Spiega il capogruppo PD a Palazzo dei Celestini: chi lavora non chiede onori, ma evitiamo le appropriazioni indebite.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Sul turismo è facile raccogliere meriti e amplificare i dati, meglio stare con i piedi per terra. La Regione Puglia dovrebbe evitare di fare come fa il sindaco di Lecce che si esalta per la presenza di qualche scolaresca, convinto che sia merito della sua “lungimirante” politica di promozione la presenza di qualche giovane, interessato a ridere e scherzare con le compagne di classe e non certamente agli interventi di restauro dei palazzi del centro storico. Certo ragazzi lo siamo stati tutti, il problema è che qualche nostro amministratore pubblico lo è ancora. Gli studenti, a differenza di quanto si legge trionfalmente sui giornali, non producono enormi ricchezze all’industria locale del turismo. Spesso le scuole albergano fuori dal territorio di Lecce e fanno solo una veloce visita di rito al barocco leccese e poi, lo sappiamo, i giovanissimi non sono certo i tedeschi o gli americani che spendono i quattrini per la vacanza. Attenzione quindi a ciò che si dice. Anche la Regione, dicevo, dovrebbe ricordare che i frutti del raccolto, in termini di gradimento e appeal dei flussi turistici, sono merito della semina fatta sul territorio in questi anni da una classe dirigente, di cui ho fatto e faccio parte, che ha trasformato la marginalità periferica del Salento in un punto di forza strategico sul piano dell’economia turistica nazionale. Il lavoro di tanti sindaci e piccoli grandi imprenditori ha facilitato le politiche di gestione del settore al livello centrale. Ecco perché mi sembra significativo dividere e condividere l’orgoglio e la soddisfazione per i risultati che sono sotto i nostri occhi, ma è sacrosanto dare il merito a chi ha lavorato e non a chi pigramente oggi commenta questi dati.