacere e per venderlo è necessario creare appeal o feeling e se questo non avviene è opportuno chiedersi il perchè. Questo l’errore commesso dall’amministrazione Semeraro, trascurando il “popolo” è chiaro che il “popolo” al minimo errore ti trascura. Ci siamo chiesti quanto in questo abbia inciso una cattiva comunicazione, perchè conoscendo bene l’attacamento alla maglia al territorio, passione e l’amore del “Patron” solo un difetto di comunicazione può aver fatto passare questa immagine distorta della società. Allora senza ricercare nuovi acquirenti e nuove frontiere, perchè non cambiare uomini e comunicazione cercando di creare quelli strumenti di coinvolgimento per aumentare motivazioni e l’attaccamento e così ripartire con nuovi e grandi entusiasmi.Ai capitali esteri preferiamo un azionariato popolare come in tanti modelli esteri che ancora oggi funzionano e forse quel tanto ambito pathos anche questa società riuscirà ad esprimerlo.

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