Casarano. 20 immobili e sei terreni per un valore complessivo di 3 milioni 200mila euro sono stati sequestrati dalla Dia. Appartenevano a Franco Miggiano, detto “il leccese”
aggiornamento delle ore 15:00 LECCE – Un patrimonio economico stimato in oltre tre milioni di euro composto da appartamenti e una tenuta faraonica dove, oltre alla residenza di famiglia, vi sono anche una piscina, magazzini, una torretta, un autonoleggio, terreni e cavalli. A finire nel mirino della Direzione investigativa antimafia di Lecce, ancora una volta, sono stati i beni di Franco Miggiano, alias “il leccese”, 65enne di Casarano, ritenuto dagli inquirenti uno dei nomi di spicco della criminalità organizzata del Basso Salento. La prima sezione penale del Tribunale di Lecce ha emesso, su proposta di una misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal direttore della Dia, il generale Antonio Girone, un provvedimento di sequestro dei beni riconducibili all’intero nucleo familiare di Miggiano. Fortemente indiziato di appartenere alla Sacra corona unita, indicato da numerosi collaborati di giustizia come referente del clan Giannelli-Scarlino, Miggiano è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Viribus Unitis” nel 1999 e condannato per detenzione illegale di droga e armi ed estorsione, ha scontato complessivamente circa undici anni di carcere prima di essere scarcerato nel 2003. Gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti nei confronti del “leccese” e del suo nucleo familiare hanno rilevato un evidente sproporzione tra il valore economico dei beni (tutti intestati alla moglie) e stimati in circa 3,2 milioni di euro e il reddito dichiarato dall’intero nucleo familiare tra il 1998 e il 2009, pari a poco più di 130mila euro. Si tratta, in particolare, di complesso immobiliare che si trova in contrada Calò a Casarano e si estende su una superficie di circa 20mial metri quadri. Nella tenuta, completamente recintata, sono racchiusi vari edifici per complessivi duemila metri quadri. Vi sono poi tre immobili a Casarano, in via Pendino e in via Astore. Beni accumulati dunque, secondo gli inquirenti, in maniera illecita e che hanno fatto scattare il sequestro finalizzato, nei prossimi anni, alla confisca. “Quella dell’aggressione ai patrimoni accumulati in maniera illecita – ha spiegato il colonnello Claudio Peciccia direttore del Centro Dia di Bari – è l’attività a cui la Direzione investigativa antimafia da priorità assoluta. Un’attività in costante ascesa e importantissima sotto il profilo della lotta alla criminalità organizzata anche per l’effetto di visibilità che ne deriva”. 18 maggio 2011 CASARANO – La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha proceduto al sequestro di beni immobili riconducibili a Franco Miggiano, alias “il leccese”, 65 enne di Casarano, “indiziato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso e condannato con sentenza definitiva per estorsione, detenzione illegale di sostanze stupefacenti e di armi”. Il provvedimento di sequestro è stato emesso, ai sensi della normativa antimafia, dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, su proposta del direttore della Dia, generale dei Carabinieri, Antonio Girone, a seguito delle articolate indagini tecnico-patrimoniali condotte dalla Sezione Operativa leccese che hanno consentito di accertare una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Miggiano e l'ingente patrimonio a lui riconducibile. Sono stati quattro in particolare i periodi temporali monitorati dagli investigatori per risalire al saldo negativo tra le entrale e le uscite di Miggiano. Dal 1988 al 1997, i coniugi avrebbero dichiarato 13mila euro di reddito (circa mille euro all'anno), pur essendo proprietari di un immobile del valore di oltre 300mila euro. Gli arricchimenti patrimoniali che si sono registrati durante gli anni hanno continuato a intaccare in parte il reddito familiare: dal 1998 al 2004 sono stati dichiarati, infatti, solo 35mila euro; dal 2005 al 2007, 63mila euro; dal 2008 al 2009, 31mila euro. Per una sproporzione complessiva di oltre 930mila euro. Tra i beni sequestrati, situati nel Comune di Casarano, figurano 20 immobili e sei terreni per un valore complessivo stimato in circa 3 milioni 200mila euro. Tra tutti spicca il ranch, 20mila metri quadrati recintati da un muro alto 4 metri, al quale si accede tramite due cancelli. All'interno una serie di appartamenti e magazzini, una piscina ed una falegnameria. La carriera criminale di Miggiano è iniziata nei primi anni Ottanta con un furto compiuto in Germania, i cui proventi avrebbero costituito la base per avviare i primi traffici di droga. Proprio questa attività che gli avrebbe portato ricchezza ma anche molti guai giudiziari. Molte volte il suo nome è comparso nelle dichiarazioni dei pentiti salentini, che lo hanno indicato come un esponente di primo piano della criminalità leccese.
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