San Cataldo. Il Comune di Lecce ha finalmente risposto agli appelli del sindaco di Vernole Mario Mangione, dicendosi disposto a risolvere la questione
SAN CATALDO – Novità ci giungono da San Cataldo per quanto riguarda il problema del depuratore sito in località Ciccio Prete. Finalmente, dopo vari inviti e reclami da parte del sindaco di Vernole Mario Mangione, il Comune di Lecce sembra aver dato la sua disponibilità per la risoluzione della questione legata agli scarichi di liquami nelle acque della marina leccese. Dopo il peggioramento repentino del 18 maggio scorso, giornata in cui il mare era diventato di un colore nero e l'aria si era fatta irrespirabile, era calato il gelo tra l'amministrazione di Vernole e quella di Lecce. Finalmente, nei giorni scorsi c'è stato un incontro, proprio a San Cataldo, tra Paolo Perrone e Mario Mangione. Incontro molto atteso soprattutto dagli operatori balneari, i quali erano presenti con una rappresentanza, e che ha dato vita a speranze di risoluzione in tempi ragionevoli. La strada intrapresa è quella della creazione di una “cabina di regia” politica che gestisca la faccenda in tutte le sue fasi, dai programmi immediati a quelli più a lunga scadenza. A capo di questa operazione ci saranno il sindaco Mangione e il vicesindaco di Lecce Gianni Garrisi. Dopo un lungo periodo di polemiche, il primo cittadino di Vernole si è detto disponibile a sotterrare l'ascia di guerra e a proseguire sulla strada della cooperazione: “Lasciamo da parte le polemiche – ci ha spiegato – in questo momento quello che serve è il lavoro congiunto di due comuni che hanno come unico obiettivo quello di riportare la situazione a livelli dapprima accettabili e successivamente degni. San Cataldo ha bisogno di rinascere nel segno del turismo eco-compatibile ed è proprio la volontà di tutti noi che può renderlo possibile. Ora dobbiamo pensare solo a bloccare questo scempio”. Speriamo proprio che sia la volta buona. 19 maggio 2011 Ciccio Prete. Pankiewicz bacchetta il sindaco LECCE – Per far approdare in Consiglio comunale il problema del fiume di liquami che continua ad essere sversato nel mare di San Cataldo il consigliere dell’Udc Wojteck Pankiewicz ha presentato un’interpellanza urgente al sindaco, “in modo da costringerlo – ha dichiarato – a prendere posizione nella massima assise comunale, in occasione della prossima riunione”. Nella giornata di ieri dal depuratore Ciccio Prete c’è stato un nuovo sversamento di reflui nella marina di San Cataldo. Intanto, la Regione Puglia ha annunciato per sabato 21 maggio l’inizio ufficiale della stagione balneare con apertura di tutti gli stabilimenti. La presenza di liquami e scarti industriali nella marina dei leccesi rischia non solo di provocare guasti di carattere igienico-ambientale, ma anche un ingente danno al turismo e all’economia locale. A fronte di questa insostenibile situazione, che si trascina da molto tempo, il sindaco di Vernole ha annunciato che chiederà al Comune di Lecce un risarcimento milionario. “Purtroppo – ha commentato il consigliere leccese – l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale di Lecce continua a caratterizzarsi per inerzia e passività; ho chiesto al sindaco se non ritenga finalmente di abbandonare tale assurdo atteggiamento ponendo in essere con immediatezza iniziative concrete ed una regia politica adeguata, essendo San Cataldo la spiaggia dei leccesi e Lecce il Comune capoluogo, per risolvere o avviare a soluzione tali gravi problemi”. 18 maggio 2011 Ciccio Prete. Le acque del mare sono di nuovo putride di Andrea Gabellone SAN CATALDO – Ci risiamo. Questa mattina a San Cataldo, i reflui provenienti dai depuratori, situati in località Ciccio Prete, hanno nuovamente iniziato a inquinare le acque della marina leccese. Sul posto è presente il sindaco di Vernole Mario Mangione, al quale abbiamo chiesto qual è il quadro della situazione e se ci sono soluzioni applicabili in un arco di tempo ragionevole. “Sono qui, davanti allo scarico dei liquami. Le condizioni del mare sono drammatiche – ci spiega Mangione – l'acqua è completamente nera. Il vento di tramontana ha fatto sì che l'enorme chiazza arrivasse a ricoprire l'intero bacino della riserva naturale delle Cesine. In più, i miasmi sono insopportabili”. Da quando si è presentato il problema, non sono arrivate né proposte né decisioni, da parte delle autorità competenti, tese a debellare questo scempio. “Attendo ancora una risposta da parte dell'Arpa e dal Comune di Lecce – afferma ancora il sindaco di Vernole -. Non è possibile, nel 2011, assistere impotenti davanti a questo degrado. Si tratta di mancanza di civiltà. L'amministrazione leccese dovrebbe già aver capito da tempo che serve un intervento, ma nonostante tutti i reclami da parte nostra, qui non c'è nessuno”. E mentre con il telefono ci fa ascoltare il forte rumore provocato dagli scarichi dentro il mare, aggiunge che “a Gallipoli, con delle circostanze analoghe, Destra e Sinistra si sono unite per cercare di bloccare il problema sul nascere. Qui a San Cataldo, non solo non c'è la collaborazione di Palazzo Carafa, ma non c'è stato un accenno di denuncia neanche da parte delle associazioni ambientaliste”. Intanto, le acque della marina leccese, fra polemiche e reclami, sono sempre più torbide. 13/05/2011 Ciccio Prete. La Procura acquisisce le carte Il depuratore Ciccio Prete e soprattutto gli scarichi in mare, a San Cataldo, finiscono sotto il mirino della Procura. Che infatti nelle scorse ore ha avviato degli accertamenti dando mandato agli agenti della Forestale e della polizia provinciale di acquisire le carte. E infatti così è stato. I militari sono stati ieri in Comune e, come disposto dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, hanno prelevato dall’Ufficio Lavori pubblici la documentazione relativa allo scarico. E’ infatti stato avviato un fascicolo per accertare il funzionamento del canale che scarica acque miste. L’iniziativa della Procura scaturisce da mesi di esposti presentati e di polemiche politiche, che vedono da un lato il sindaco di Vernole Mario Mangione denunciare con forza la situazione di emergenza ambientale determinata dagli scarichi dei reflui in mare, e dall’altra il Comune di Lecce che pare non curarsi del problema. 10 maggio 2011 Ciccio Prete: tutti d'accordo per riutilizzare i reflui Continua a tamburo battente l'impegno del sindaco di Vernole Mario Mangione per l'attivazione del depuratore ciccio Prete e il riutilizzo dei reflui in industria e agricoltura, piuttosto che il versamento in mare. Si è tenuta oggi presso la Provincia di Lecce la riunione necessaria ad acquisire le informazioni da parte della ASI al fine di valutare la possibilità di utilizzo, nella zona industriale di Lecce e Surbo, delle acque dei reflui affinati provenienti dal depuratore di Ciccio Prete. Alla riunione hanno partecipato tutti gli enti interessati con la sola eccezione della Città di Lecce che non era presente né in sede politica né in sede tecnica. L’ingegnere Di Mitri del Consorzio ASI ha relazionato dichiarando che l’ASI ha già da tempo realizzato due importanti torrini di raccolta e spinta, nonché una rete di distribuzione delle acque industriali alle aziende che operano in quell’area, rete parallela e differente rispetto a quella dell’AQP che distribuisce acqua potabile. Preso atto dell’esistenza di tutte le infrastrutturazioni esistenti e mai andate in esercizio e della conseguente possibilità di riutilizzo dei reflui di Ciccio Prete anche in industria nonché delle circostanza che uno dei due torrini è in perfetta efficienza essendo stato realizzato di recente, mentre il secondo necessita di interventi manutentivi essendosi deteriorato nel tempo ed a seguito di atti vandalici, la Provincia di Lecce ha chiesto ad ASI di predisporre una relazione tecnico-finanziaria per gli interventi necessari per avviare l’intero impianto di spinta e distribuzione realizzato negli anni e mai attivato. Tale relazione dovrà pervenire al tavolo in una prossima riunione prevista per martedì 24 maggio prossimo presso la sede della Regione Puglia a Bari. “Appare del tutto immotivata ed incomprensibile l’assenza della Città di Lecce – ha affermato il sindaco Mario Mangione – che pure, come il Comune di Vernole, ha grande interesse a migliorare la qualità delle acque di San Cataldo, apparendo in evidente contraddizione i positivi interventi in essere per migliorare a terra la marina dei leccesi e consentire lo scarico a mare, sul bagnasciuga ovvero a distanza dalla costa, dei reflui civili ed industriali. In tal senso da lungo tempo ed in più occasioni, sia in maniera informale sia con documenti scritti, il Comune di Vernole ha rappresentato alla Città di Lecce questo gravissimo problema ambientale che si ritorce non solo a danno della comunità vernolese, ma compromette gli interi equilibri ambientali ed economici di tutta l’area, San Cataldo di Lecce compresa. Rinnovo, quindi, l’invito ai colleghi amministratori della Città di Lecce a voler affrontare insieme la vicenda nel convincimento che con una attenta regia politica e dal coordinamento tecnico delle tante infrastrutture già realizzate con denaro pubblico, esistenti e mai messe in rete, il territorio non potrà che trarne concreto beneficio”. 06/05/2011 Ciccio Prete: Vernole vuole i danni Di Andrea Gabellone Ieri mattina, presso la sede della Regione Puglia a Bari, ha avuto luogo una riunione che ha visto protagonisti il sindaco di Vernole Mario Mangione insieme ad una buona rappresentanza di tecnici e responsabili della Regione, della Provincia e del Comune di Lecce, dell'AQP, dell'ARPA, dell'AATO e del Consorzio di Bonifica “Ugento e li Foggi”. L'obiettivo era quello di valutare la possibilità di riciclare i reflui degli impianti, presenti in località Ciccio Prete, in campo agricolo e industriale. Tra i reflui e il loro adeguato impiego c'è, però, il problema degli impianti realizzati dal Consorzio di Bonifica “Ugento e li Foggi”, presenti dal 1993 e mai entrati in funzione perché, come spiega il segretario provinciale di Fiamma Tricolore Egidio Personè in un comunicato, i reflui dei due depuratori non sono mai stati ceduti da AQP e dal Sisri al suddetto consorzio. Inoltre, i parametri previsti dalla normativa recentemente introdotta richiederebbero un adeguamento strutturale del valore di circa 1 milione di euro. Mentre si studia tecnicamente e burocraticamente una soluzione, il sindaco Mangione sta valutando l'ipotesi di rivendicare, nei confronti dei soggetti responsabili, una congrua indennità che risarcisca la comunità vernolese dei danni e dei guasti subiti. Opzione che rilancia anche agli operatori turistici della zona che, individualemente o in forma associata, potrebbero richiedere un risarcimento per le perdite causate dai danni ambientali. “Spero – ha dichiarato Mangione – che chi, come me, ha responsabilità di governo del territorio ponga più attenta riflessione e si adoperi fattivamente per rimuovere una situazione igienico-ambientale divenuta ormai non più tollerabile”. Intanto sembra che il Comune di Lecce abbia, a detta del segretario Personè, gravi responsabilità sullo stato non proprio esemplare di quel tratto di litorale. “Risulta che per smaltire quei reflui provenienti dalla località Ciccio Prete e per evitare danni ambientali dovuti allo scarico a mare di liquami poco depurati – afferma Personè – il Comune di Lecce, senza interpellare il consorzio di bonifica, ha realizzato con fondi comunitari una condotta sottomarina con relativi impianti di pompaggio per spingere i liquami a 2,7 chilometri dalla costa”. Considerando che le acque esaminate, nonostante le notevoli spese, non sono comunque risultate depurate sufficientemente, ci si augura che i prossimi interventi tendano a risolvere veramente il problema e non a cercare soluzioni temporanee che ricordano tanto la polvere sotto il tappeto. 05/05/2011 Spiaggia al profumo di liquami. Il Comune fa orecchie da mercante di Andrea Gabellone SAN CATALDO – Siamo alle porte della stagione estiva e il mare di San Cataldo versa in condizioni indecorose. Il problema potrebbe assumere contorni più ampi e gravi, alla luce dell'impossibilità di porvi rimedio in tempi brevi. A rendere ancor più preoccupante la situazione c'è la frequenza con la quale, lo stesso inconveniente, si presenta sempre sulla stessa zona di litorale. Non è, infatti, la prima volta che ci si trova di fronte allo scempio dei liquami sulle spiagge della marina leccese. Già nell'ottobre del 2009, il sindaco di Vernole, Mario Mangione, parlava di “un'annosa questione” e della difficoltà di riscontrare un interessamento da parte dell'Arpa nonostante le numerose richieste. Oggi l'impedimento sarebbe dovuto alla mancanza di personale. E il tutto diviene tanto più increscioso se pensiamo che non si parla di una soluzione, ma dell'individuazione delle origini del problema: mancano i fondi per poter campionare ed analizzare le acque. In tutto questo, che cosa fa il Comune di Lecce? Tra le polemiche con l'opposizione, i nuovi contenitori per la raccolta differenziata e la riapertura del Sedile, non troviamo traccia di un'attenzione che la (tutt'altro che nuova) questione di San Cataldo meriterebbe. Inutile rimarcare che quanto più tempo si lascia trascorrere fino ad un intervento effettivo, tanto più grave sarà la situazione alla quale bisognerà far fronte. Infatti, la macchia non ancora identificata, si sta espandendo, complice il vento, anche al largo. Infine, riscontriamo un altro triste elemento in comune con il passato: sempre nel 2009, il sindaco Mangione denunciava l'assenza, nel momento della necessità, delle associazioni ambientaliste. Oltre a quella di Palazzo Carafa, anche l'attenzione dell'ecologia locale sarà stata monopolizzata da temi di più scottante attualità? 4 maggio 2011 Mare nauseabondo. Colpa di Ciccio Prete? Ciccio Prete colpisce ancora. Forse. Una ampia chiazza di acqua sporca e putrida, proveniente dai depuratori di Ciccio Prete, ha invaso il mare di San Cataldo. Il Sindaco di Vernole ha chiesto l'intervento della capitaneria di Porto, della Polizia Municipale e dell'ARPA. La Capitaneria e la Polizia Municipale hanno provveduto alla rilevazione fotografica della enorme chiazza inquinante ed hanno redatto un verbale riferendo anche dei miasmi che hanno invaso l'area limitrofa alla idrovora e la superficie del mare. Il responsabile provinciale dell'ARPA , alla quale il Sindaco aveva chiesto sia formalmente che per le vie brevi che venisse effettuato dall'organo regionale preposto un prelievo per il campionamento e l'analisi delle acque necessari per valutare la portata dello sversamento a fini igienico sanitari e per la prevenzione e la tutela della igiene pubblica, ha dichiarato al Sindaco di non essere in grado di intervenire per carenza di personale. Mario Mangione ha così inviato un fax al Prefetto di Lecce, all'assessore regionale alla Sanità e all'Arpa, sottolineando come a suo parere persista ‘una situazione igienico-sanitaria ad alto rischio ben oltre i limiti di inibizione alla balneazione previsti dalla vigente normativa a ridosso degli scarichi e per verificare i quali lo scrivente non ha allo stato strumenti idonei'. Fuor di metafora: è quasi tempo di bagni al mare, ma i cittadini stiano attenti, perché nessuno ad oggi può garantire loro che in quel bare possano fare un bel tuffo senza mettere a rischio la loro salute. 27/04/2011 Furto di cavi in rame. Il Ciccio Prete in tilt VERNOLE – Da molti anni la Amministrazione di Vernole lamenta i danni ambientali causati dagli impianti di depurazione a Ciccio Prete. Nei pressi dello stadio di “Via del Mare”, esistono infatti due impianti di depurazione: uno a servizio della città di Lecce gestito dall’Acquedotto Pugliese, l’altro della zona industriale di Lecce e Surbo, gestito dall’Asi e un impianto di affinamento, mai entrato in funzione, realizzato dal Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi. I due depuratori sversano in mare a San Cataldo, in territorio di Vernole. L’impianto dell’Asi non ha mai funzionato a regime, tanto che è stato oggetto di sequestro dalla magistratura, ed è interessato da interminabili lavori di adeguamento. E’ notizia dei giorni scorsi che la magistratura ha disposto la verifica dei reflui di tutti gli impianti. Il giorno successivo alla comunicazione della decisione della magistratura, si è verificato uno “strano” furto dei cavi elettrici che forniscono di energia l’impianto di Ciccio Prete, causando un black out elettrico dell’impianto ed il conseguente sversamento in mare dei liquami non depurati. Significa che i reflui della zona industriale, inclusi veleni, metalli, materie chimiche verosimilmente tossiche, provenienti dalla zona industriale, vengono immessi direttamente in mare, determinando inesorabilmente l’inquinamento delle acque. Eppure la comunità, le istituzioni, le rappresentanze, le associazioni ambientaliste sono rimaste del tutto inerti dinanzi ad un problema ambientale ed igienico di grossa rilevanza. Il sindaco di Vernole Mario Mangione si chiede pertanto se l’Associazione Industriali Salentini (Asi), responsabile dell’impianto ora bloccato e da sempre malfunzionante, non abbia previsto le risorse adeguate per dotare lo stesso impianto di un generatore elettrico di riserva; se non ritenga sia il caso di stendere cavidotti provvisori nella attesa della riparazione, sempre che il depuratore, fornito di energia elettrica, sia in grado di funzionare realmente. “Come mai – aggiunge mangione – le associazioni ambientaliste, preoccupate costantemente delle sorti ecologiche del territorio, in questa occasione, non agiscono minimamente, apparendo completamente distratte e disinterassate alla annosa questione degli scarichi a mare coinvolgendo non solo Vernole ma l’intera costa leccese? L’inquinamento di questo tratto di mare non dovrebbe essere un tema da mettere in risalto e da affrontare con serietà tutti insieme, istituzioni, cittadini e ambientalisti? Perché questo immobilismo? A chi giova”? Il perdurare di tale situazione contraddice peraltro seriamente, sottolinea il primo cittadino di Vernole, ogni ipotesi di rilancio dello sviluppo turistico-territoriale della marina di San Cataldo al quale sta puntando con interventi infrastrutturali a terra la città di Lecce che pure, con evidente contraddizione, amplia lo scarico prevedendo di aumentare la capacità di portata degli impianti di Ciccio Prete e conseguentemente degli scarichi nello stesso mare di San Cataldo. Per queste ragioni, Mangione chiede a Regione Puglia, Provincia di Lecce, alla Città di Lecce e a quella di Surbo, all’Acquedotto Pugliese, all’ASI al Consorzio di Bonifica l’immediata ripresa del tavolo di concertazione attivato presso l’Ufficio Tutela delle Acque dell’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia perchè, a conclusione delle valutazioni tecnico-finanziarie già eseguite, si passi concretamente alla realizzazione di quelle opere necessarie per eliminare gli scarichi a mare, riutilizzando, conseguentemente, i reflui, pretrattati-depurati-affinati, in agricoltura e nell’industria presso le aree industriali di Lecce e Surbo. Articolo correlato: Ciccio Prete raddoppia (21 aprile 2011)
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